Venerdì, 14 Febbraio 2014 19:23

Violenza sulle donne, torna “One billion rising”: si balla per chiedere giustizia.

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Di Barbara Barbieri - Anche quest’anno, nel giorno di S. Valentino, milioni di persone hanno ballato nelle piazze di tutto il mondo - sulle note di “Break the chain” - per fermare la violenza sulle donne. Dopo l'exploit del 2013, è tornata infatti la campagna di mobilitazione internazionale “One billion rising”, ideata dalla drammaturga, scrittrice e attivista femminista Eve Ensler.

La causa che il “One billion rising” porta avanti da tempo è fondata sulla giustizia. Il messaggio è semplice: “Una donna su tre, nel mondo, sarà violentata o abusata nella sua vita. Fa un miliardo di donne. Chiedi giustizia”.

Moltissimi sono i Paesi che hanno sposato l’evento: dal Bangladesh agli USA, dalla Palestina al Regno Unito. L’anno scorso le nazioni aderenti erano state più di 200, partecipazione che aveva consacrato il “One billion rising” come l’azione collettiva più grande mai fatta al mondo.

Cortei, flashmob e sit-in sono stati organizzati anche in Italia: a Napoli i partecipanti si sono ritrovati in piazza del Plebiscito; a Bologna in piazza Maggiore; a Roma in più luoghi, compresa la piazza antistante il Palazzaccio; a Milano in piazza Duomo.

Unica eccezione Torino, dove, nel tardo pomeriggio, c'è stata un'occupazione simbolica di un centro socio-assistenziale comunale organizzata dal “Movimento arte creatività”.

Non sono stati solo i capoluoghi e le grandi città, però, a rispondere all'appello; anche i comuni più piccoli, come Calcata, nel , cittadina con meno di mille abitanti che ospita una piccola comunità di artisti, hanno aderito all'iniziativa.

L'artefice di questa giornata di mobilitazione è l’attivista femminista americana Eve Ensler: 60 anni, drammaturga e sceneggiatrice, la Ensler è nota per i Monologhi della Vagina, opera pubblicata nel 1996, tradotta in 35 lingue e messa in scena in diversi teatri europei e americani.

Il credo che ha spinto la Ensler a condurre la più grande campagna contro la violenza sulle donne mai portata avanti nel mondo affonda le radici nella sua storia personale, che l'ha vista vittima di abusi e violenze subite da parte del padre. Abusi dei quali la scrittrice tratta nella sua biografia, ancora non tradotta in italiano, “In the body of the world”.

L’invito che la Ensler rivolge a tutte le donne del mondo, vittime di soprusi da parte di padri o mariti, è di rompere il silenzio, uscire dall’isolamento e dalla paura. Di chiedere giustizia e pretenderla. Ballando.

Lo slogan della Ensler è “Rise, release, dance”, ovvero: “Alzati, liberati e danza”.



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