Nel momento più duro della crisi stagioale, ieri il Presidente Corrado Chiodi ha portato insieme al tecnico Mister Nunzio Zavettieri tutti i ragazzi della rosa nel centro storico ancora in gran parte disastrato dal terremoto del 6 aprile 2009.
Arrivati a Piazza Duomo Chiodi - che nella vita non fa il politico ma ha un impresa edile impegnata nella ricostruzione - ha tenuto un vero e proprio discorso ai giocatori in media poco più che ventenni.
"Con questa passeggiata oggi non abbiamo perso tempo oggi" ha iniziato il Presidentissimo rossoblù, "se io sto facendo qualcosa per L'Aquila calcio è perché dentro di me c'è voglia di ridare alla città qualcosa che non abbiamo più".
"Con L'Aquila calcio - ha poi incalzato Chiodi - vogliamo restituire alla città la volgia di lottare. Ogni volta che scendete in campo è come una rivalsa al terremoto che ci ha tolto la cosa più bella che avevamo"
Poi l'appello da Prediente: "Vi invito a riprendere in mano la situazione perché siamo la squadra più forte del campionato. Ritroviamo la serenità, lavoriamo tutti insieme. Io no mi staccherò più da voi, qualsiasi problema c'è sappiate che io sono presente. Ognuno di noi sa che abbiamo sbalgiato qualcosa, non c'è neanche bisogno di dirlo, dobbiamo solo dare nuova vita all'Aquila calcio".
Il numero uno rossoblù fa anche un passo indietro, nell'auspicio di tornare a farne tanti altri insieme avanti: "Lasciamo perdere la serie B, dobbiamo essere noi stessi e questo ci riporterà i riusltati, la voglia di vincere, l'umiltà e tutto quello che serve per affrontare un campionato che sta diventando poco dignitoso. Se la colpa è la mia io mi prendo tutte le responsabilità, come sono sicuro fa anche il mister. Se è colpa vostra fatele anche voi queste considerazioni e sappiate che ditro a tutto questo, c'è quello che avete visto oggi.
"Autateci - conclude Chiodi - è una preghiera".
A fine discorso l'applauso della squadra appare naturale. Stavolta è quello di tutti gli aquilani.