Proprio alla fine succede tutto, come nel migliore degli psicodrammi. Un calcio da mischia che doveva porre fine ad una pressione pericolosa, un intercetto, una meta in mezzo ai pali, trasformata, si ribatte, trasformata di nuovo, finisce la partita, 21 a 15 e L'Aquila, al primo spareggio per la salvezza della sua storia, saluta l'Eccellenza. Un risultato che ci sta, vista la stagione, che fa male, vista questa partita. Uno stadio, il Cherloni di Prato, che parlava aquilano, tinto del neroverde nostrano e del nerazzurro bergamasco, pochissimi i tifosi crociati che solo alla fine, dopo lo scacco matto, si sono fatti padroni del campo.
Una partita bella tutto sommato, iniziata con i calci come unici punti, segno della altissima tensione. Subito in vantaggio Parma, con Paolucci che pareggia al 25esimo del primo tempo. Poi di nuovo Parma ed in chiusura di primo tempo meta non trasformata neroverde che ci porta sull’ 8 a 6. I nostri con un grande coraggio spezzano le difese crociate, che subiscono e molto: dieci minuti e L’Aquila segna un'altra meta, capolavoro di Robinson e Falsaperla. Paolucci trasforma e sembra davvero fatta.
Metà della ripresa, dopo una punizione per i Crociati che riporta il tabellone sul 15 a 9 per i neroverdi, una meta che alcuni giurano non esserci stata, con la palla schiacciata dal 12 crociato En Naour al di qua della linea. L'Aquila in 14 per l'ammonizione di Zaffiri si sacrifica per fermare il gioco e per dieci minuti cerca di contenere la furia emiliana. Il finale lo conoscete. Diventa una festa per i Crociati, la giovanissima compagine che si salva all’ultimo istante e resta nel super 10: un inferno per i neroverdi, che rivivono il dolore di una retrocessione sul campo.
Peccato, ci abbiamo creduto in tanti, sarebbe stata una vittoria di tutta la città. Il silenzio del viaggio di ritorno è quasi surreale. Soltanto qualche maligno fa notare come sugli spalti mancassero Presidente e dirigenti, oltre al Sindaco, Presidente onorario della squadra. Non è il giorno delle polemiche, ci sarà tempo per chiarire i motivi di una retrocessione impensabile ad inizio stagione: ora è il momento del silenzio e della riflessione. Almeno, dovrebbe esserlo per tutto il mondo nero verde.
La fotogallery di Pietro Rossi