Doveva essere il giorno della fumata bianca. Doveva concludersi, nel pomeriggio, la trattativa per l’insediamento della Accord Phoenix nel polo elettronico dell’Aquila. E, invece, l’accordo si è improvvisamente complicato. Nel corso del tavolo ministeriale a Roma, tra il sindaco Massimo Cialente, il ministero per la coesione territoriale di Carlo Trigilia, il ministero del Tesoro, Invitalia e la Regione Abruzzo, è stato negato il finanziamento di 11 milioni che avrebbe attratto in città la società londinese.
Il problema è in un avverbio. Proviamo a spiegarvi: la Accord Phoenix era pronta ad investire, nel polo elettronico di Pile, 40 milioni di euro, incentivata dai fondi derivanti dal 5% della delibera Cipe destinati al rilancio economico e produttivo delle fabbriche del cratere sismico. Nell’emendamento che ne prevede lo stanziamento, però, è scritto che i fondi sono da destinare 'prevalentemente' ad aziende del settore elettronico e farmaceutico.
La Accord Phoenix, al contrario, dovrebbe smaltire computer, cellulari e simili: in pratica, si tratterebbe di stoccaggio di materiali. Per questo, il Comitato presieduto dal ministro Trigilia ha negato il finanziamento.
Insomma, la città potrebbe perdere un investimento privato di 40 milioni di euro. La Accord Phoenix, a quanto annunciato dal primo cittadino perché in realtà non era stato ancora presentato il piano industriale, avrebbe riassorbito 60 cassintegrati del polo elettronico, già da ottobre, per poi assicurare occupazione a 240 lavoratori.
Ai nostri microfoni, Giovanni Lolli ha promesso una riunione di urgenza con tutti i lavoratori in difficoltà che dovrebbe tenersi il prossimo lunedi.
Il comunicato stampa di Massimo Cialente
Sono indignato ed ho abbandonato la riunione del Comitato presieduto dal Ministro Trigilia che dovrebbe discutere (?) del rilancio economico e produttivo del cratere Aquilano. Ho appena appreso che, in 25 giorni, il ministro Trigilia, che dovrebbe occuparsi del territorio aquilano, non è stato capace di sciogliere il nodo di come assicurare i finanziamenti per il rilancio economico e produttivo.
Siamo nelle fasi masturbatorie dei massimi sistemi. Mentre nella città abbandonata a se stessa siamo arrivati al 1700% di ore di cassa integrazione ed il comune dell’Aquila, ogni giorno, si deve preoccupare di sfamare letteralmente centinaia di famiglie, dirigenti dello Stato che devono interpretare degli avverbi, si rifiutano di partecipare al comitato tecnico perché infastiditi da un Sindaco che viene ridicolizzato per le sue “ iniziative di popolo”. Chiedo ad Enrico Letta di intervenire immediatamente. Entro la prossima settimana vogliamo sapere se l’azienda che con tanta fatica dovrebbe venire a dare occupazione a lavoratori che hanno perso da anni speranza, può o meno insediarsi a L’Aquila.
Azienda cercata e trovata dall’Amministrazione locale e non certo da chi ha fatto finta di gestire un marketing territoriale fino al fallimento ed al deterioramento completo del vecchio sito Italtel, come Aquila Sviluppo. Chiamo tutti lavoratori dell’ex Polo Elettronico, i sindacati e tutta la Città, alla più ferma mobilitazione, a venire qui Roma presso questi uffici in cui alberga solo il menefreghismo e l’autoreferenzialità, per farsi spiegare questa follia.
Dobbiamo far capire a questa gente che siamo stufi di essere presi per i fondelli. Questa gente deve capire che non abbiamo più nulla da perdere. Questa mattina, a L’Aquila era in visita il segretario nazionale del PD Guglielmo Epifani. Chiedo a lui, uomo che della difesa del lavoro ha fatto una scelta di vita, di intervenire per far capire che il destino di una città non può essere affidato a stupidi e non so quanto in buona fede errori, fatti in sede di stesure di leggi e delibere, da gente che ogni mese guadagna 20 volte di più di quello che un cassa integrato aquilano percepisce per tentare una misera sopravvivenza.