Domenica, 16 Dicembre 2018 21:02

Complesso sportivo Santa Barbara, mobilitazione per la riapertura

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Il ripristino della funzionalità e la riapertura dell’impianto sportivo di Santa Barbara devono essere priorità dell’amministrazione comunale dell’Aquila, con l’obiettivo di garantire il mantenimento dell’occupazione nella struttura e favorire la socialità e la pratica sportiva sul nostro territorio.

Per queste ragioni, la Cgil ha convocato per domani, lunedì 17 dicembre, dalle 14:30 alle 17 davanti all’ingresso della piscina, una manifestazione alla quale, insieme al sindacato e ai lavoratori, hanno dato la loro adesione anche le società sportive che per tanti anni hanno utilizzato l’impianto.

"Va difeso ovviamente il lavoro di chi, tra tante difficoltà, ha comunque garantito la continuità delle attività nel complesso sportivo, e tuttavia per la città è anche il momento di riappropriarsi di un bene comune che da anni rappresenta un luogo di socializzazione e di interesse collettivo", ha sottolineato il sindacato. "Ricordiamo che i lavoratori sono senza stipendio dallo scorso agosto, e che senza una soluzione in tempi stretti si rischia il licenziamento di tutti i dipendenti: 18 a tempo indeterminato (di cui 6 diversamente abili) e 14 collaboratori sportivi. Al Comune chiediamo di aprire un tavolo di programmazione e coordinamento delle attività al fine di verificare gli interventi necessari alla riapertura, un tavolo di confronto che permetta ai vari portatori di interesse di verificare le potenzialità del complesso sportivo di Santa Barbara".

Le adesioni

Il Circolo di Sinistra Italiana L'Aquila aderisce al presidio organizzato dalla CGIL lunedì 17 dicembre dinanzi il complesso sportivo Verdeaqua, a sostegno dei lavoratori e di tutte le associazioni che svolgevano la loro attività all'interno dello stesso. "L'Amministrazione Comunale si era impegnata a rilevare la gestione degli impianti, in attesa dell'assegnazione definitiva tramite bando, ma ancora una volta le promesse non sono state mantenute, occupati come sono in guerre fratricide, con l'unico obiettivo di accaparrarsi un posto al sole nelle prossime consultazioni regionali. Si sono dimenticati di questi nostri concittadini che tra mille difficoltà hanno cercato di dare speranza a tutta la collettività in cerca di luoghi di aggregazione, merce molto rara dalle nostri parti", l'affondo del segretario cittadino Pierluigi Iannarelli. "Stessa sorte, ricordiamo, è toccata al calcio e al rugby, i nostri governanti navigano senza una meta, anzi non sono proprio salpati, per la paura di affondare. L'immobilismo la fa da padrone e a rimetterci, come nel caso di Verdeaqua sono le lavoratrici e i lavoratori, sempre i più deboli, che a differenza di questi mestieranti non potranno trascorre un sereno Natale".

Anche il Partito della Rifondazione Comunista dichiara il proprio appoggio alla manifestazione, "auspicando una celere risoluzione dei problemi, rispetto ai quali l'Amministrazione Comunale si è finora dimostrata totalmente incapace; il PRC parteciperà convintamente al presidio. Verdeaqua ha rappresentato e rappresenta un punto fondamentale di aggregazione per la città già tanto provata dal sisma del 2009 e un'occupazione per tutte/i le lavoratrici e i lavoratori che attualmente sono in attesa di risposte e di conoscere il loro destino".

Associazione Atlantide: "Garantire la riapertura"

Alla mobilitazione aderiranno varie associazioni che svolgevano la propria attività all'interno del complesso sportivo di Verdeaqua. Tra queste c'è anche la scuola sommozzatori Atlantide, che, in una nota, esprime "la propria posizione di fermezza circa l’attuale grave situazione che vede protagonista il complesso sportivo di Santa Barbara. Dopo due lunghi mesi di chiusura dell’intera struttura, lo stato delle cose è rimasto invariato".

