Sabato, 30 Settembre 2017 19:33

Rugby, L'Aquila non scende in campo: le lacrime degli atleti e il trionfo degli egoismi

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I giocatori dell'Aquila Rugby Club rompono collettivamente il silenzio. La squadra, che si è allenata fino a ieri in vista dell'esordio in Serie A che si sarebbe dovuto giocare domani al "Fattori", ha voluto incontrare sulle tribune dello stadio la stampa, per dare lettura di una lettera, successivamente diffusa anche attraverso i social network [qui integrale]. 

La questione è stata anticipata ieri sera sulle pagine di old.news-town.it: dopo l'accordo di mercoledì scorso sugli otto giovani atleti in prestito dalla Polisportiva L'Aquila (in cambio di circa 25mila euro), l'amministratore delegato Antonio Di Giandomenico ha riportato i nulla osta dei giocatori al Centi Colella, perché non ci sono soldi in cassa e non ci saranno neanche la prossima settimana, alla scadenza delle garanzie fornite alla Polisportiva.

Per questo non c'è un numero di giocatori sufficienti in distinta, e quindi salta la prima partita, e forse anche la stagione (chi non si presenta per tre gare viene escluso dal campionato). 

La squadra oggi ha sbottato: tra lacrime e sguardi d'incredibile amarezza un gruppo di giovanissimi (con un'età media inferiore ai 23 anni) ha letto ai giornalisti la lettera. Nel testo tutta la delusione e l'impotenza dell'unico desiderio espresso in questi mesi: scendere in campo. E poi la rabbia evidente nei confronti della società, della palla ovale aquilana, di una città, di una comunità che non sostiene il rugby da tanto, troppo tempo.

Non esiste ad ora un'unica colpa né un'univoca ricostruzione dei fatti accorsi negli ultimi giorni, quelli che hanno portato a un danno gravissimo per l'immagine di tutto il movimento rugbistico aquilano. Una cosa è certa: i responsabili sono diversi, e non sono solo gli attori attuali dell'Aquila Rugby Club o della Polisportiva. Ma si devono ricercare dentro e fuori il mondo del rugby.

Una rincorsa agli egoismi che ha prodotto una somma zero per tutti. Con prime vittime quei giovani ragazzi che vogliono addirittura rimanere all'Aquila perché studiano all'università, o perché hanno appena trovato un lavoro, una fidanzata o una comunità in cui - nonostante tutto - vivono bene.

"Siamo gli unici ad aver creduto nel progetto sostenuto da Mauro Zaffiri", hanno detto oggi. Come biasimarli: è innegabile pensare che se Zaffiri fosse stato ancora in vita tutto ciò forse sarebbe successo ugualmente, ma sicuramente non con queste modalità. Non con questa sorta di disumanizzazione che era caratteristica sconosciuta al presidente neroverde.

Tra mille problemi e lacune economiche, Zaffiri sapeva comunque umanamente coinvolgere le persone in una visione, che da individuale diventava così collettiva. Sapeva far innamorare delle sue parole, affascinare anche quando il momento era difficile, ed essere esplicito quando era il momento di dire le cose come stanno, con crudezza e senso della realtà.

Forse, è stata invece proprio la mancanza di chiarezza a far soffrire ed arrabbiare gli atleti dell'Aquila Rugby Club. Dopo che stamattina, al campo, avrebbero ricevuto ognuno il propria nulla osta. Un "rompete le righe" lacerante, per chi da oggi è consapevole di poter e dover giocare e vivere altrove.

E' presto per capire se ci potranno essere ancora margini di interlocuzione tra L'Aquila Rugby Club e Polisportiva, per riacciuffare in extremis una situazione disastrosa, entro qualche settimana. O se, come ad oggi sembra più probabile, si andrà inevitabilmente al fallimento. E con esso si arriverà alla segnatura dell'ennesima riga nera sul foglio bianco dell'egoistico mondo del rugby all'Aquila.

Il sindaco dell'Aquila Biondi: "Corsa a dare colpo di grazia a società e squadra"

"L'Aquila rugby club e la Polisportiva L'Aquila rugby si siedano attorno ad un tavolo e trovino una soluzione per fare in modo che il sodalizio noeroverde possa affrontare la stagione sportiva 2017/2018". E' l'appello del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, alla luce della straziante lettera dei giocatori del team aquilano, che domani non scenderà in campo.

"Lo sfogo e l'amarezza dei ragazzi dell'Aquila rugby club, che hanno visto il loro sogno di scendere in campo per difendere i colori neroverdi a un passo dalla meta, sono quelli di un'intera città che viene privata di una storia gloriosa e fatta di successi. Tutto ciò è inaccettabile, così come è inspiegabile la corsa di alcuni a dare il colpo di grazia a società e squadra, nonostante gli sforzi del compianto Mauro Zaffiri, di tecnici e giocatori", aggiunge il sindaco Biondi.

"In queste settimane ho ascoltato tante belle parole di facciata e visto pochi fatti – aggiunge il primo cittadino – Per questo ringrazio chi, come il comitato dei garanti e l'Ance, ha agito concretamente per arrivare a un estremo tentativo di soccorso del sodalizio".

"Spiace constatare che faide interne, dal sapore squisitamente politico e che nulla hanno a che vedere con lo sport, abbiano causato una simile situazione. È molto chiaro quale sia la parte politica che ha la responsabilità morale di un disastro che fino alla fine si è tentato di scongiurare. Il rugby ha rappresentato un terreno di caccia e scontro per interessi che nulla hanno a che vedere con la crescita del movimento e di generazioni di sportivi", sottolinea ancora Biondi.

"La radiazione dal campionato arriverebbe qualora la squadra non dovesse scendere in campo per tre partite consecutive – conclude – In linea teorica esistono ancora margini per poter intervenire. Chi finora ha dichiarato di agire per il bene della palla ovale e della città lo dimostri concretamente: il tempo delle chiacchiere è finito". 

Ultima modifica il Domenica, 01 Ottobre 2017 22:21

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