"Desideriamo esprimere massimo apprezzamento per la maniera ben argomentata e documentata con cui il nostro capogruppo Enrico Perilli sta contrastando insieme a tutti gli ambientalisti un progetto che presenta pesanti criticità".
A scriverlo, in una nota, sono i tre esponenti di Rifondazione comunista - Sinistra europea Maurizio Acerbo (segreteria nazionale), Francesco Marola (segretario della federazione provinciale dell'Aquila) e Goffredo Juchich (segretario cittadino).
"Una posizione coraggiosa" affermano i tre "visti i toni minacciosi del largo schieramento trasversale che sostiene il progetto e il silenzio distratto di altri settori della stessa opposizione, della sinistra e dei movimenti che dovrebbero condividere sensibilità ambientalista".
"Troviamo davvero superficiale e figlia di una visione della politica obsoleta la reazione del sindaco Massimo Cialente nei confronti della lettera del Ministero".
"Invocare di fatto l'intervento politico del ministro nei confronti di una lettera di un dirigente che mette in rilievo il contrasto con direttive comunitarie suona davvero fuori luogo".
"Non era un tempo proprio il partito di Cialente ad aver fatto per anni della separazione e distinzione tra funzioni tecnico/amministrative e quelle politiche un elemento essenziale dell'ordinamento?"
"Cosa farà il ministro dell'ambiente? Rimuoverà il dirigente? Metterà al suo posto un altro? Costringerà la malcapitata vittima degli strali di Cialente a scrivere una lettera di scuse? Scriverà di suo pugno una lettera diversa dopo aver messo il dirigente reprobo dietro alla lavagna o in ginocchio sui ceci?"
"A lettere di questo genere si risponde entrando nel merito se si ritiene che siano infondate non invocando l'intervento censorio della politica".
"In questa vicenda dall'iter sgangherato non è la prima volta che si procede sulla base della volontà politica contro i pareri tecnici".
"E' quello che è accaduto anche nell'ente parco dove il parere negativo della struttura tecnico-scientifica è stato sostanzialmente ignorato da un consiglio direttivo composto da nominati su base politica che non hanno competenze specifiche in materia ambientale e naturalistica. Il consiglio direttivo del Parco avrebbe dovuto far proprio il parere della suo servizio scientifico e invece lo ha delegittimato e ha deciso come se nulla fosse di esprimersi a favore del progetto".
"Fortunatamente i fatti hanno la testa dura e la lettera del Ministero conferma quanto sostenuto da Rifondazione e ambientalisti".
"Crediamo che la cosa più seria da fare è invece di intestardirsi in maniera insensata di prestare ascolto alle proposte ambientaliste per conciliare tutela e turismo in un'ottica che coniughi lavoro e ambiente in maniera intelligente".