Ier, per l'Aquila Rugby, è stato il giorno della festa. A piazza Duomo la società e i giocatori hanno celebrato, insieme ai tifosi, la vittoria nel campionato di serie A - ottenuta sabato scorso nella finale giocata contro il Piacenza - e la promozione in Eccellenza.
L'euforia per il ritorno della squadra aquilana nella massima serie del rugby italiano rischia però di essere messa in ombra dalle incognite che ne funestano il futuro. I problemi sono quelli di sempre, dovuti principalmente alla situazione economico-finanziaria (il pagamento degli stipendi è fermo da dicembre) e alla difficoltà nel reperire sponsor di peso, malgrado il recente ingresso tra i sostenitori di un partner importante come la Dompè (il cui finanziamento, com'è ovvio, non basterà, da solo, a garantire stabilità).
La squadra ha lanciato, su giornali e social network, un sos attraverso l'hashtag #savel'aquilarugby, un appello subito diffusosi in modo virale, condiviso anche da giocatori di altri club, in primis il capitano della nazionale Sergio Parisse.
Ci sono pochi giorni per evitare il fallimento. Entro i primi di luglio bisognerà aver completato tutte le procedure per l'iscrizione della società al prossimo campionato. Luigi Fabiani, direttore generale del club, nonostante tutto mostra ottimismo: "L'Aquila Rugby si è sempre salvata e lo farà anche questa volta".
Fabiani, ci ritroviamo a vivere ancora una volta un copione tristemente noto, quello degli appelli accorati per il salvataggio dell'Aquila Rugby.
Sono convinto che l'Aquila Rugby soppravviverà. Sono anni che ci sono problemi economici, risolti, come si dice, sempre a stracci e bocconi, ma alla fine la società si è sempre iscritta e confido che i presupposti per andare avanti ci siano anche quest'anno. La vittoria di sabato scorso ci ha riportato sulla ribalta nazionale, i ragazzi sono stati bravissimi anche perché hanno affrontato diffocoltà, non solo economiche, abbastanza gravose. Il prossimo sarà un campionato sicuramente più impegnativo dal punto di vista economico e per questo bisogna anzitutto chiamare a raccolta i soci presenti, per vedere se hanno intenzione di affrontare questo sforzo; poi c'è da trovare nuovi sponsor e valutare se possano esserci ulteriori, nuove soluzioni.
A proposito di sponsor, il sindaco, a caldo, subito dopo la vittoria, ha detto che ne era stato trovato uno molto importante, che andava ad aggiungersi al famoso fondo etico dell'Ance. C'è poi il contributo erogato dalla Fir. Sono certamente buoni punti di partenza ma non basteranno per stare tranquilli. Di cosa ha bisogno la società per poter affrontare il prossimo campionato a livelli competitivi?
Per affrontare una stagione in Eccellenza bisogna avere almeno una fetta di sponsorizzazioni che coprano almeno il 60% del budget. L'altro 40% si può raccimolare con le sponsorizzazioni medio piccole, quelle da 5/10 mila euro che quest'anno ci hanno consentito di andare avanti. Servono però almeno un paio di main sponsor importanti e su questo stiamo lavorando grazie anche all'interessamento delle istituzioni. Sono fiducioso, credo a breve avremo qualche buon riscontro. Oltre ai main sponsor, servirebbero altre due/tre sponsorizzazioni medio-grandi. Con queste risorse e con il contributo della Fir potremo affrontare il campionato con la certezza di avere coperte il 60% delle spese, cosa che ci consentirebbe di lavorare più tranquillamente per trovare il residuo.
I tempi però sono molto stretti.
E' vero, il tempo è tiranno perché nel giro di 30 giorni al massimo deve essere tutto completato per poter iscrivere la società al nuovo campionato. Ma sono fiducioso e ottimista. Dobbiamo chiudere tutto in tempi stretti anche per poter dare garanzie ai giocatori dell'attuale rosa, che ci sono stati molto vicini e che credo vogliano rimanere. Noi vorremmo tenerli tutti e dar loro la certezza che non dovranno affrontare un altro anno periglioso come quello appena finito.
Gli appelli a salvare la società, per quanto nobili e condivisibili, cozzano però con un fatto: l'Aquila Rugby è una srl, una società privata. Non è un mistero il fatto che lei da anni sostenga il modello dell'azionariato popolare, diffuso, che mira ad una partecipazione attiva ed ampia dei tifosi alla vita societaria. Una partecipazione al momento preclusa. Crede che si potrà arrivare a realizzare un progetto del genere?
