Eletti i presidenti della Camera e del Senato. Un importante successo politico per il Partito Democratico e per il segretario Pierluigi Bersani che, in mattinata, a sorpresa, aveva annunciato i nomi di Laura Boldrini, eletta nelle file di Sel, e Pietro Grasso. Se alla Camera c'è una maggioranza solida, è invece lontana a Palazzo Madama: lo conferma il voto di oggi, anche se il centrosinistra ha ottenuto 12 voti in più rispetto ai suoi senatori: 137 voti per Grasso, 117 per Schifani. Difficile capire se i voti sono arrivati da Scelta Civica o dal M5S. L'aria in seno al movimento di Beppe Grillo è, comunque, molto tesa. Si sono visti senatori in lacrime, al momento del voto, e nella riunione che si è tenuta prima di entrare in aula non si è raggiunta una decisione unanime sul comportamento da tenere. C'è chi esulta perchè i "cittadini" sembrano già in difficoltà.
I ritratti.
Laura Boldrini, 51 anni, già funzionario e portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è il nuovo presidente della Camera. Eletta a Montecitorio nelle file di Sel, à laureata in giurisprudenza. Ha iniziato la sua carriera all’Onu nel 1989, lavorando per quattro anni alla Fao. Dal 1993 al 1998 si è occupata del Programma alimentare mondiale (Wfp) come portavoce per l'Italia. Dal 1998 al 2012 è stata portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati per il quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa. In particolare, si è occupata dei flussi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo. Ha svolto numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda. E’ Cavaliere ordine al merito della Repubblica Italiana.
Pietro Grasso, 67 anni ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1969, diventando pretore a Barrafranca, in provincia di Enna, dove è rimasto fino al 1972 quando è diventato sostituto procuratore al Tribunale di Palermo. Qui dalla dalla metà degli anni Settanta ha seguito indagini sulla criminalità organizzata e sull’amministrazione pubblica. Nel 1984 è stato giudice a latere del presidente Alfonso Giordano nel maxiprocesso a Cosa Nostra in cui erano imputate circa 400 persone per reati legati alla criminalità organizzata. Alla fine del maxiprocesso è stato nominato consulente della Commissione antimafia e nel 1991 è stato chiamato da Giovanni Falcone come consigliere alla Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia. Dopo l’assassinio di Falcone, ne ha preso il posto nella Commissione Centrale per i programmi di protezione di testimoni e collaboratori di giustizia.Nel gennaio del 1993 Grasso è stato nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia, dove ha coordinato le indagini sulle stragi di mafia del 1992 e del 1993. Dal 1999 al 2004 è stato procuratore della repubblica di Palermo. Nell’ottobre 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia. Nel 2011, si è fortemente opposto al processo breve e alla riforma della giustizia del governo Berlusconi. Nel maggio 2012 creò molte discussioni una sua intervista alla trasmissione radiofonica La Zanzara, in cui aveva detto che avrebbe dato «un premio speciale a Silvio Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia», spiegando che aveva «introdotto delle leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi: siamo arrivati a quaranta miliardi di euro».