Trifuoggi 'spara a zero' sulla sottosegretaria all'economia, con delega alla ricostruzione del cratere, Paola De Micheli e, indirettamente, sulla senatrice Stefania Pezzopane, aprendo così una profonda frattura politica, e un aspro scontro istituzionale.
Il vice sindaco del Comune dell'Aquila ha convocato stamane, in tutta fretta, una conferenza stampa a Palazzo Fibbioni, "concordata con il sindaco Cialente" ha tenuto a specificare, alludendo all'articolo pubblicato su NewsTown qualche ora fa, "se ci fosse bisogno ancora di chiarirlo, a smentita ulteriore delle lotte intestine che ci sarebbero in Giunta e del fatto che io stia complottando per farlo cadere e sostituirlo, in una sorta di rivoluzione sudamericana senza fucili", ironizza, pur mostrandosi piuttosto seccato.
Conferenza stampa indetta per replicare alle parole della De Micheli appunto che ieri sera, ai microfoni del Tgr Abruzzo, ha spiegato come le norme nazionali consentano di procedere con la proroga dei contratti dei 56 precari del Comune dell'Aquila, aggiungendo che "se non accade è un problema interno al Comune dell’Aquila, rispetto al quale il ministero dell’Economia, che è istituzione autorevole, non vuole essere tirato per la giacca". Durissima la risposta di Nicola Trifuggi: "Non so perché la De Micheli ha rilasciato queste dichiarazioni non veritiere, non so se l'ha fatto su input di qualcuno che sì, sta tentando di far traballare la Giunta comunale in tutte le maniere".
Sembra chiarissimo il riferimento alla senatrice Pezzopane. Lo domandiamo a Trifuoggi: "Prendo atto della obiettività delle cose - risponde - poi ciascuno di noi può esercitare un piccolissimo pezzetto della propria fantasia per immaginare chi possa avere interesse a far cadere la Giunta. Sicuramente non sono io: ogni volta che si è parlato di possibili dimissioni, mi sono opposto categoricamente. Il nostro unico obiettivo, infatti, è accelerare al massimo i processi di ricostruzione. La caduta della Giunta, in questo senso, rappresenterebbe un drammatico stop alla ricostruzione, e non possiamo permettercelo". In altre parole, sarebbe la senatrice Pezzopane a volere la caduta della Giunta, premendo perché vengano rinnovati i contratti dei precari anche innanzi all'evidente impossibilità di perseguire questa strada.
Trifuoggi ricostruisce i passi seguiti dall'amministrazione per risolvere l'impasse, uno via l'altro, e ci arriveremo tra poco. Ma sembra, più di ogni altra cosa, voler chiarire che le posizioni assunte dalla senatrice democrat e, ieri sera, dalla sottosegretaria De Micheli, siano, quanto meno, strumentali: "La sottosegretaria poteva fare a meno di dire le cose che ha detto anche perché mi sento particolarmente turbato quando, per scopi più o meno personali, questi lavoratori, alla ricerca spasmodica del rinnovo del contratto, vengono illusi da qualcuno che rappresenta le cose in maniera totalmente diversa da quello che sono e che, dunque, approfitta dello stato di debolezza psicologica in cui si trovano, necessariamente, i lavoratori precari. E le dichiarazioni della De Micheli vanno iscritte a questa categoria di cose che vengono dette solo per illudere o aizzare ma che non hanno possibilità di sbocco concreto".
Un vero e proprio affondo, durissimo. Che apre ad altre riflessioni, al di là della frattura politica che potrà generare nelle prossime ore. Se è vero, come ha spiegato Trifuoggi, che il rinnovo dei precari è tecnicamente improbabile, se non impossibile, come mai l'amministrazione comunale non ne ha preso atto, chiarendo i termini della questione e procedendo in altro modo, così da evitare l'impasse degli uffici? Evidentemente, la Giunta comunale è stata tirata per la giacca, è rimasta impantanata in una diatriba politica che non fa altro, però, che dimostrarne la debolezza. Come si può pensare che la Giunta comunale sia in grado di rispondere alle esigenze della città se si fa intralciare, nell'azione amministrativa, da beghe che hanno solo 'sapore' politico?