"Tralasciando le criticità dovute alla mancata retribuzione dei dipendenti, che di fatto sono senza stipendio dal mese di agosto 2018" si legge ancora "tralasciando il disagio arrecato ai circa 4000 utenti che abitualmente usufruivano del complesso sportivo e tralasciando le conseguenze tecniche legate al fermo degli impianti, vogliamo come associazione sportiva sottolineare le nostre difficoltà".

"Tutti i disagi sopra elencati sono strettamente collegati alle attività dell’associazione Atlantide scuola sommozzatori che oltre ad organizzare corsi per lo svolgimento della subacquea organizza anche corsi di nuoto propedeutici e di supporto a questo sport. Come è ovvio queste attività necessitano dell’utilizzo costante di una piscina ma purtroppo ad oggi, data la chiusura del complesso di Santa Barbara, Atlantide scuola sommozzatori si trova nella totale impossibilità a svolgere tutte le sue attività in quanto, anche considerando l’ipotesi di utilizzare altri impianti presenti in città, ciò è reso impraticabile dalla loro saturazione conseguente proprio alla chiusura di “Verdeaqua”".

"A questo punto non è più possibile procrastinare alcuna decisione, motivo per cui l’associazione Atlantide scuola sommozzatori richiede con urgenza l’apertura di un tavolo tecnico da parte del Comune dell’Aquila volto a delineare le linee guida per la riapertura imminente del complesso sportivo di Santa Barbara".

"Eventuali ritardi dovranno comunque garantire ad Atlantide scuola sommozzatori la disponibilità per l’utilizzo sistematico degli impianti esistenti in città affinché possa riprendere i corsi per l’attività subacquea e di nuoto".

"La riapertura del complesso sportivo di Santa Barbara deve essere una priorità dell’amministrazione comunale che deve garantire la ripresa delle attività e del lavoro dei dipendenti, per tale ragione appoggiamo e ci associamo alla mobilitazione che si terrà Lunedì 17 Dicembre dinanzi il complesso sportivo di Santa Barbara, condividendo sin da ora le varie necessità di chi come la nostra organizzazione ha un interesse a difendere il lavoro, i servizi ed i luoghi destinati a rendere maggiormente vivibile e fruibile la nostra città dopo il terremoto".

La nota della 99 Sport L'Aquila

Anche la società 99 sport aderirà alla manifestazione di lunedì.

"Togliere ai nostri ragazzi lo spazio per nuotare" si legge in una nota "è come dire a L'Aquila non puoi più volare! Non si può permettere che i nostri 300  bimbi, piccoli atleti e atleti che fino a due mesi fa si incontravano per stare insieme e fare sport, oggi debbano disperdersi interrompendo quei rapporti associativi, di sana crescita e di amicizia costruiti nel tempo!".

"Non possiamo permetterci che vivano di nuovo il senso di confusione, disagio e  frattura di "un secondo terremoto"! Li proteggeremo con tutti noi stessi!!! Per questo motivo la nostra associazione sportiva, Lunedi 17 dicembre, sosterrà l’iniziativa della Cgil e rappresenterà il mondo dell’associazionismo sportivo a supporto dei lavoratori, collaboratori sportivi e tutti gli atleti agonisti e preagonisti che praticavano le attività nel centro sportivo S.Barbara fino all’11 ottobre 2018".

"Sono più di due mesi che il centro sportivo di Santa Barbara risulta chiuso, creando un totale disagio per le Associazioni, per i lavoratori dipendenti e collaboratori sportivi, per le famiglie che vedono in quel centro un punto di aggregazione per i propri ragazzi. La situazione è ormai insostenibile e ormai tutti si chiedono: per quanto ancora lo sport, in questa situazione di completo degrado, potrà continuare a dare lustro alla nostra città?

