Martedì, 06 Ottobre 2015 15:20

L'intervista di Trifuoggi e lo 'squarcio' sul rapporto con Cialente

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Nicola Trifuoggi: è intorno all'ex magistrato, vice sindaco della Giunta Cialente, che sembrano muoversi i delicatissimi equilibri politici della nostra città.

Sono giorni particolari per la maggioranza di centrosinistra che vive 'tormenti' profondi. Basta mettere insieme i pezzi, uno dietro l'altro. Prima, l'allontamento dalla maggioranza del Partito Socialista, con il voto contrario del consigliere Gianni Padovani in sede di approvazione del bilancio che ha sancito, di fatto, l'uscita dalla Giunta dell'assessore Giancarlo Vicini. Poi, la turbolenza scatenata dall'emendamento a firma di Enrico Perilli che intendeva stralciare dal piano triennale delle opere pubbliche la cabinovia di Monte Cristo e le frizioni, che sono seguite, con 'Sinistra, Ecologia e Libertà' e, soprattutto, con 'Rifondazione Comunista', sul punto di uscire dalla maggioranza prima dell'ennesimo passo indietro, non ancora motivato.

Rientrata la crisi con le 'ali sinistre' della maggioranza, ecco esplodere la vicenda Accord Phoenix, con le interrogazioni parlamentari bipartisan presentate in Senato avverso la realizzazione dell'impianto di recupero dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche) e il durissimo intervento di Confindustria. Quindi, la nota dell'Enac che ha bocciato, di fatto, lo sviluppo dell'aeroporto dei Parchi di Preturo. E ancora: l'impasse sul piano di sviluppo del Gran Sasso, al di là delle recenti passerelle al Festival della Montagna. Da una edizione all'altra della kermesse non è stato toccato un filo d'erba, in quota. Dunque, l'incredibile vicenda del rinnovo dei precari, in presidio a Palazzo Fibbioni, tra pareri e interpelli, interpretazioni, tentativi di forzature e improvvisi passi indietro.

Ed infine, il ciclone che si è abbattuto sulla ex dirigente Patrizia del Principe e sul segretario generale del Comune dell'Aquila, Carlo Pirozzolo. Sullo sfondo, il presunto avviso di garanzia al sindaco Massimo Cialente, mai arrivato e che, forse, mai arriverà, a questo punto. Una vicenda davvero oscura, sulla bocca di tutti, finita poi sui giornali, in qualche modo confermata dal primo cittadino che non ha nascosto come le voci fossero giunte anche a lui, discussa persino in Giunta comunale, dove si è parlato addirittura di dimissioni, ma che ad oggi non ha alcun contorno reale.

Aggiungete poi la polemica a distanza tra gli assessori Pelini e De Santis, sulla proposta - che tale rimarrà e che, per ora, non ha alcun fondamento - di ospitare migranti negli alloggi del progetto Case, e le dichiarazioni dello stesso De Santis che ha certificato come il Comune sia incapace di riscuotere quanto dovuto dagli assegnatari morosi. Un modo per dire - senza troppi giri di parole - che la transazione da 9milioni con Banca Sistema per coprire il buco aperto con Enel non potrà essere garantita con le cifre riscosse, come previsto con delibera approvata in Giunta, avallata da Pirozzolo, assente l'assessore De Santis, guarda caso: diverrà piuttosto un debito fuori bilancio che andrà a gravare sulle tasche di tutti i cittadini, non solo dei morosi.

Questa la situazione. Torniamo a Trifuoggi, dunque.

Sono parecchi mesi che voci ben informate raccontano degli screzi tra il vice sindaco e Massimo Cialente, che aveva 'chiamato' Trifuoggi a seguito dello scandalo 'Do ut Des' come presidio di legalità. A pensarci, una scelta assai particolare, quella del primo cittadino, come ad abdicare la funzione politica al controllo di un ex magistrato. Una scelta che non ha fatto altro che confermare la sensazione di diffusa illegalità, tra gli uffici del Comune dell'Aquila. Una scelta che si è rilevata indigesta, per il sindaco. Trifuoggi, infatti, ha preso il suo impegno molto sul serio, opponendosi a qualsiasi scelta politica che, a suo parere, non fosse perfettamente conforme alle corrette procedure.

