Pochi giorni fa il Tar del Lazio ha accolto il ricorso contro l'introduzione del numero chiuso nella facoltà di studi umanistici dell'Università Statale di Milano.
Secondo il tribunale amministrativo, l'assenza di un numero sufficiente di docenti (motivazione addotta dall'ateneo milanese per giustificare il ricorso all'accesso programmato) non rientra tra le cause previste dalla legge n. 264 del 1999 per introdurre il numero chiuso e le facoltà umanistiche non sono tra quelle elencate nella stessa legge che possono avere gli accessi regolamentati. Sono queste in sostanza le motivazioni del Tar del Lazio, che ha quindi deciso di accogliere il ricorso presentato dall'Unione degli Universitari sospendendo "l'efficacia dei provvedimenti impugnati".
In conseguenza di tale sentenza, l'Udu L'Aquila chiede che l'università del capoluogo sospenda i test d'ammissione locali già programmati e garantisca il libero accesso alla frequentazione dei corsi a tutti gli studenti.
La nota integrale dell'Udu
"Il pronunciamento del Tar del Lazio sul numero chiuso locale ai corsi di studio umanistici dell'Università Statale di Milano, a seguito di ricorso dell'Udu Milano presentato dall'avvocato Michele Bonetti, segna un punto importantissimo a favore dell'accesso allo studio: il decreto AVA, che definisce il rapporto numerico docenti/studenti, non è vincolante per l'inserimento di barriere all'accesso. Pertanto, i test d'ammissione ai suddetti corsi -ordina il Tar- debbono essere sospesi".
"Dentro l'Ateneo aquilano l'Udu L'Aquila ha sempre portato una linea di contrarietà circa le limitazioni all'accesso allo studio, ottenendo per ben due volte ragione anche in sede di giustizia amministrativa. Nonostante ciò la governance d'Ateneo ha mantenuto la sua linea, confermando negli anni successivi i numeri chiusi locali a Psicologia (sia triennale che magistrale), Biotecnologie, Biologia e Scienze Motorie basandosi sugli stessi criteri di sostenibilità adottati a Milano (decreto AVA), è spacciando gli stessi in più e più occasioni come "assolutamente vincolanti". Ma, alla luce della sentenza "milanese", appare chiaro che questi criteri non sono vincolanti e che questo sistema di accesso non è legale!".
"Negli anni passati il numero di studenti che hanno sostenuto il test nei diversi corsi di laurea era addirittura nettamente inferiore al contingente stabilito dal bando! Una beffa che si sta verificando anche quest'anno!".
"Fino a quando dovremo convivere con questi paradossi? Fino a quando continueremo ad ascoltare bugie e ad attuare un sistema illegale?".
"Nei prossimi giorni convocheremo una conferenza stampa con il nostro avvocato Michele Bonetti per poter meglio comprendere le motivazioni della sentenza del Tar, e per avere un quadro sul futuro dei numeri programmati del nostro Ateneo. Nel frattempo, vista l'imminenza delle prove a cui verranno sottoposti gli studenti, chiediamo all'Ateneo di farsi finalmente carico di una scelta ponderata e sospendere tutti i test di ingresso previsti per i corsi ad accesso programmato locale".