Sabato, 22 Luglio 2017 21:43

Shabeer, dal Pakistan a L'Aquila un talento da 110 e lode: "Vorrei rimanere qui"

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Ha già in tasca un'offerta di lavoro dalla Toshiba. Il Giappone lo aspetta. Ma prima di staccare un biglietto aereo per il Sol Levante, vorrebbe provare a rimanere a L'Aquila e tentare il concorso per il dottorato.

Shabeer Ahmad, dal Pakistan - è nato in una piccola città non molto distante dalla capitale Islamabad - 26 anni ad agosto, è uno dei primi studenti stranieri iscritti all'Università dell'Aquila ad essersi laureato con 110 e lode, al termine di un brillante percorso di studi concluso con la media del 29.2. Un valore altissimo per un ragazzo che vive in Italia solo da sette anni e che ha scelto una specializzazione non certo alla portata di tutti.

Shabeer ha infatti conseguito la laurea specialistica in ingegneria automatica - dopo un titolo triennale in ingegneria elettonica ottenuto sempre all'Aquila - con una tesi sui protocolli di rete che si utilizzano nei sistemi di automazione industriale.

NewsTown lo ha incontrato alla vigilia della sua discussione.

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Prima di venire all'Aquila abitavi a Torino e frequentavi il Politecnico. Cosa ti ha spinto a scegliere L'Aquila, una città che solo un anno prima aveva vissuto un terribile terremoto?

Il fatto che L'Aquila sia una città univesitaria e che il suo ateneo, specie per quanto riguarda il mio corso di studi, è uno dei migliori a livello nazionale e intenazionale.

Come ti sei trovato qui?

Mi piace stare all'Aquila, ho tanti bei ricordi che conservo con me e che porterò ovunque andrò. Vivo senza rimpianti, tutte le scelte fatte in passato le rifarei, a iniziare dall'iscrizione alla alla laurea specialistica, nel settembre 2014. Ho apprezzato moltissimo anche il fatto che, nonostante le difficoltà e i danni che ci sono stati dopo il terremoto, la città e l'università non abbiano perso il coraggio e siano riuscite a garantire tutti i servizi agli studenti.

Oltre a studiare, in questi anni hai lavorato: collabori con l'Arci come interprete per il progetto Sprar.

Sì, con l'Arci faccio l'interprete di pashtu, urdu, indiano e bengalese, per aiutare i ragazzi che vengono qui a chiedere asilo.

In questo momento il parlamento italiano sta discutendo la legge sullo ius soli. Secondo te è giusto dare la cittadinanza agli stranieri che da anni vivono e lavorano nel nostro Paese?

Secondo me se una persona non è pericolosa per lo Stato, paga le tasse, manda i bambini a scuola ed è integrata nella cultura italiana, è obbligatorio darle la cittadinanza.

Qual è l'argomento della tua tesi?

Il titolo della tesi è "Diversi protocolli di rete che si utilizzano nei sistemi di automazione industriale" e ho iniziato a lavorarci l'anno scorso in Giappone, alla Mitsubishi. Abbiamo raccolto tutti i tipi di protocollo che si usano per la comunicazione tra robot e tra altri dispositivi automatici. In particolare, abbiamo analizzato il CC-Link che si usa in Mitsubishi, che è uno dei migliori protocolli al mondo.

Sei uno dei primissimi studenti stranieri iscritti all'Università dell'Aquila a laurearsi con 110 e lode. Quando hai iniziato sapevi che sarebbe andata a finire così?

Quando mi sono iscritto alla specialistica avevo  come obiettivo quello di laurearmi con la lode.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Per prima cosa, voglio cercarmi un lavoro e fare il concorso per il dottorato. Se non mi prenderanno, tornerò in Giappone, dove ho già un'offerta di lavoro dalla Toshiba.

Ti piacerebbe rimanere a L'Aquila?

Sì, per tanti motivi.

C'è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare?

I professori e i docenti dell'Università dell'Aquila, specialmente quelli del mio corso di laurea: Costanzo Manes, Pierdomenico Pepe e il mio relatore, Fabio Graziosi, che mi ha sostenuto e supportato per tutta la mia carriera universitaria. A loro auguro ogni bene.

Ultima modifica il Domenica, 23 Luglio 2017 13:36

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