E per quanto ancora i nostri ragazzi riusciranno a sopportare di viaggiare nelle piscine dell’intera provincia o di allenarsi in orari impossibili? E' con amaro dispiacere che constatiamo che è l'amministrazione stessa che costringe i nostri ragazzi a spostarsi altrove per cercare realtà che li possano sostenere nella costruzione di un futuro sportivo, ma anche e soprattutto sociale. Sono i ragazzi il futuro della nostra città ferita; perché l'amministrazione comunale non li protegge, non valorizza il loro talento, non rafforza il loro attaccamento alla città sostenendo i loro sogni? Perché lo sport nella nostra città non ha diritti?".

"Sono più di due mesi che girovaghiamo per tutte le piscine della provincia e svolgiamo allenamenti in orari e piscine non idonee a quella che è l'attività agonistica dei nostri atleti, tutto questo non è più possibile  e per questo chiediamo a gran voce l’imminente riapertura del centro sportivo Verdeaqua e fin quando questo non sarà possibile è fondamentale che l'Amministrazione comunale in via straordinaria ci assegni spazi acqua provvisori in altri impianti comunali , idonei all'attività agonistica  e preagonistica e a prezzi sostenibili dalle associazioni".

"Il nostro intento è quello di lottare per salvaguardare i diritti dello sport cittadino, convinti che lo stesso è un tesoro di valori umani, che la squadra non è rappresentata soltanto da chi partecipa alle gare; è anche l’intero movimento sportivo, atleti, genitori, tecnici e dirigenti che passano il testimone dei valori dello sport tra persone, generazioni e scuole di atleti".

La lettera di un'atleta: "Sarà il mio primo Natale senza nuoto"

Pubblichiamo qui di seguito la lettera speditaci da un'atleta che praticava la propria attività agonistica nella piscina di Verdeaqua, che ha chiesto di rimanere anonima.

Giorno 71.

Sono passati più di due mesi dalla chiusura dell'impianto sportivo Verdeaqua.

Oggi centinaia di utenti, di famiglie, di dipendenti, di società sportive ancora non hanno ricevuto chiarimenti riguardo la cessazione delle attività.

Gli ultimi aggiornamenti sulla situazione della struttura risalgono al 10 ottobre; il comunicato recita: "Si è resa necessaria la chiusura dell'impianto causa evaporazione cloro in seguito a reazione chimica negli ambienti della vasca di compenso della piscina grande".

In data 11 ottobre arriva il comunicato di reiezione del ricorso per il riconoscimento della titolarità della gestione del centro sportivo di S Barbara, presentato dalla gestione temporanea.

Quest'ultima, affidata alla sig.ra Sandra Giordani, non ha mai reso pubblica la propria volontà di ritirarsi qualora avesse perso il ricorso, continuando a garantire abbonamenti mensili, semestrali e addirittura annuali alle diverse discipline praticabili nelle strutture dell'impianto e coordinate dalla società sportiva Verdeaqua Smile; abbonamenti che per precauzione e tutela degli utenti non avrebbe dovuto rilasciare.

Il 12 ottobre sulla pagina Facebook "Verdeaqua" ora rinominata "Dipendenti Verdeaqua" viene pubblicato il messaggio d'addio al progetto di Sandra Giordani e il ringraziamento al suo staff.

Nonostante gli ostinati tentativi di mettersi in contatto con chi ha gestito iscrizioni e
abbonamenti fino al 10 ottobre, gli ormai ex utenti di Verdeaqua Smile e delle strutture messe a disposizione dalla gestione dell'impianto non sono riusciti ad avere indietro i propri soldi, dichiarando di sentirsi vittime di una truffa.

Come per curiosa coincidenza, rispettivamente uno e due giorni dopo la reiezione del ricorso e i danni tecnici rilevati nella piscina del centro sportivo, la gestione provvisoria decide di uscire di scena e con essa i soldi delle centinaia di abbonati che attendono ancora il rimborso.

Con l'avvento del nuovo anno le domande che la gente si pone sono molteplici.

