Mercoledì, 14 Novembre 2018 00:39

Trasferimento di 917mila euro ad Ama, spaccatura nel centrodestra: la maggioranza non vota la relazione delle opposizioni ma alcuni consiglieri criticano la Giunta

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Innanzitutto, la notizia: la Commissione ‘Garanzia e Controllo’, riunita ieri, ha dato il via libera ad una relazione di minoranza, votata dai soli consiglieri d’opposizione, che verrà trasmessa al Consiglio comunale e che mette in evidenza le presunte criticità nel trasferimento, deciso dalla Giunta, di circa 917mila euro ad Ama a copertura del mancato trasferimento da parte di Regione Abruzzo dei maggiori oneri di contribuzione connessi al rinnovo della contrattazione collettiva di settore per l’annualità 2016, di cui la società partecipata si ritiene creditrice; sarà poi decisione della presidente della Commissione, e dei singoli consiglieri commissari, se trasmettere la relazione quale esposto alle competenti autorità per ogni più opportuna valutazione di merito in ordine alla sussistenza di possibili responsabilità e, in particolare, alla Procura delle Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica, all'Autorità per la Regolazione dei Trasporti e All'autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

I consiglieri di maggioranza hanno votato contro la relazione.

Fin qui, la notizia. Oltre la relazione, però, oltre i lavori della Commissione ‘Garanzia e Controllo’, resta la difficilissima situazione di Ama su cui la Giunta comunale sta provando a mettere una pezza forzando le procedure, non risolvendo il problema strutturalmente, in attesa della difficile fusione con Tua e col rischio, concreto, che i libri finiscano in Tribunale, si dovesse andare avanti di questo passo. E resta, inoltre, una maggioranza di centrodestra spappolata, con una profonda spaccatura tra la Giunta, alcuni assessori, e i consiglieri comunali, che procede a tentoni, senza una strategia precisa, senza una visione. Col risultato che ogni settore fa storia a sé, operando entro un disegno spesso personalistico dell’assessore delegato, con la Giunta che finisce spesso per scavalcare il Consiglio anche su materie che sarebbero di stretta competenza dell’assise civica. Come accaduto per Ama, come accaduto per Asm, con l’acquisto di una quota del Cogesa.

Ad un anno e mezzo dall’insediamento, la maggioranza è al collasso, con i consiglieri di centrodestra che, oramai, parlano come fossero all’opposizione, criticando aspramente la Giunta. Accade di continuo, è accaduto di nuovo ieri col capogruppo di Forza Italia Roberto Jr Silveri che ha avuto parole durissime per l’esecutivo, incapace di dare risposte sul rilancio delle partecipate, il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio De Matteis che, di fatto, ha ribadito come si stia procedendo in continuità con l’amministrazione Cialente e il capogruppo dell’Udc Raffaele Daniele che, nel tentativo di riportare la discussione su questioni di merito, non ha potuto far altro che lanciare una sorta di appello ai consiglieri commissari, ad acquisire una maggiore forza di proposta innanzi alle difficoltà della Giunta.

Della vicenda di Ama ci siamo occupati diffusamente. In sostanza, con delibera di Giunta 396 del 12 ottobre scorso, l’amministrazione ha deciso di trasferire alla società partecipata 916.828,00 euro per ‘coprire’ il taglio operato da Regione Abruzzo per l'annualità 2016, a valle della sforbiciata decisa dai governi nazionali, del contributo connesso al rinnovo della contrattazione collettiva di settore; il mancato trasferimento è oggetto di contenzioso, con Ama che si ritiene creditrice e Regione Abruzzo che, al contrario, asserisce di non dovere nulla, ritenendo di aver ottemperato, ai sensi della normativa vigente, all'erogazione onnicomprensiva della contribuzione nei confronti del Comune dell'Aquila. Come detto, l’amministrazione ha deciso di sostituirsi alla Regione; tuttavia, il contenzioso è ancora pendente e non è detto che vengano riconosciute le ragioni di Ama. E d’altra parte, audita in Commissione qualche settimana fa - a precisa domanda della presidente Elisabetta Vicini – l’assessore delegato Carla Mannetti ha chiarito che, anche in caso di eventuale soccombenza in giudizio, le somme trasferite ad Ama rimarranno nelle casse della società partecipata.

