Un pasticcio da 9milioni di euro.
Un pasticcio che peserà sulle tasche dei cittadini e potrebbe assestare una ulteriore spallata alla traballante giunta Cialente.
Stamane, i consiglieri comunali del gruppo 'Noi con Salvini' hanno indetto una conferenza stampa per chiedere che la discussa delibera di transazione stragiudiziale con Banca Sistema, istruita per rientrare dal debito maturato con Enel a seguito del mancato pagamento delle utenze Case e Map, venga ritirata d'urgenza, in autotutela.
La delibera - la numero 261 del 10 luglio scorso - approvata all'unanimità dalla Giunta comunale, assenti il vice sindaco Nicola Trifuoggi e l'assessore al bilancio (!) Lelio De Santis, è aggrovigliata in una matassa di incongruenze che fanno tremare i polsi. Avevamo già segnalato alcune criticità che si nascondevano tra le righe della deliberazione [potete leggerle qui], ma quanto svelato stamane dai consiglieri d'opposizione va ben oltre il semplice pasticcio politico.
Innanzitutto, a differenza di quanto scritto nell'oggetto, la delibera non approva una proposta di transazione stragiudiziale, piuttosto la cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema. E poi: la delibera si basa sulla capacità di recupero dell'amministrazione dei mancati pagamenti degli assegnatari di Case e Map che dovrebbero assicurare la copertura delle rate mensili da versare a Banca Sistema. Capacità di recupero che non c'è, se è vero che - giusto qualche giorno fa - l'assessore Lelio De Santis ha chiarito come il Comune, in un mese, sia riuscito a recuperare soltanto 53mila euro a fronte dei 271mila euro necessari a coprire la rata con l'istituto bancario. Considerato che la prima rata, scadenza al 30 settembre scorso, è stata regolarmente pagata, è lecito chiedersi dove l'amministrazione abbia preso i soldi necessari al rispetto dell'incombenza. Si tratta di un debito fuori bilancio, che ricadrà su tutti i cittadini e non soltanto sui morosi, e c'è il rischio che il gioco vizioso si ripeta nei prossimi mesi, per le 31 rate mensili in scadenza.
Ma andiamo con ordine. E armatevi di pazienza, la vicenda è lunga e piuttosto spinosa.
Già nel 2013, Enel Energia e Banca Sistema predispongono la cessione del credito vantato da Enel nei confronti del Comune dell'Aquila con alcuni rogiti notarili. Primo problema: la cessione è avvenuta in violazione di legge. Infatti, il regio decreto 2440 del 1923, stabilisce che la cessione del credito - quando riguardi la Pubblica Amministrazione - può avvenire solo se avallata preventivamente dalla p.a, se si riferisca, come nel caso in oggetto, a "... rapporti di durata come l’appalto e la somministrazione (o fornitura)di servizi rispetto ai quali il legislatore ha ravvisato, in deroga al principio generale di cedibilità dei crediti anche senza il consenso del debitore, l’esigenza di garantire con questo mezzo la regolare esecuzione, evitando che durante la medesima possano venir meno le risorse finanziarie al soggetto obbligato e possa risultare compromessa la regolare prosecuzione del rapporto". Bene, non esiste alcun assenso del Comune dell'Aquila alla cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.
A denunciarlo, non sono i consiglieri di centrodestra. Si legge, invece, sul parere che il dirigente de Nardis fornisce al segretario generale del Comune dell'Aquila, Carlo Pirozzolo, sollecitato alla fine di settembre da una richiesta di chiarimenti istruita dal presidente della I Commissione consiliare, Giustino Masciocco. Eppure, a seguito dei rogiti notarili, Banca Sistema inizia a chiedere pressantemente, al Comune dell'Aquila, pagamenti che non sarebbe legittimata ad avere, se è vero che la cessione del credito è avvenuto contro legge.
Arriviamo al luglio 2015, due anni dopo. Come detto, la Giunta comunale fornisce il via libera alla delibera 261, approvando la proposta di transazione stragiudiziale. Se non fosse che Banca Sistema, appunto, non era legittimata a transare, non avendo titolo giuridico per chiedere soldi al Comune. Ed infatti, nel parere fornito da de Nardis a Pirozzolo, si legge chiaramente che la delibera non ha approvato una transazione stragiudiziale, piuttosto la cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.
