Tempesta 'politica' all'orizzonte, e non soltanto in seno al Consiglio comunale dell'Aquila.
Anche la maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta regionale guidata da Luciano D'Alfonso, infatti, vive settimane di fibrillazione. Prima il tormentato Consiglio dell'11 agosto, con il mancato raggiungimento del numero legale per le assenze dei tre consiglieri di maggioranza 'dissidenti', Andrea Gerosolimo e Mario Oliveri di Abruzzo Civico oltre al democrat Luciano Monticelli; poi, la conferenza stampa convocata, l'indomani, dagli stessi consiglieri per chiedere "un necessario cambiamento di metodo in tutti i settori, a partire dalla sanità e dal lavoro". Infine, qualche giorno fa, la mossa a sorpresa di Luciano D'Alfonso che ha annunciato l'ingresso in Giunta di Gerosolimo con delega alle aree interne e, chissà, alla cultura: un affronto per il Pd aquilano, se è vero che Gerosolimo è stato tra i consiglieri che hanno impedito il rifinanziamento dell'Isa, l'Istituzione Sinfonica Abruzzese.
Dal giorno dell'annuncio, però, si sono susseguite soltanto polemiche e nessun atto formale, ufficiale.
Chi dovrebbe far posto a Gerosolimo? Gli indiziati sono due: Mario Mazzocca, in quota Sel, e il democratico Donato Di Matteo che, qualche tempo fa, aveva già detto di essere disposto a farsi da parte. A che prezzo, però? A quanto si apprende, Di Matteo avrebbe chiesto al Pd precise garanzie su una sua candidatura alle prossime elezioni politiche. D'altra parte, Di Matteo è una vera e propria macchina da voti, una figura 'ingombrante' per il Partito Democratico abruzzese e che già aveva creato qualche imbarazzo al momento di essere inserito nelle liste a sostegno del candidato governatore Luciano D'Alfonso perché coinvolto, e poi prosciolto da ogni accusa, nell'inchiesta sull'avvelenamento delle acque di Bussi (all'epoca era presidente dell’Aca, l'Azienda consortile acquedottistica).
Contattato da NewsTown, Di Matteo non ha voluto commentare le voci che lo volevano fuori dalla Giunta. Si è limitato a dire che, queste, "sono decisioni che prende il presidente della Giunta e i partiti che compongono la maggioranza" , con un tono non esattamente disteso e dal quale, anzi, trapelava un certo nervosismo.
Fiutato il pericolo che il 'sacrificato' possa essere Mario Mazzocca, 'Sinistra Ecologia e Libertà' ha dunque deciso di alzare il tiro: "Contiamoci sul programma, dopo una verifica dell'azione di governo, accantonando strumenti della prima Repubblica come il vecchio manuale Cencelli: tanti voti, tante poltrone. Altrimenti è meglio ridare la parola agli elettori". Come dire: se è vero che Sel ha ottenuto più o meno la metà dei voti di Abruzzo Civico è vero anche che la coalizione di centrosinistra ha vinto le elezioni con un programma fortemente 'sbilanciato' a sinistra. Aprire insomma all'ala centrista, rinunciando alle istanze di Sel, significherebbe 'tradire' il mandato elettorale. Non solo. In questi mesi, Mazzocca ha lavorato ai temi più caldi e sentiti sul tavolo della Giunta regionale, in primis la battaglia contro la petrolizzazione dell'Adriatico, e gode della stima di molti consiglieri regionali oltre che di molti amministratori locali. Proprio ieri, un gruppo di amministratori dell'area frentana ha inviato una lettera aperta a sostegno di Mazzocca indirizzata al presidente della Regione, ricordando la vicenda dei dissesti idrogeologici della primavera scorsa gestita proprio dall'assessore.
A quanto scrive 'Il Messaggero', il segretario regionale Pd Marco Rapino ha trascorso l'intera giornata di ieri ad incontrare i segretari provinciali del suo partito prima di partecipare, in serata, al coordinamento regionale di Sel. Rapino era stato chiaro, all'indomani dell'annuncio a sorpresa di D'Alfonso: "La soluzione sta al Presidente, ma il tema politico riguarda il Pd. Sono impegnato con D'Alfonso a consultare i nostri Assessori e Consiglieri", aveva spiegato. "Occorre una strategia che ci consenta di avere una maggioranza ampia su cui contare e che ci permetta di velocizzare il progetto di riforma della nostra regione. I cittadini non ci chiedono balletti ma risposte sulle grandi questioni a cominciare dallo sviluppo, dal lavoro e da un servizio sociosanitario adeguato all'idea di regione migliore che vogliamo costruire in questi anni di governo. Abbiamo bisogno di visione e prospettiva, nel fare le scelte giuste. Il Pd è e continuerà ad essere la soluzione per questo tutte le nostre postazioni devono essere a disposizione".
La soluzione, però, pare lontana a venire. D'Alfonso sperava di risolvere il 'rimpasto' alla fine di agosto. Al contrario, la maggioranza è attraversata da profonde lacerazioni, con la ripresa dell'attività politica alle porte. Serve una soluzione, al più presto. Ed è difficile credere che possa essere rappresentata da Camillo D'Alessandro: sussurri lascerebbero intendere di un possibile ridimensionamento del sottosegretario che, per il bene della maggioranza, potrebbe accettare di tornare al 'vecchio' ruolo di capogruppo Pd in Consiglio regionale, lasciando la poltrona a Mazzocca. Sussurri, appunto, nulla di più.
Intanto, Andrea Gerosolimo resta in silenzio. A parlare è Giulio Borrelli, coordinatore di Abruzzo Civico, che ha rilasciato un'intervista ad AbruzzoWeb. “La nostra assenza nella Giunta regionale è un vulnus che prima o poi andrà risolto - ha detto Borrelli al quotidiano digitale - ma la priorità sono ancor prima la legge organica sulla cultura, un cambio di rotta sulle politiche della sanità e sulle società partecipate e non ci faremo certo addomesticare, su questi temi, con un assessorato”.
Parole che suonano come una vera e propria sfida, l'ennesima, a Luciano D'Alfonso.