Ora, si pongono diversi problemi; il primo: dato che il bilancio 2016 di Ama è già stato chiuso, in perdita ovviamente, su che capitolo verranno allocate le risorse trasferite dal Comune dell’Aquila, e a valere su quale annualità? Il secondo: le risorse sono state ‘tagliate’ anche sul 2017, si procederà con ulteriori trasferimenti o si attenderà il giudizio sul contenzioso relativo all’anno precedente? E di nuovo, dovesse andare male? Non solo. Per ciò che attiene il 2018 - di nuovo si registrerà una perdita pari al mancato trasferimento - l’assessore Mannetti ha spiegato che si sta lavorando ad una modifica del contratto di servizio così che il Comune dell’Aquila possa riconoscere un contributo maggiore alla società partecipata: la domanda è, si farà in tempo entro la fine dell’anno? La questione è cruciale: chiudere per il terzo anno di seguito il bilancio in perdita significherebbe lo stato di crisi per la società.

Ci sono altre criticità: la Commissione ‘Controllo e Garanzia’, e così la dirigente alla valorizzazione delle società partecipate Ilda Coluzzi, ritengono che la decisione sul trasferimento di somme ad Ama fosse di competenza del Consiglio comunale. Non sfugge, inoltre, che qualora il giudizio sul contenzioso a valere sulle somme non trasferite nel 2016 dovesse essere contrario alle ragioni dell’Ama, ci ritroveremmo dinanzi ad un trasferimento straordinario se non ad una anticipazione di liquidità da parte del Comune che, tuttavia, stando all’articolo 14 del decreto legislativo 175/2016 e ai vincoli imposti dal decreto legislativo 118/2011, potrebbero essere riconosciuti soltanto innanzi ad un piano di risanamento triennale della società. Mai istruito.

C’è il rischio concreto, insomma, di incappare in un intervento della Corte dei Conti. Per non dire del capitolo di spesa del bilancio del Comune dell’Aquila su cui è stato imputato il trasferimento, il 360/00 che regola le ‘spese per contenziosi e passività pregresse e altri debiti di competenza’: ebbene il Comune non è parte del giudizio e la spesa non rappresenta per l'ente né una passività pregressa né un debito.

Sono le problematiche messe nero su bianco nella relazione predisposta dalla presidente Vicini e votata dai consiglieri d’opposizione. Pur critici con la Giunta, alcuni consiglieri di maggioranza hanno dovuto ‘ingoiare’ il rospo votando contro: altrimenti, la spaccatura – nei fatti – avrebbe fatto deflagrare il centrodestra al governo della città. C’è da scommettere, però, che la discussione in Consiglio comunale sarà tesissima. E c’è Ama da salvare, soprattutto.

Sia chiaro, le responsabilità sono diffuse, e chiamano in causa anche la passata amministrazione di centrosinistra. Tuttavia, la giunta Biondi ha avuto un anno e mezzo di tempo per risanare la società partecipata e, come detto, non ha mosso un dito per ritrovarsi, a questo punto, con l’acqua alla gola. Il taglio dei trasferimenti risale al 2016 e, dunque, l’amministrazione attiva avrebbe potuto procedere subito sulla strada tracciata, e cioè con la revisione del contratto di servizio attraverso la rideterminazione dei costi standard, sebbene la via si presenti piuttosto stretta e si corra il rischio - dovesse rinvenirsi una nuova concessione in house - di incappare nel decreto legislativo 50/2017 che, all’articolo 27, stabilisce una riduzione pari al 15% del valore del corrispettivo del contratto di servizio non affidato secondo le procedure, vale a dire entro il 30 settembre 2017. Altrimenti, si sarebbe potuto istruire per tempo il risanamento strutturale, con un vero e proprio piano industriale triennale, così da giustificare i trasferimenti, mettere in ordine i conti e risolvere il problema dei mancati trasferimenti che, come detto, è stato soltanto rimandato. Non si è fatto nulla, invece. E di certo, la responsabilità non può essere imputata ora all’amministratore uscente Agostino Del Re: se l’amministrazione attiva avesse ravvisato una cattiva gestione, se l’amministratore unico non avesse voluto dare seguito alle indicazioni dell’esecutivo, ebbene si sarebbe dovuto procedere subito con la revoca dell’incarico, affidando la società ad un manager di fiducia. Ed invece, per far quadrare i 'conti' tra le forze di maggioranza, si è atteso il 2 di ottobre per la nomina di Gianmarco Berardi, a 14 mesi dall’insediamento.

Una inerzia che non si può giustificare in alcun modo. E che potrebbe avere conseguenze pesantissime per il destino di Ama, per i servizi garantiti ai cittadini e per il futuro dei lavoratori della partecipata.

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Novembre 2018 14:55

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