A due mesi dalla grande manifestazione "No Ombrina", tenutasi a Pescara lo scorso 13 aprile con la partecipazione di decine di migliaia di persone, continuano le iniziative per la tutela di quello che forse è il tratto costiero più bello d’Abruzzo.
"Ombrina Mare" è il progetto che prevede la costruzione di una piattaforma e di un'enorme nave-raffineria da posizionare a dieci chilometri dalla costa, compromettendone il paesaggio, l'ambiente naturale e, non da ultimo, la salute dei cittadini. Esempi di territori prede di questo tipo di investimenti, come la Val d’Agri in Lucania, destano preoccupazione e rabbia nei tanti comitati che lottano per opporsi al progetto: la Basilicata infatti ha una percentuale di morti per tumore più alta della media nazionale, le aziende agricole si sono dimezzate nel corso degli ultimi anni, sono quattrocento i siti contaminati dai lavori di estrazione dell’Eni e il tasso di disoccupazione è costantemente in crescita.
Quali sarebbero dunque i vantaggi di un progetto simile?
In Abruzzo la prossima scadenza dell’iter è il 30 Giugno: il ministero dell’Ambiente ha fissato per quella data la nomina di un commissario ad acta qualora la Regione Abruzzo fosse ancora inadempiente sull’obbligo di effettuare la perimetrazione di quello che dovrebbe essere il Parco della Costa Teatina.
Nel frattempo, però, prosegue la mobilitazione di parte della popolazione della "costa dei trabocchi". E’ iniziato ieri e proseguirà fino a domenica 16 Giugno un importante evento, ideato da Marco Terrei e Andrea Natale (assessore all’Ambiente del comune di Fossacesia) e sostenuto dal WWF Zona Frentana e Costa Teatina, volto a riportare l’attenzione dei media e dunque degli abitanti della zona sul tema del Parco. “Cammina per il Parco” è il titolo dell’iniziativa: un percorso a piedi da San Salvo a Francavilla al Mare, nelle ore del mattino.
Terrei e Natale cammineranno lungo tutta la costa percorrendo dove possibile l’ex tracciato ferroviario che si affaccia sui trabocchi, antiche meravigliose strutture per la pesca, raccogliendo informazioni sulle caratteristiche naturali del territorio del Parco ma anche testimonianze delle persone che in quelle zone hanno la fortuna di viverci. Il tutto sarà ovviamente documentato con foto e video sui principali social network. La partecipazione è aperta a tutti coloro che vorranno aggregarsi, per una o per più tappe.
Il percorso si concluderà domenica, altra giornata molto importante nel percorso contro la petrolizzazione della costa abruzzese. A San Vito Chietino, infatti, si terrà presso lo spazio occupato Zona Ventidue un’iniziativa che coinvolgerà tutte le realtà impegnate in Abruzzo per la salvaguardia del territorio. L'evento è stato chiamato, non a caso, "No Ombrina - Giornata di musica e riflessioni" ed è organizzato dal comitato "Radicati al territorio".
Effettivamente diversi sono i progetti che hanno già danneggiato la nostra regione e numerosi sono quelli in corso di discussione: l'elettrodotto Gissi-Villanova, il gasdotto Brindisi-Minerbio e la prevista centrale di compressione a Sulmona (progetto Eni-Snam), la dubbia reindustrializzazione dell’ex area di Bussi (un nuovo cementificio e nessuna bonifica dei siti inquinati) per non parlare della speculazione edilizia che ha coinvolto il territorio aquilano dopo il sisma del 2009. E questi sono solo alcuni dei progetti che hanno favorito la nascita di comitati spontanei di persone che lavorano quotidianamente per informare i cittadini, che sono puntualmente gli ultimi a sapere le sorti del proprio territorio.
La giornata "No Ombrina" di domenica prevede nella mattinata un mercato di autoproduzione contadina e artigianale e nel pomeriggio un incontro con la partecipazione di Maria Rita D’Orsogna, da anni impegnata nella sensibilizzazione sulla petrolizzazione dell’Abruzzo, cui seguirà un dibattito tra tutte le realtà di lotta territoriale che interverranno.
Le opere di speculazione economica e ambientale continuano comunque ad essere osteggiate dalla popolazione, come dimostrano anche queste due importanti iniziative. E allora perché investire ancora su settori che hanno già mostrato il fallimento di cui proprio questa crisi economica è espressione? Perché non puntare sulle bellezze naturali e storico-artistiche del nostro territorio? Migliaia di abruzzesi sembrano averlo capito e, finalmente, anche alcuni amministratori. Sarà la volta buona?