Lo ha ribadito giusto ieri, ai microfoni de L'Editoriale, rispondendo ad una domanda sul rinnovo del contratto dei precari. Trifuoggi non è affatto d'accordo, non è un mistero per nessuno. "Io credo" ha detto il vice sindaco a Matilde Albani "che qualsiasi attività di un ente pubblico, prima della valutazione di ordine politico, debba essere preceduta da una valutazione di legittimità e quindi di fattibilità. Se la legge lo consente la politica può decidere se è opportuno o meno, se la legge non lo consente, ogni valutazione politica è una chiacchiera priva di senso".

Più chiaro di così.

L'intervista di Trifuoggi all'Editoriale è 'dirompente', a voler leggere tra le righe. Il vice sindaco disegna un quadro a tinte foschissime, sulla vita amministrativa della città. E squarcia il velo sul precarissimo equilibrio che vive il rapporto con Cialente. E' stato l'avviso di garanzia al segretario generale Pirozzolo ad aver reso manifesta la distanza. Non aggiungiamo altro alla perfetta analisi di Alessandra Cococetta, sul blog fuoridalgiro: Pirozzolo, fino a ieri, è stato uomo chiave delle scelte dell'amministrazione. Ed è stato il garante di tutte le questioni più delicate e che, ora, come detto, stanno venendo al pettine.

Pirozzolo, però, ha un pessimo rapporto con Trifuoggi, non è un mistero neanche questo.

E' stato il vice sindaco ad aver sventato, stando alla Procura, il tentativo del segretario di cucire su misura della Del Principe il bando per la direzione dell'ex Onpi. E lo stesso Trifuoggi, dinanzi alla presa di posizione del sindaco che ha difeso Pirozzolo senza indugi, non ha fatto altro che scaricarlo. "Siccome avevo sentito voci in giro - ha spiegato a Marco Signori, giornalista di Abruzzoweb - anche su qualche mezzo di comunicazione, circa irregolarità su questo concorso, sono intervenuto in prevenzione pretendendo che fosse fatto in maniera seria e minacciando in caso contrario le dimissioni e una denuncia".

Ha poi aggiunto ai microfoni di Matilde Albani: "Siamo in attesa della decisione del Gip circa la richiesta di sospensione del segretario generale: se il Gip dovesse rispondere favorevolmente, bisognà prenderne atto e non si potrà procedere con una semplice sostituzione. Diverso sarebbe il problema se, al contrario, il Gip dovesse respingere la richiesta: allora, la palla rimbalzerebbe all'amministrazione comunale che dovrebbe decidere che cosa fare, tenendo presente che, pur augurandomi che Pirozzolo possa dimostrare la sua estraneità alla vicenda, è il garante anticorruzione del Comune ed è sotto processo per reato di corruzione. Ci siamo capiti".

Trifuoggi, nell'intervista rilasciata a L'Editoriale, ha aperto anche ad una riflessione più profonda sulla opportunità che sia il presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, a difendere Pirozzolo, come già in passato era accaduto con altri esponenti della maggioranza finiti al centro di bufere giudiziarie più o meno rilevanti.

Ha inteso sottolineare anche altro, confermando come sia rimasto turbato dalle intercettazioni diffuse in queste ore e che raccontano di una conversazione tra il capo di gabinetto del sindaco, Mauro Marchetti, e la ex dirigente Del Principe proprio in merito al concorso. Marchetti sembrerebbe 'consolare' la Del Principe, con parole che lasciano poco spazio all'interpretazione: "E' uno che predica nel deserto", dice, riferendosi proprio a Trifuoggi.

"Mi ha disturbato molto, così come mi ha disturbato molto che, più di una volta, i discorsi fatti all'interno della Giunta, che erano e dovevano restare confinati all'interno della Giunta, fossero a conoscenza dei diretti interessati prima ancora che finissimo le riunioni", ha confidato il vice sindaco. Che ha poi lasciato intendere come "il resto delle considerazioni del capo di gabinetto lascino il tempo che trovano".

