Sono parole dure quelle che l'associazione Libera contro le mafie rivolge in un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso oggi all'Aquila per la prima visita in Abruzzo da quando è capo dello Stato.
In una lettera, l'organizzazione nazionale, fondata da don Luigi Ciotti (nella foto), che si batte da sempre contro la criminalità organizzata, rivolge un appello a Mattarella, affinché si accendano i riflettori su quanto sta avvenendo nella ricostruzione post-sisma nel capoluogo abruzzese.
Il quadro dipinto è avvilente: allentamenti dei controlli antimafia, ricostruzione privata con cornice normativa carente, dilagare di corruzione e infiltrazioni, processi che si avviano verso la prescrizione. "Con le ordinanze in deroga, all'Aquila, si è trasformato in legale tutto quello che nel resto d'Italia è invece illegale", si legge nella lettera.
Oltre al livello nazionale, sulla ricostruzione interviene anche il referente abruzzese di Libera, Angelo Venti, che stamane al Fatto Quotidiano parla di "sistema L'Aquila" sottolineando come "la legalità è stata sospesa, mentre molti dei processi in corso si avviano inesorabilmente verso la prescrizione".
Mattarella sarà tutta la giornata nel capoluogo abruzzese, dove visiterà quel che rimane della Casa dello Studente, inaugurerà l'anno accademico dell'Università e la ristrutturata sede del tribunale, e farà visita alla piccola frazione di Onna [segui gli aggiornamenti di NewsTown]. (m. fo.)
Il testo completo della lettera di Libera contro le mafie
Libera in occasione della prossima visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel capoluogo abruzzese, invita ancora una volta ad accendere i riflettori su quanto è avvenuto e quanto sta avvenendo all'Aquila con la ricostruzione post sisma. Una ricostruzione che a quasi sette anni dal sisma prosegue a rilento, con ordinanze in deroga alle leggi ordinarie e i conseguenti allentamenti dei controlli antimafia, una ricostruzione privata con un quadro normativo carente, dilagare della corruzione e delle infiltrazioni, processi che si avviano verso la prescrizione.
Una denuncia che vuole rappresentare un atto d'amore e di rispetto per questa meravigliosa terra e per le tante persone che non ci sono più. Una denuncia seria e documentata per far emergere anche le cose positive che sono state fatte con la responsabilità di continuare a cercare le cose che non vanno. L'Abruzzo è una terra stupenda, forte e generosa, anche se con tante ferite ma con tutti gli anticorpi per poter reagire.
Già nel 2010 con un dossier documentato avevamo evidenziato come una legislazione emergenziale e le ordinanze in deroga alle leggi ordinarie avevano prodotto un generalizzato allentamento dei controlli spianando la strada a fenomeni corruttivi, a malaffare e penetrazione di ditte legate ad organizzazioni criminali come dimostrato successivamente anche dalle cronache giudiziarie. Allentamenti dei controlli che hanno consentito la lievitazione a dismisura dei prezzi e favorito la cattiva realizzazione dei lavori che, finora, hanno provocato l'evacuazione di decine di Map e centinaia di alloggi del Progetto Case.
Abbiamo denunciato come all'Aquila la ricostruzione privata – per cui la spesa prevista è di miliardi di euro – è fuori controllo. La scelta di trasformare il contributo dello Stato in indennizzo al proprietario come primo effetto ha impedito il ricorso a gare di appalto pubbliche, eliminando così anche i relativi controlli. All'Aquila è in funzione un meccanismo perverso - che coinvolge tecnici, proprietari, ditte e funzionari dello stato – finalizzato a mettere le mani sugli indennizzi dello Stato per la ricostruzione privata: l'effetto palpabile è che la corruzione si sta diffondendo alla radice di tutta la società, favorendo così anche la penetrazione e il radicamento della criminalità organizzata.
Con le ordinanze in deroga, all'Aquila, si è trasformato in legale tutto quello che nel resto d'Italia è invece illegale. Nel capoluogo abruzzese anche il terremoto rischia di andar in prescrizione, producendo sconforto, sfiducia e rassegnazione nella popolazione. Non è un caso che le difficoltà nel portare avanti tutti i processi per corruzione e criminalità legati a emergenza e ricostruzione hanno come denominatore comune proprio la legislazione emergenziale e gli allentamenti dei controlli consentiti dalle ordinanze in deroga: bagni chimici, puntellamenti, isolatori sismici, ricostruzione dei beni artistici e delle proprietà della chiesa, ricostruzione delle scuole della Provincia.
Infatti malgrado le denunce e l’impegno delle forze dell'ordine e della magistratura, a cui siamo riconoscenti quasi tutti i processi legati a emergenza e ricostruzione si avviano a grandi passi verso la prescrizione grazie agli effetti devastanti delle ordinanze in deroga alle leggi ordinarie.