Credo di sì. Quando c'era la Polisposrtiva, la squadra era davvero patrimonio di tutta la città. Ma nel momento in cui si sceglie la strada di una società a responsabilità limitata, il codice civile prevede che possano mettere bocca nelle decisioni solo i soci, i detentori delle quote. Non si possono fare appelli alla città e poi gestire tutto in un modo ristretto. Io credo che debba esserci un nuovo soggetto o un allargamento di quello attuale alla città attraverso, appunto, la forma dell'azionariato diffuso. Anche perché abbiamo amici che ci vogliono bene in tutta Italia. Faccio un esempio: la sera della finale siamo stati ospiti di Totò Perugini. Anche se attualmente impegnato con le Zebre, Totò è aquilano nell'animo. Sono convinto che lui o altri parteciperebbero volentieri a un'operazione di questo tipo, dandoci un supporto che non è solo economico ma soprattutto sociale.
Parliamo di campagna acquisti. Di quanti innesti avrebbe bisogno la rosa?
Anzitutto va detto che i nostri ragazzi sono molto giovani, 25 di loro sono nati dopo il 1990, e questo è un presupposto ottimo per poter costruire qualcosa. Per affrontare un campionato di Eccellenza, però, alcuni ruoli devono essere rinforzati. Non per mancanze da parte nostra, perché comunque abbiamo terminato il campionato imbattuti, ma perché il campionato di Eccellenza è di livello superiore. Non metto bocca nelle scelte tecniche, le affido a Mauro Zaffiri, Nanni Raineri e Ulisse Gamboa, ma sicuramente avremo bisogno di alcuni innesti. Gli ottimisti dicono 4/5 persone, i pessmisti una decina, il numero è quello. Quest'anno abbiamo avuto 33 giocatori e li abbiamo utilizzati tutti. In un campionato di Eccellenza avere una rosa di 40 giocatori non sarebbe male.
Siete intenzionati a confermare anche lo staff tecnico?
Ci incontreremo nei prossimi giorni. Sono convinto che l'esperienza vissuta quest'anno sia stata molto importante per tutti. Nanni Raineri è venuto in Italia dopo 3 anni in Sudafrica e ha centrato la vittoria al primo colpo. I giocatori che abbiamo si ritrovano sul palconscenico più importante grazie ai loro meriti ma anche grazie al fatto che questo gruppo è stato solido fin dall'inizio. A gennaio abbiamo avuto il timore che molti potessero approfittare dell'apertura del mercatp per andare via. Ma la bravura di Nanni, Ulisse, Mauro e del capitano Maurizio Zaffiri è stata quella di aver mantenuto il gruppo unito. Io credo che anche lo staff meriti la riconferma. Non bisogna disperdere quanto si è fatto.
Il prossimo anno dovrebbe finire la cogestione dello stadio Fattori con il calcio, il che lo renderà a tutti gli effetti lo stadio del rugby. Inoltre sarà completato, se il cronoprogramma dei lavori annunciato dal Comune sarà rispettato, il nuovo campo di Piazza d'Armi. Le possibilità di costruire un progetto sportivo a lungo termine si fondano anzitutto sulla disponibilità di impianti.
Quest'anno, in virtù del rifacimento del prato di Centi Colella, della coabitazione al Fattori con l'Aquila Calcio e della manacnza di Piazza d'Armi, c'è stato un concentramento perenne sul campo di Paganica. E' chiaro che più strutture danno maggiori possibilità e maggiori risorse. Abbiamo apprezzato molto l'ipotesi formulata dall'amministrazione comunale di affidarci, in condivisione con altri, il nuovo campo di Piazza d'Armi. Così non solo alleggeriremo l'uso di altri impianti ma la società acquisirà un patrimonio su cui poter fare affidamento in futuro, a cominciare ad esempio dalla pubblicità. Voglio far presente che in tutta Italia non c'è uno stadio del rugby in centro città. Il "nuovo" Fattori - con i servizi annessi che ci sono e che vorremmo far nascere, la club house e altre strutture - sarà sicuramente molto attrattivo. Così come Piazza d'Armi, che, anche per effetto della riconfigurazione della città determinata dal terremoto, è diventato il campo più centrale che c'è, nel quale sarà più facile per i genitori accompagnare i propri figli a fare allenamento.