Il prossimo 26 marzo si svolgerà, presso il ministero dello Sviluppo Economico, la conferenza dei servizi per il metanodotto Snam Sulmona-Foligno. Una riunione decisiva, dal cui esito dipenderà la prosecuzione dell'iter per la costruzione dell'opera.
L'assessore regionale all'Ambiente Mario Mazzocca e il consigliere di maggioranza del Pd Pierpaolo Pietrucci hanno tenuto una riunione con i sindaci dei 18 Comuni interessati dal passaggio del gasdotto invitandoli a far votare - nei pochi giorni che mancano all'incontro con i vertici Snam e con i funzionari del Mise - ai rispettivi consigli comunali una delibera per esprimere parere contrario e chiedere al ministero di bloccare il progetto sulla base di una non compatibilità dell'opera con la pianifiazione urbanistica vigente.
Una motivazione, quest'ultima, ribadita di recente anche da un atto firmato dall'assessore regionale alle opere pubbliche Donato Di Matteo: "Un gasdotto di queste dimensioni" ha ricordato Mario Pizzola, rappresentante dei comitati cittadini per l'ambiente di Sulmona "che attraversa l'Abruzzo per 103 km e ha una servitù (area di rispetto, ndr) di 40 metri, 20 per lato, non può che avere una pesante interferenza con il territorio".
L'approvazione della delibera, secondo il fronte del No-Metanodotto, è un passaggio politico fondamentale in vista del tavolo ministeriale. Sia Mazzocca che i comitati e le associazioni ambientaliste, infatti, hanno denunciato il clima ostile e intimidatorio venutosi a creare per effetto dell'inflessibilità della Snam e dell'atteggiamento per nulla dialogante del Governo: "Un Governo" ha affermato sempre Pizzola "subalterno alle lobby del petrolio e del gas, con un viceministro, De Vincenti, che sembra più il portavoce della Snam che un membro dell'Esecutivo".
C'è da dire che finora, come ha ricordato anche Mazzocca, i Comuni che hanno votato la delibera sono solo sei. Tra questi ci sono L'Aquila, Sulmona, Popoli, Corfinio. Ma, ha assicurato Pietrucci, "altre adesioni arriveranno a breve". Le assise civiche dovranno prounciarsi naturalmente entro giovedì prossimo.
Un altro punto che sia la Regione che i movimenti civici ritengono dirimente, tanto da puntare a sfruttarlo a proprio favore per bloccare il progetto, riguarda gli usi civici.
A spiegare il quadro normativo, piuttosto complesso, è stato Massimiliano Pieri, delle amministrazioni separate di Paganica- S. Gregorio: "Alcune delle particelle espropriate dal ministero e in parte già indennizzate dalla Snam, circa 275, sono gravate da uso civico. Tuttavia sia la legge nazionale che quella regionale prevedono che i beni appartenenti al demanio pubblico non possano essere espropriati fino a quando non ne viene pronunciata la sdemanializzazione. E quest'ultima, detta anche mutamento di destinazione d'uso, deve essere decisa dalle amministrazioni separate, o dal Comune, e approvata, tramite determina dirigenziale, dalla Regione. Nulla di tutto ciò è stato fatto e questo è un vizio enorme. Nelle precedenti conferenze dei servizi questa violazione è stata fatta presente ma la risposta della Snam e del ministero è stata che il mutamento verrà chiesto in seguito. Per questo abbiamo presentato un esposto alla procura della Repubblica. Invitiamo i sindaci degli altri Comuni con terreni di uso civico espropriati a fare altrettanto".
Pieri ha invitato la Regione a impegnarsi di più per le reintegre degli usi civici occupati abusivamente ed espropriati. A detta del consigliere sembra che la Snam abbia pagato i proprietari (cioè gli occupanti abusivi) di queste particelle senza però stipulare i contratti dal notaio.
Secondo i comitati, ci sono anche altri vizi formali, procedure amministrative non rispettate o aggirate: "Non c'è stata" dice Pizzola "una valutazione ambientale strategica e una Via (valutazione di impatto ambientale, ndr) unica. Il progetto è stato spezzettato in cinque tronconi, una cosa assurda visto che si tratta di un'opera unitaria. Inoltre, dopo i decreti di compatibilità ambientale e di pubblica utilità, si è sdoppiato ulteriormente il procedimento andando avanti su due strade separate per il metanodotto e per la centrale di compressione di Sulmona. Quest'ultima, però, è al servizio del metenandotto, è assurdo dividere i due procedimenti".
Quella che sia la Regione che i sindaci e le associazioni hanno lanciato al termine della riunione è stata una vera e propria "chiamata alle armi" affinché il 26 marzo a Roma ci sia quanta più gente possibile: "Più saremo" dicono i cittadini e i loro sindaci "più avremo chances di condizionare l'esito della conferenza dei servizi. L'espolosione di Mutignano conferma che questi impianti sono molto pericolosi, delle vere e proprie bombe a orologeria piazzate sotto i nostri piedi. Il metanodotto Snam Sulmona-Foligno è un tubo grande più del doppio rispetto a quello esploso a Pineto, con una pressione molto più alta. Immaginiamo cosa potrebbe succedere in caso di incidente, ad esempio un terremoto. Sappiamo tutti che la dorsale appenninica è una delle zone più sismiche del paese".
E' probabile che al termine della conferenza dei servizi il Mise deciderà di rimettere la decisione in capo alla presidenza del Consiglio, visto che il metanodotto Snam è considerata un'opera strategica, una priorità nazionale. E' quel che prevede, del resto, il decreto Sblocca Italia (articoli 37 e 38), contro il quale hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale nove Rregioni, Abruzzo compreso. Qualora la Consulta accogliesse l'impugnazione, dando ragione alle regioni, tutto il progetto potrebbe essere messo in discussione.
Pierpaolo Pietrucci (Partito Democratico): "La nostra voce è forte e il nostro parere contrario è determinato"
"La battaglia, da anni intrapresa dai movimenti, dai cittadini e da alcuni Sindaci illuminati coinvolti nel percorso, non aveva avuto – fino all'insediamento dell'attuale legislatura – esito positivo", a dichiararlo è Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del Partito Democratico.
"Nei primi mesi di questa legislatura - continua Pietrucci - il lavoro congiunto dei vertici Regionali, dei Sindaci del territorio e dei movimenti cittadini, ha raggiunto l'obiettivo di presentare già nella passata seduta della Conferenza dei Servizi, un'azione unitaria di diniego; dopo la riunione di questo pomeriggio, con l’ingresso e il sostanziale contributo dell’Amministrazione dei Beni di Uso Civico, porteremo a Roma, Giovedì prossimo, ulteriori incontrovertibili misure, con il chiaro obiettivo di dimostrare che un percorso alternativo non solo è possibile, ma è dovuto, in ottemperanza alla normativa vigente che neanche il Governo può disattendere".
"La nostra voce è forte e il nostro parere contrario è determinato - conclude il consigliere democrat - Snam e Ministero dovranno ascoltare le ragioni unitarie di un territorio che si coagula finalmente intorno a principi di sostenibilità sociale e ambientale".