Perché la gestione temporanea non è rimasta fino al nuovo bando di gara? Perché è stata data così tanta libertà a questa gestione ottenendo solo la chiusura di uno degli impianti sportivi più importanti della città e atti fraudolenti ai danni degli utenti?

Perché in questo momento focale la struttura è stata letteralmente abbandonata? E ancora perché il comune non ha tutelato l'impianto e le società che ad esso si appoggiano, così da garantire continuità di servizio e una sospensione atta alla riparazione dell'impianto e niente più?

Oggi, 13 dicembre, il centro sportivo risulta chiuso, danneggiato e non gestito.

Più di quaranta dipendenti sono a casa senza stipendio, più di trecento utenti sono in attesa di risarcimenti, risposte e differenti sistemazioni; d'altro canto c'è la speranza di riapertura che si fa largo tra i molti.

Un'altra realtà è rappresentata dalle società sportive agonistiche che Verdeaqua ospitava.
Per una squadra costituita da più di cinquanta atleti e rispettive famiglie è dura trovare una nuova sistemazione in una città che offre ben poche, rispettabili alternative.

Il comune in questo frangente sembra adottare la politica del "me ne lavo le mani".

D'altronde perché garantire futuro ad un impianto sportivo danneggiato e indebitato che dava sostegno soltanto a due delle società agonistiche più influenti del panorama sportivo, provinciale e non solo, nell'ultimo decennio?.

Ho nuotato a Verdeaqua per più di quindici anni e faccio parte di una squadra agonistica che sfortunatamente non ha trovato spazi idonei e sufficienti per portare avanti un progetto sportivo ed educativo.

In questi mesi sono successe cose che non avrei mai pensato potessero accadere.

Ho sentito parlare di nobili valori e progetti che condurranno alla crescita della nostra città, ma ho visto solo gente sfruttare questa situazione a scapito di altre persone.

Ho visto delle privazioni, delle quotidianità distrutte, dei sogni di piccoli atleti frantumarsi.

Ho visto ragazzi medagliati a livello europeo costretti ad allenarsi in piscine da sedici metri, atleti con brillanti prospettive abbandonare il nuoto e dedicarsi ad un altro sport, famiglie disposte a guidare per più di cento chilometri al giorno per dare la possibilità ai propri figli di nuotare per un'ora in una vera piscina; ed io che pensavo che il vero sacrificio lo avessero fatto i miei quando la piscina l'avevo sotto casa.

Ho visto padri e madri svegliarsi alle cinque di mattina e andare a letto a mezzanotte perché ai loro piccoli sportivi è negato l'ingresso nella piscina comunale cittadina in orari più convenienti, in modo da conciliare lo sport con le attività scolastiche e lavorative.

Ho visto la piscina in cui sono nata e cresciuta, in cui ho vinto medaglie e digerito sconfitte, dove ho consumato la mia infanzia e adolescenza, dove sono diventata adulta, nel bene e nel male, dove ho imparato molto e molto ho ancora da apprendere e migliorare.

Quelle corsie in cui ho trovato amici e avversari, in cui ho conosciuto la mia seconda famiglia, le ho viste diventare spettri, risucchiarsi l'acqua e con essa tutta la vitalità che aveva quel posto, le ho viste divenire fatiscenti come lo è diventato l'impianto, un altro caso di negligenza e incapacità umana.

Questa non è una lettera d'odio. E' un appello di speranza a sostenere una causa che non appartiene a nessuno ma che può essere di tutti.

In questo Natale, il mio primo Natale senza nuoto, il più aspro, chiedo protesta, solidarietà e contributo da parte di tutti affinché il mio più grande desiderio possa diventare il regalo migliore per i piccoli atleti aquilani.

Così che anche loro, come me, possano tra qualche anno avere l'occasione e il privilegio di commuoversi pensando e scrivendo del proprio sport. Esorto il comune e i "poteri forti" a mobilitarsi per la nostra causa, in previsione della futura riapertura di Verdeaqua.

Ultima modifica il Lunedì, 17 Dicembre 2018 11:03

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