Una vera e propria 'bordata'.

Poi, Trifuoggi ha voluto chiarire un ultimo aspetto, legato alle sue 'presunte' velleità politiche: "Sono stato richiesto dal sindaco Cialente, personalmente, e ho dato la mia disponibilità", ha detto. Aggiungendo, quasi ce ne fosse bisogno, che è stato chiamato per evitare e "non per coprire le illegalità". E poi: "Non sono tipo da coltellate alle spalle. Fino a che ci sarà questa consiliatura, e mi auguro che arrivi fino in fondo superando tutte le difficoltà, sarò leale vice sindaco di questa Giunta. Poi, non so che cosa accadrà: alle prossime elezioni manca più di un anno e mezzo".

E qui, si apre l'ultimo capitolo di questa intricata vicenda. Al di là dell'immagine sconcertante che emerge dalle indagini della Procura e dall'intervista di Trifuoggi, al di là delle responsabilità tutte ancora da accertare, scindendo il rispetto delle procedure dagli aspetti più propriamente politici, la sensazione è che si sia aperta una battaglia che è anche, appunto, politica.

Perché Cialente non si 'libera' di Trifuoggi se è vero che, oramai, non c'è più coincidenza di volontà amministrativa? Forse, non può farlo: considerato che Trifuoggi è stato 'chiamato' al capezzale di una maggioranza morente, mandarlo via ora potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang per il primo cittadino. Ma è soltanto questo, il motivo?

E perché Trifuoggi non si dimette, se l'atmosfera in Comune è quella disegnata - seppur con la matita - nell'intervista a Matilde Albani, tra delibere 'fuori sacco', voci incontrollate a margine delle giunte comunali, questioni di opportunità etiche più che procedurali, in una sorta di isolamento politico? A chi risponde, Trifuoggi? Al senso dello Stato che viene da una lunga vita in magistratura, o a pressioni politiche di altro tipo e di altro livello? La sensazione è che Trifuoggi potrebbe lasciare soltanto se Pirozzolo dovesse tornare al suo posto, qualora il Gip respingesse la richiesta di sospensione, oppure se si dovesse arrivare ad una forzatura 'politica' per rinnovare i contratti dei precari. Ma non è questo il punto.

La domanda è un'altra: chi ha voluto Trifuoggi in Giunta? E' stata davvero, soltanto, una scelta di Cialente? In nessun'altra amministrazione italiana, probabilmente, c'è una figura così particolare come quella del vice sindaco del Comune dell'Aquila. Rispondere a questa domanda sarebbe già un primo passo.

C'è dell'altro, però. Trifuoggi non ha mai negato di pensare alla successione di Cialente e, giusto ribadirlo con chiarezza, al di là degli aspetti procedurali, su cui è doveroso sia intervenuto, sono emerse visioni politiche diverse da quelle del primo cittadino che stanno paralizzando l'azione dell'amministrazione. C'è chi pensa, persino, che alcune 'questioni' siano state sollevate ad arte, per mettere in difficoltà la Giunta. Per dire: sulla vicenda dei precari, la Cgil - per voce di Rita Innocenzi - ha lanciato un appello piuttosto chiaro e il destinatario è parso proprio Trifuoggi.

Non è un mistero, inoltre, che Trifuoggi si sia molto 'avvicinato' a Giorgio De Matteis - o almeno, così si dice - e chissà che non si stia costruendo un fronte politico centrista, considerato che i partiti di centrosinistra sembrano voler puntare su Giovanni Lolli e il centrodestra è spaccato, ancor di più a seguito della mossa dei quattro consiglieri comunali che hanno costituito il gruppo 'Noi con Salvini', scegliendo tra l'altro Alfonso Magliocco come responsabile cittadino ed escludendo, così, proprio De Matteis.

Voci, oppure realtà?

 

L'intervista a Trifuoggi di Matilde Albani

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Ottobre 2015 14:20

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