Sta di fatto che il vice sindaco Trifuoggi ha chiarito stamane, una volta ancora, che non ci sono i termini normativi per procedere alla proroga dei contratti dei 56 precari. Ricostruendo la cronistoria della vicenda.
La cronistoria
"Già da tempo, l'amministrazione si è accorta che la normativa non avrebbe consentito ulteriori proroghe di contratti. Dunque, abbiamo organizzato una riunione con la senatrice Federica Chiavaroli - relatrice di maggioranza in Senato della Legge sulla ricostruzione - e abbiamo chiesto venisse inserito un emendamento per consentire la proroga. Chiavaroli lo ha escluso categoricamente: ci spiegò che non avrebbe potuto presentare un emendamento contrario alle volontà del Governo che rappresentava. E ci chiese, dunque, di trovare qualcuno disposto a presentarlo: lo fece la senatrice Pezzopane".
Trifuoggi racconta che seguì una email, datata 21 luglio 2015, con cui il Ministero delle Finanze trasmise un parere della Ragioneria generale dello Stato proprio su quell'emendamento. "Parere contrario", chiarisce, leggendo alcuni stralci del parere. Non si può creare - si legge tra le righe della mail - "un serbatoio di personale, in contrasto con la vigente normativa in materia di contenimento della spesa", con il rischio di "contenziosi finalizzati alla stabilizzazione a tempo indeterminato" e "richieste emulative per altre situazioni emergenziali”, per di più con un importo “crescente, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe a sei anni dal terremoto".
Succede poi - continua Trifuoggi - che viene approvato l'emendamento che autorizza il Comune dell'Aquila a spendere 1milione di euro in più per il personale, a valere sulle annualità 2016/2017. "Una norma che già esisteva e che è stata fatta passare come una dimostrazione ulteriore che si potesse procedere con le proroghe: in realtà, ogni Comune ha dei limiti di spesa sul personale oltre il quale non si può andare e, la norma, ha esclusivamente autorizzato l'amministrazione a spendere 1milione in più del tetto previsto. Nulla incide sul rinnovo dei contratti di lavoro, insomma, ed è una somma che già da anni è a disposizione del Comune, sistematicamente spesa per altro personale e non per i precari a tempo determinato".
Seguono contatti frenetici con Roma, racconta ancora il vice sindaco. "Chiediamo altri pareri e ne ho uno, qui, datato 15 settembre 2015, arrivato alla segreteria del sindaco dalla segreteria della sottosegretaria Paola De Micheli. Negativo, di nuovo". Si arriva così all'interpello al Ministero del Lavoro che, acquisito il pronunciamento del Dipartimento della Funzione pubblica, pur non chiarendo quale, fornisce il 'famoso' parere favorevole ad una soltanto delle tre domande poste dall'amministrazione. "Risponde favorevolemte alla prima domanda - sottolinea Trifuoggi - se fosse possibile cioé rinnovare i contratti oltre il limite dei 36 mesi. Al contrario, non risponde alle altre domande poste: se dette proroghe siano esenti da possibili richieste risarcitorie, in ragione della violazione al dlgs 82/2015 e dei principi di diritto enunciati dalla sentenza Mascolo della Corte di Giustizia Europea, nel novembre 2014; se sulla base di dette norme vi sia un regime diverso per il personale educativo degli asili nido, anche in ragione della circolare Madia 3 del settembre 2015 e se tale diverso regime possa scongiurare i regimi risarcitori connessi all'abuso delle proroghe dei contratti a tempo determinato. A queste domande, il Ministero del Lavoro non ha mai risposto".
