Venerdì, 02 Maggio 2014 16:08

Rugby senza frontiere, nella U16 del Cus sette ragazzi albanesi

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Ne avevamo già parlato durante lo scorso autunno: è stata una stagione particolare per il Cus L'Aquila Rugby, a causa della presenza di diversi ragazzi albanesi, ospitati all'interno di due comunità aquilane, che si sono cimentati con la palla ovale grazie a una fortunata intuizione dell'allenatore Elio Tazzi. Il progetto si chiama "Rugby senza frontiere".

E' terminato da qualche giorno il campionato regionale abruzzese di rugby Under16. La squadra giovanile del Cus è stata composta quest’anno da ragazzi aquilani provenienti dal settore giovanile del Cus e da un nutrito gruppo di ragazzi albanesi, ospitati presso la Comunità Futuraquila di Tempera e di San Sisto, entrando a far parte del progetto culturale, sportivo ed educativo della società.

"Il gruppo, internazionale e multiculturale, ha trovato nello sport un momento di sana aggregazione, integrazione e confronto - dichiara Fabio Zenodocchio, responsabile dell'area rugby del Cus - Lo sport non è, purtroppo, accessibile a tutti. L’impegno sociale del Cus L’Aquila è quello di dare a tutti la possibilità di praticare la disciplina del rugby, a dispetto della condizione economica e sociale e dalla provenienza. L’esempio dei ragazzi provenienti dalla comunità è emblematico: dirigenti, giocatori seniores e allenatori si sono attivati per garantire ai ragazzi l’abbigliamento adeguato, le certificazioni mediche e tutto il necessario per poter giocare a rugby con noi".

Ognuno ha fatto la sua parte, a cominciare da Francesco Bizzarri, presidente del Cus L’Aquila, che ha garantito la copertura assicurativa ai ragazzi: "Il CUS L’Aquila è, come sempre, vicino ai ragazzi che vivono situazioni di disagio e, nonostante le difficoltà di ripristino dell’impianto in seguito all’emergenza del post-sisma, continua a far parlare i fatti".

Un grande aiuto è stato fornito da Terenzio de Benedictis, patron del Tornimparte Rugby, che ha regalato ai ragazzi materiale sportivo recuperato da Erjon Hohaj (nazionale albanese e giocatore del Cus) dalla sede terremotata della società rugbistica in via Dante Alighieri.

Come dicevamo, la collaborazione tra il Cus L'Aquila e la Comunità Futuraquila è stata possibile grazie all’intuizione di Elio Tazzi, allenatore della U16: "La storica predisposizione e l'attenzione al sociale del Cus e la mia esperienza personale nell'attivismo cittadino – dichiara Tazzi – ha fatto sì che divenisse naturale la collaborazione con le case famiglia della nostra città, che sono state ben liete di accogliere il nostro progetto sportivo ed educativo".

Il rugby, sport fondato sul sostegno, ha reso il processo di integrazione più rapido ed efficace: "Tra i ragazzi non c'è stato nessun problema di integrazione – prosegue Tazzi – e devo dire che neanche la lingua è stata un impedimento. La cooperazione che è imprescindibile nel nostro sport ha reso tutto molto più semplice"

la stagione è terminata con un crescendo di risultati positivi, a dimostrazione del fatto che si può fare sport sociale senza rinunciare alla qualità della proposta tecnica.

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