Di Mattia Fonzi e Roberto Ciuffini - Il decreto Enti locali, con il suo articolo 11 che dovrebbe normare nuovamente la ricostruzione dell'Aquila e del Cratere sismico abruzzese, è approdato nella V Commissione Bilancio del Senato.
Oltre ai sette emendamenti presentati dalla senatrice del Partito Democratico - illustrati nel corso di un incontro con la stampa aquilana due giorni fa - ve ne sono altri ventiquattro, presentati da Marcello Gualdani (Ap-Ncd-Udc), Enza Blundo (M5S), Roberto Ruta (Pd) e Paola Pelino (Fi-Pdl). Un emendamento, invece, è a firma del Governo.
Il maggior numero di emendamenti (14) è stato depositato da Marcello Gualdani. Il senatore siciliano, probabilmente, li ha presentati in luogo di Federica Chiavaroli, abruzzese e compagna di partito. La senatrice originaria di Penne, essendo una delle due relatrici del decreto al Senato, non può, infatti, per regolamento, presentare modifiche al testo a propria firma.
Il dato che emerge spulciando gli oltre 30 emendamenti è che c'è una sostanziale convergenza - fatta eccezione per alcuni aspetti - tra il Partito democratico e l'area di Alleanza popolare, Ncd e Udc, su diversi temi. Ad esempio, in relazione all'aggiramento della questione della white list, non voluta dal ministero degli Interni, e comunque circumnavigata negli emendamenti attraverso le certificazioni Soa.
Si distinguono, invece, le senatrici abruzzesi Pelino, che ha presentato due emendamenti volti a sostituire completamente l'articolo 11, arrivando da 16 a 40 commi - anche se molti concetti vengono comunque ribaditi - e Blundo, che propone invece alcune novità sostanziali.
Gualdani chiede di introdurre altri cinque commi in più, dopo il sedicesimo, riguardanti la ricostruzione dei beni ecclesiastici, da equiparare - in linea con quanto chiesto dalla Pezzopane - ai beni culturali pubblici, in modo da assoggettarli alla "giurisdizione" della Soprintendenza.
Un altro emendamento proposto dal senatore di Area popolare riguarda i lavoratori precari impegnati negli uffici della ricostruzione e propone di autorizzare la spesa di 10 milioni di euro, per l'anno 2015, per l'assunzione di personale con contratti a tempo determinato. La copertura finanziaria, secondo l'emendamento, verrebbe rintracciata nella riduzione dei Fondi per gli interventi strutturali di politica economica.
Quella sulla stabilizzazione del personale dei due uffici speciali, però, non è una manovra semplice, come ha ammesso la stessa Pezzopane a NewsTown. E' una misura che, con ogni probabilità, troverà spazio o in una futura delibera Cipe o direttamente nella legge di Stabilità.
Un'altra differenza tra le modifiche proposte tra gli alfaniani e quelle depositate dai democratici riguarda il comma 7. Mentre Ncd propone di sopprimere solo l'espressione "concordato preventivo" - nel caso di aziende in crisi cui verrebbe tolto l'appalto della ricostruzione dell'edificio - nell'emendamento della Pezzopane viene contemplata anche la cessione di azienda, fattispecie che, in questi anni, è stata ricorrente, con diverse imprese fallite che hanno ceduto rami d'azienda e quindi fette di contributi per la ricostruzione. La senatrice aquilana propone infatti di aggiungere al comma il seguente periodo: «La disposizione si applica anche in caso di cessione di azienda o di un suo ramo, ovvero di altra operazione atta a conseguire il trasferimento del contratto a soggetto diverso dall'affidatario originario da parte del soggetto esecutore dei lavori di riparazione o ricostruzione salvo consenso del committente».
Un elemento presente negli emendamenti targati Cinque Stelle e Ncd ma non in quelli a firma Pezzopane riguarda le ormai famigerate bollette dei consumi di Case e Map. La senatrice pentastellata Enza Blundo propone di sostituire, nella legge 164/2014, l'espressione "superfici lorde coperte" con "consumi effettivi". Ciò che chiedono a gran voce, da molti mesi a questa parte, residenti e assegnatari.
Sempre la Blundo è firmataria anche di altri emendamenti. Uno è per la soppressione totale del comma 2 - il discusso comma sui rapporti tra progettisti e imprese; un altro chiede che, in caso di abbattimento di edifici (o di parte di essi), i costi sostenuti per la demolizione e lo smaltimento delle macerie vanno sommati al contributo per la ricostruzione; un terzo chiede lo stop ai pignoramenti alle imprese in crisi che hanno ricevuto contributi per la ricostruzione e recita: I fondi destinati alla prosecuzione degli interventi destinati alla ricostruzione privata non sono soggetti all'esecuzione forzata, gli atti di sequestro e pignoramento afferenti a predetti fondi sono nulli. E c'è anche una norma per la ristrutturazione di cantine e altre pertinenze non attigue all'edificio principale: Ai fini dell'assegnazione del contributo per la ricostruzione le cantine e/o le cavità di pertinenza delle abitazioni sono computate come superfici lorde complessive dell'aggregato, quale superficie non residenziale anche qualora la loro estensione fuoriesca dalla proiezione in pianta del fabbricato sovrastante.
L'unico emendamento presentato dal Governo, invece, non riguarda direttamente la ricostruzione dell'Aquila ma introduce delle modifiche al Testo unico ambiente del 2006, in riferimento allo smaltimento dei rifiuti.
Tra i 31 emendamenti, infine, ci sono anche due proposte di Roberto Ruta, senatore democratico molisano, che andrebbero ad agire sui territori colpiti dal terremoto del 2002.