"E dunque - si chiedono i consiglieri del gruppo 'Noi con Salvini': la giunta è stata tratta in inganno dal segretario generale, l'avvocato Pirozzolo, e dal dirigente preposto, e se così fosse chiediamo il loro immediato allontamento, oppure i dirigenti si sono 'piegati' ad una precisa volontà politica?".
Non è finita qui. Infatti, l'amministrazione comunale ha pagato alcune somme a Banca Sistema con due determine dirigenziali prima che la Giunta approvasse la delibera 261.
Tra l'altro, appare piuttosto oscuro il motivo per cui tutto sia stato perfezionato in due giorni, dall'8 al 10 luglio: proposta di transazione di Banca Sistema, pareri e delibera di Giunta. Infatti, la proposta dell'istituto bancario è datata 8 luglio, viene protocollata in entrata al Comune dell'Aquila l'indomani, il 9 luglio. Il giorno stesso arriva il parere favorevole di regolarità tecnica e, l'indomani, ecco il parere di regolarità contabile, con la delibera votata in Giunta proprio il 10 luglio.
Una vera e propria corsa contro il tempo, non c'è che dire.
Non è ancora finita. La delibera, infatti, pare proprio attestare dati e cifre non veritiere. La Giunta ha infatti approvato la proposta di transazione stragiudiziale emessa da Banca Sistema in data 8 luglio, due giorni prima, e acquisita al protocollo il 9 luglio. La proposta protocollata è allegata alla delibera, e chiarische come l'ente abbia riconosciuto, "e con l'accettazione della presente confermato", che gli importi iscritti sono integralmente dovuti.
Se non fosse che la proposta di transazione stragiudiziale di Banca Sistema sia stata riconosciuta 'non esatta' il 27 luglio, un paio di settimane dopo, con nota 066979, laddove il Comune dell'Aquila ha chiesto una rimodulazione del debito per pagamenti già effettuati e non contabilizzati, avvenuti prima dell'approvazione della delibera e pari a poco meno di 91mila e 500euro. Pagamenti, come detto, assolutamente non dovuti.
La cosa incredibile è che, tra l'altro, nel testo della deliberazione, il Comune dell'Aquila sottolinea come siano già stati pagati i 91mila e 500euro, con 5 determinazioni dirigenziali. Peccato che poi approvi la proposta di transazione dell'8 luglio che non tiene affatto in considerazione i 91mila e 500 euro. Un vero e proprio pasticcio.
C'è di più: a richiesta dei consiglieri del gruppo 'Noi con Salvini', è stata fornita copia dell'accettazione amministrativa della proposta di Banca Sistema: ebbene, a differenza della copia protocollata e allegata in delibera, riporta la firma del dirigente ma non la data. A questo punto, la domanda sorge quasi spontanea: il dirigente, che avrebbe dovuto accertare il credito che l'istituto vantava, quando ha firmato l'accettazione della proposta?
Come non bastasse, denunciano ancora i consiglieri comunali d'opposizione, "il credito vantato dalla banca - nei modi nei quali è stato richiesto - non è riscontrabile, quindi non certo. È il segretario generale del Comune che lo afferma con nota n. 95399 del 16/12/2013. Ma la dirigente sottoscrive che gli importi pretesi dalla banca sono integralmente dovuti, salvo poi smentirsi successivamente laddove si richiedono correzioni per importi non dovuti. Ci si chiede, pertanto, come possa un segretario comunale sostenere la irriscontrabilità dei conti e contestualmente portare in giunta una delibera nella quale si riconosce che gli importi sono integralmente dovuti".
L'ultimo 'capitolo' della vicenda si snoda intorno al parere di regolarità contabile formulato dal dirigente Giannangeli. Parere favorevole, si legge, "ferma restando in capo al Settore Ricostruzione Pubblica e Patrimonio, ogni azione utile ad assicurare l'integrale copertura degli oneri connessi ai pagamenti ivi previsti con gli introiti derivanti dalle relative utenze". E' previsto in delibera, nero su bianco. Se non fosse che il Comune dell'Aquila, dopo aver già pagato 500mila euro a Banca Sistema, e aver rateizzato il dovuto a 32 mesi, a 271mila e 183 euro al mese, già al pagamento della rata di settembre non è stato in grado di coprire il dovuto con quanto recuperato, 53mila euro, a dichiararlo l'assessore De Santis.
