Lunedì, 22 Agosto 2016 06:48

Da Fossa alla Serie A: Valentina Di Marco fa impazzire il Chieti femminile

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Non ci sarà solo il Pescara a rappresentare l'Abruzzo del calcio in Serie A. Non tutti sanno, infatti, che i rivali neroverdi del Chieti, seppur declinati al femminile, hanno ottenuto come i cugini delfini la promozione nella massima serie del calcio italiano.

Lo scorso maggio, infatti, le ragazze neroverdi hanno vinto il campionato di B, vincendo 1-0 sulla Roma di fronte ai duemila spettatori dell'Angelini di Chieti. Al novantesimo è iniziata la festa per l'undici allenato da Lello Di Camillo, per la prima storica promozione in A di una squadra di calcio femminile abruzzese.

Capitana di quella squadra, e confermatissima anche per la prossima stagione, è Valentina Di Marco. Esterno sinistro classe 1985, Di Marco è nata e cresciuta a Fossa (L'Aquila), borgo di poche centinaia di anime alle porte del capoluogo abruzzese. Al Chieti da tre stagioni, inizierà in autunno il suo primo campionato di A.

Di Marco è stata in questi anni in ottima compagnia "aquilana" al Chieti. Tra le neroverdi, infatti, ha militato nell'ultima stagione anche Anita Carrozzi. Centrocampista di ottimi piedi e qualità, coetanea della sua capitana, con l'esterno fossolano ha condiviso anche gli inizi al San Gregorio e l'esperienza al Cervia, realizzando 7 reti in Serie A nella stagione 2014-2015 e conquistando ben quattro promozioni nella massima serie, compresa l'ultima di maggio a Chieti. 

Valentina ed Anita: due vere "eccellenze" dello sport nell'area della media Valle dell'Aterno, e in generale per tutto il comprensorio aquilano, nello sport più popolare in Italia e nel mondo, che però ancora fatica a decollare declinato al femminile, penalizzato com'è dalla connotazione maschile che spesso se ne dà.

Valentina, come sei finita da Fossa alla Serie A?
Ho iniziato a giocare sin da quando ero piccola: in piazza, in mezzo alla strada, dove capitava. Da allora non mi sono più separata dal pallone. In squadra ho iniziato a 14 anni con il San Gregorio (frazione est del Comune dell'Aquila, ndr) e dopo due stagioni in Serie C, e tanti gol, siamo state promosse in B. Dopo aver terminato l'università e ho fatto la valigia per Cervia, in Romagna, dove ho giocato per quattro anni conquistando la Serie A, dove, però, per motivi personali non ho mai giocato. Sono poi passata al San Zaccaria, sempre in Romagna e in B, ed infine al Chieti, fino alla splendida promozione ottenuta in primavera.

Quali sono gli obiettivi del Chieti per la vostra prima stagione in A?
Il primo obiettivo è sicuramente quello della salvezza. La squadra è stata rafforzata con giocatrici di esperienza, che hanno già militato nella massima serie e che certamente apporteranno qualità ad un gruppo già solido. Probabilmente all'inizio faticheremo, soprattutto a causa dei ritmi di gioco più elevati rispetto alla serie cadetta, ma sono convinta che lavorando con serietà e costanza riusciremo ad avere qualche soddisfazione.

Qual è lo stato di salute del movimento del calcio femminile in Italia?
A mio avviso viviamo un momento sostanzialmente buono, ma ci sono ampi margini di miglioramento. Sicuramente bisogna fare di più, e per questo mi sembra che le istituzioni, la Lega e anche i media stiano lavorando all'unisono. Certo, bisogna recuperare un gap di 30 anni rispetto ad altri paesi europei - come Svezia, Germania ed Inghilterra - dove il calcio femminile è professionista. Sicuramente le olimpiadi danno maggiore visibilità a tutto il movimento, richiamando l'attenzione di persone che non si sono mai avvicinate al nostro mondo. Stiamo crescendo, ma dobbiamo farlo di più. 

Ultima modifica il Lunedì, 22 Agosto 2016 13:39

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