Ebbene, per chi non lo sapesse, si tratta semplicemente di studenti che studiano per un anno in un’università estera grazie a uno dei migliori e più acclamati progetti finanziati dall’Unione Europea, che ha lo scopo di creare un sentimento di cittadinanza europea che in molti tendiamo ad ignorare.
Partire non per fuggire dal proprio paese, ma per conoscere, viaggiare, condividere. Vivere con coetanei di nazionalità e culture differenti, imparando ad accettarle, è una delle esperienze che tutti dovrebbero fare. Fortunatamente grazie al nostro Ateneo gli studenti hanno la possibilità di partecipare a questo progetto, ma soprattutto tutti noi abbiamo la possibilità di ospitare nella nostra città studenti da ogni parte del mondo, dalla Colombia al Giappone, passando per Spagna, Croazia, Serbia e chi più ne ha più ne metta.
Tutti ragazzi che studiano e vivono la città come facciamo noi, forse con occhi diversi, ma pur sempre con gli stessi problemi. Già è complicato spostarsi con mezzi pubblici o trovare un alloggio, immaginate quanto possa esserlo per una ragazza proveniente da Tokio! Ma problemi a parte, quello che si viene a creare, se lo si vuole cogliere, è un clima internazionale e interculturale interessante, uno scambio di culture e tradizioni, di lingue e modi di vivere che non possono che apportare visibilità e cooperazione per la nostra Università, nonché un po’ di novità in una città ormai piatta, se non fosse per le associazioni locali che hanno assunto l’arduo compito di tenere vive le nostre giornate.
In questo specifico campo, molto fa l’associazione Aquilasmus, che da ben 7 anni si occupa di organizzare eventi a tutto tondo, come conferenze, eventi sportivi, culturali e serali in giro per la città, al fine di aiutare gli studenti erasmus ad adattarsi ed integrasi attraverso le svariate iniziative. Potrà dunque capitarvi di incontrare e conoscere questi studenti, tra le aule di Coppito, o i locali del centro o in alternativa potete decidere di partecipare agli eventi di Aquilasmus. Se quindi volete sfuggire dalla monotonia cittadina o vedere nuove facce, l’alternativa c’è. E chi sa, magari potrete proprio decidere di partire voi stessi per qualche meta e provare sulla vostra pelle un’esperienza così.
di Marco Pasqua