A domanda dei consiglieri del gruppo 'Noi con Salvini', gli uffici preposti hanno risposto che la rata è stata regolarmente versata e che il Comune dell'Aquila ha chiesto a Banca Sistema di detrarre i 91mila euro 'famosi' che aveva già versato. Semplice fare di conto: 271.183 meno 91mila e 459 già versati è uguale a 179mila e 724euro. Sottratti i poco più di 53mila euro recuperati, restano oltre 125mila euro che, evidentemente, sono stati coperti con altre voci di bilancio.
Si tratta di un vero e proprio debito fuori bilancio, come assolutamente prevedibile. Ed è altrettanto prevedibile che così sarà per le prossime 31 rate. Insomma, il debito contratto dai morosi del progetto Case e Map verrà pagato da tutti i cittadini.
Nel parere di Giannangeli, inoltre, si legge che il parere è favorevole "stante qualsiasi verifica in ordine alla integrale corrispondenza degli importi oggetto di fatturazione con i consumi riferibili alle utenze in questione". Come abbiamo visto, non è andata esattamente così. Infine, il dirigente sottolinea che il parere è favorevole stante la verifica della convenienza della transazione. E così si apre l'ultimo capitolo, appunto. Se è vero che il Comune dell'Aquila avrebbe potuto opporsi alla cessione del credito decisa da Enel Energia, e se vero che l'istituto bancario, per sua natura, avrà sicuramente 'acquistato' il credito vantato da Enel Energia ad un prezzo inferiore a quanto effettivamente richiesto al Comune, l'amministrazione avrebbe potuto bloccare la cessione del credito e transare direttamente con Enel, trattando la cifra e ottenendo un 'prezzo' inferiore, a beneficio delle casse comunali e, così, di tutti i cittadini aquilani.
In conclusione. Primo: l'oggetto riportato in delibera non è esatto. Non si tratta di una transazione stragiudiziale ma dell'accettazione di cessione del credito, da Enel a Banca Sistema. La giunta comunale è stata ingannata dai dirigenti? Oppure, i dirigenti hanno assecondato una incomprensibile volontà politica.
Secondo: Banca Sistema non aveva alcun titolo per trattare con il Comune dell'Aquila che mai ha avallato la cessione del credito, da Enel all'istituto bancario. Anzi, l'amministrazione avrebbe potuto opporsi e avrebbe potuto trattare direttamente con Enel.
Terzo: i dati e le cifre contenute in delibera non sono corrette. La Giunta ha approvato la proposta rimessa da Banca Sistema, riconoscendo che gli importi sono integralmente dovuti. Abbiamo visto che almeno per i 91mila e 500euro già versati, non è affatto così. Poi, che i soldi già versati prima della delibera - a che titolo? - siano stati stornati dalla prima rata fa poca differenza. Resta più di un dubbio sulla corretta accertazione del debito maturato, come detto.
Quarto: la delibera si basa su un presupposto 'irreale', la capacità del Comune dell'Aquila di rientrare, ogni mese, di 300mila euro, recuperando le somme dai morosi e coprendo, così, le 32 rate contratte con Banca Sistema. Non è così, l'assessore al bilancio - che non ha partecipato alla Giunta che ha approvato la delibera - lo ha denunciato chiaramente e c'è il rischio, dunque, di contrarre debiti fuori bilancio ad ogni rata, oltre che di vedere andare in default il Comune dell'Aquila.
Questa la denuncia dei consiglieri Luigi D'Eramo, Emanuele Imprudente, Daniele Ferella e del responsabile cittadino del gruppo 'Noi con Salvini', Alfonso Magliocco. Che hanno chiesto l'immediato allontamento dei dirigenti coinvolti in questa oscura vicenda e il ritiro in autotutela della delibera, lasciando intendere che informeranno le autorità giudiziarie, oltre la Corte dei Conti come già minacciato dal consigliere Giorgio De Matteis.
A pagare, intanto, saranno gli aquilani.