Sta facendo il giro del web il testo della lettera che l'ex capitano dell'Aquila Rugby - attuale preparatore atletico del club neroverde - Maurizio Zaffiri ha scritto in solidarietà a Claudio Galimberti, uno dei capi storici della Curva Nord dell'Atalanta, conosciuto come il "Bocia".
Il tifoso della "Dea" bergamasca domani 4 febbraio sarà nuovamente nelle aule del tribunale: su di lui pende una pesante richiesta di sorveglianza speciale, data solitamente a chi è sotto inchiesta per mafia o spaccio internazionale, in relazione a un'informativa della questura del capoluogo lombardo, che lo descriverebbe come "persona socialmente pericolosa". Nella pratica, Galimberti rischia la privazione di importanti libertà personali: dal ritiro patente a quello del passaporto, fino alla costrizione nell'uscita di casa solo nell'orario di lavoro, e all'obbligo di permanenza nel comune di residenza.
Per questo Zaffiri, che oltre alla maglia dell'Aquila ha vestito anche quella dei campioni d'Italia del Calvisano da capitano, l'azzurro della nazionale ed è stato uno dei rugbisti più rappresentativi della palla ovale italiana negli anni Duemila, ha deciso di scrivere la lettera a uno dei personaggi più importanti di quella curva che da anni è presente sulle maglie dell'Aquila Rugby e che dopo il sisma del 2009 ha stretto una partnership solidale con il club della città stravolta dal terremoto, raccogliendo soldi per i colori neroverdi [guarda la videointervista in alto].
"Sempre in prima linea nella bella e nella cattiva sorte, forse paga lo scotto di metterci sempre la faccia, nelle proteste, certo, ma anche nella solidarietà", scrive Zaffiri nella lettera, attraverso la quale non riesce a tradire l'emozione.
In questi giorni sono molti gli attestati di stima e solidarietà nei confronti del Bocia. Nel pomeriggio, a tal proposito, Sostieni la Curva - pagina Facebook della curva nord dell'Atalanta - ha pubblicato anche la lettera del direttore marketing dell'Aquila Rugby Club Marco Molina, che fu uno dei protagonisti del gemellaggio tra la società neroverde e la curva neroazzurra. (m. fo.)
La lettera di Maurizio Zaffiri
La storia del "capo ultras" giudicato e condannato potrebbe essere una delle tante scontate notizie che ogni tanto si leggono sui giornali.
Ma non in questo caso.
Per me che vengo dal mondo del rugby il sostegno, in campo, è vitale per il raggiungimento di un risultato sportivo. Nella vita lo è ancor di più, ed è questo un passaggio fondamentale per capire meglio chi è per me il Bocia.
Sempre in prima linea nella bella e nella cattiva sorte, forse paga lo scotto di metterci sempre la FACCIA, nelle proteste, certo, ma anche nella solidarietà. Indiscutibilmente esempio di coerenza con le proprie idee, la sua FACCIA a porgere al presidente del mio club un assegno di sostegno all'attività subito dopo il sisma del 2009, la sua FACCIA ad esultare dopo la vittoria nella partita che ha segnato il nostro ritorno nella massima serie, la sua FACCIA a guidarci nella parte storica di Bergamo e per le vie della città, la sua FACCIA a rincuorarci dopo la retrocessione del 2012, la sua FACCIA è un altro contributo economico raccolta dai ragazzi della curva, qualche anno più tardi, quando l'attenzione generale, sulle nostre vicissitudini di aquilani si era presto dissolta e anche lo stato si era defilato.
Se è vero che giudicare significa esprimere un giudizio dopo un'attenta valutazione io terrei conto di tutto questo nel rispetto e nella consapevolezza di chi sempre e comunque resterà "a guardia di una fede".
In bocca al lupo amico mio.