Qual è il pericolo, dunque? In parole povere, l'amministrazione - in caso di proroga - correrebbe il rischio che l'Europa decida di applicare le sanzioni previste per la violazione delle norme comunitarie, sanzioni che verrebbero notificate allo Stato Italiano che andrebbe a rivalersi poi sul Comune dell'Aquila. Non solo. Con la proroga, i lavoratori precari avrebbero diritto a citarsi in giudizio chiedendo la stabilizzazione ed il risarcimento del danno, fino a 12 mensilità per ogni lavoratore. E la stabilizzazione, per il Comune dell'Aquila, non è possibile. "Si prefigurerebbe - continua Trifuoggi - una responsabilità nei confronti della Unione Europea e una responsabilità contabile. Nonostante tutto, abbiamo chiesto un altro parere, al dirigente dell'avvocatura che, con una riflessione piuttosto complessa, ha fornito giudizio positivo. L'avvocato Ilda Coluzzi, invece, dirigente competente, alla quale era stato chiesto di predisporre una delibera per la proroga, con atto d'indirizzo firmato dal sindaco e dall'assessore Leone, ha esposto in calce parere contrario, basandosi su approfondimenti che sento di condividere. Solo in una seconda parte del parere, Coluzzi ha preso atto della mail del 21 luglio, non conoscendo ancora la mail del 15 settembre, e del parere espresso dal Ministero del Lavoro: così, nelle tre pagine istruite ha argomentato che la vicenda, quanto meno controversa, potrebbe esporre l'amministrazione a danni di tipo economico, per risarcimenti e sanzioni. Il parere contrario, per quanto di competenza, è stato poi condiviso dal capo della Ragioneria".
Segue un altro parere dell'avvocato de Nardis, "discorsi di pura teoria" incalza Trifuoggi. Che ha poi aggiunto: "Il Testo unico degli Enti locali dispone che l'unico parere che va tenuto in conto è quello del dirigente, il resto può servire per avere elementi di giudizio ma non conta nulla. Conta solo il parere tecnico del dirigente. Eppure, abbiamo chiesto pareri a numerose altre persone, nel tentativo spasmodico, non so quanto condivisibile, di trovare la quadratura del cerchio: nessuno ha però risposto ufficialmente, per iscritto". Viene fuori così l'ultima soluzione, condivisa all'unanimità dalla Giunta: la richiesta di un ultimo parere ad un organo tecnico, la Corte dei Conti che, come noto, ha sezione consultiva oltre che giurisdizionale. "Abbiamo presentato un quesito di ordine generale, è chiaro: la Corte dei Conti non può rispondere a domanda su cosa potrebbe decidere di fare in caso di azione reputata contraria alle norme. Anche perché, si potrebbe verificare un contrasto tra la sezione consultiva e giurisdizionale. Con grande impegno dell'avvocato Coluzzi, cui va il nostro ringraziamento, abbiamo scritto un parere asettico e generico: attendiamo il parere della Corte dei Conti".
Cosa può succedere, a questo punto? "Può rispondere in tre modi: può dirci che il quesito è inammissibile, perché non ha criteri di generalità, oppure può entrare nel merito, rispondendo si oppure no. Ovviamente, seguiremo il parere della Corte dei Conti qualora entri nel merito, in qualsiasi modo risponda. Se dovesse dire che si possono prorogare i contratti, in altre parole che l'abrogazione della normativa generale precedente non ha comportato la caducazione delle eccezioni a quella normativa, anche la dirigente sarebbe prontissima a cambiare opinione". Difficile che la Corte dei Conti possa rispondere nel merito, però. Molto difficile. Non si tratta soltanto di questioni procedurali, evidentemente.
Non ci sono i soldi
"Non ci hanno dato i soldi per prorogare il personale, soldi non ne abbiamo", ha attaccato ancora Trifuoggi, smentendo la De Micheli. "Ci hanno dato soltanto un milione, e sanno benissimo che non serve al rinnovo dei contratti. Tanto è vero che, nelle vecchie Leggi di stabilità, è stato sempre previsto lo stanziamento di 1milione e 700mila euro per il lavoro a tempo determinato: quest'anno, i soldi sono stati assicurati soltanto per l'assistenza specialista, non per il lavoro a tempo determinato. Dunque, anche la legge lo consentisse, non avremmo i soldi per rinnovare i contratti fino alla fine del 2017, come previsto dall'emendamento al dl Enti locali. Potremmo spendere i 400mila euro restanti dal milione assicurato per il 2015, e come detto destinato ad altro, per rinnovare i contratti a 30 ore e fino alla fine del 2015. Nulla di più. Per il personale a tempo determinato, abbiamo necessità di 2milioni e mezzo all'anno, per il 2016 e per il 2017. Questa è la verità".