Si è conclusa con un lungo abbraccio, commosso, accompagnato dagli applausi dell’Aula Magna ‘Alessandro Clementi’ del Dipartimento di Scienze Umane, strapiena, il passaggio di consegne tra la rettrice uscente Paola Inverardi, giunta a fine mandato, e il successore Edoardo Alesse che, da domani, sarà il nuovo rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Una cerimonia culminata, simbolicamente, con Inverardi che ha consegnato ad Alesse ‘i sigilli dell’Università’, un passaggio che, d’ora in avanti, segnerà il cambio di guida in Ateneo: “non sempre è accaduto che il rettore entrante fosse in continuità con l’uscente, anzi; la consegna dei sigilli, però, rappresenterà l’occasione per stringersi la mano testimoniando, così, la continuità istituzionale”.
Sei anni fa, all’atto d’insediamento della rettrice uscente, il clima in seno all’Ateneo era assai diverso, con l’Università ‘spaccata in due’: uno dei risultati che va ascritto a Paola Inverardi è di aver ricompattato l’ambiente, e l’elezione di Alesse al primo turno sta a dimostrarlo, così come la straordinaria vitalità dimostrata dall’Ateneo in occasione della Notte dei Ricercatori, evento che caratterizza, oramai, la città dell’Aquila, partecipatissimo dai cittadini – venerdì scorso in centro storico sono transitate 30mila persone nel corso della giornata – e che racconta di come l’Università, in questi sei anni, si sia davvero aperta alla città incidendo in profondità nel tessuto vivo della comunità. Altro risultato da ascrivere alla governance uscente che si è trovata a guidare l’Ateneo negli anni, difficilissimi, della ricostruzione materiale e immateriale dell’Aquila.
“Pensiamo di essere l’Università del territorio”, sono state le ultime parole, incerte per la commozione, pronunciate da Inverardi prima dell’abbraccio con Alesse. Ed è proprio così: la città semplicemente non è senza il suo Ateneo.
“Rappresentare questa comunità – ha sottolineato la rettrice uscente – è stata la cosa più gratificante della mia vita. In questi sei anni, segnati dalla peggiore crisi economica mai affrontata, è profondamente cambiato il contesto nel quale si muovono le Università; per noi, il cambiamento è stato doppio, avendo dovuto ripensare il ruolo dell’Ateneo dentro un contesto territorio che doveva ripensarsi. Ed il cambiamento, si sa, è sempre traumatico: sono felice di aver potuto mettere la faccia su una parte importante del nostro cambiamento”.
Inverardi ha voluto ringraziare “le moltissime persone che mi sono state accanto in questi anni, la governance dell’Università”: un ringraziamento speciale è stato dedicato all’amministrazione centrale dell’Ateneo, “che è stata la mia casa”, e al direttore generale, Pietro Di Benedetto: “se non avesse condiviso la visione, la voglia, l’entusiasmo, la passione che ci abbiamo messo, molte delle cose che abbiamo fatto non si sarebbero potute realizzare. Coinvolgere le diverse funzioni su una visione condivisa è essenziale”, ha aggiunto la rettrice uscente; “oggi, posso dire con orgoglio che siamo una comunità forte, in tutte le sue articolazioni. E per questo, vi ringrazio”.
“Non so se siete qui stamane, così numerosi, per curiosità o perché ci volete bene”, si è chiesto con una battuta il rettore Edoardo Alesse; “mi piace credere, però, e me ne convinco guardandovi, che sia perché davvero ci volete bene. Sono alla vigilia di un percorso che durerà sei anni, che sarà estremamente composito e articolato: sarà un onore e un privilegio guidare l’Ateneo così rilevante, fatto di 7 dipartimenti, di altrettanti centri interdipartimentali, con un migliaio di lavoratori e una comunità di circa 20mila studenti, con una 70ina di corsi di laurea, di cui 12 internazionalizzati, con un giardino botanico, un polo museale, rilevanti proprietà materiali diffuse in città e raggruppate su 3 poli; una responsabilità difficile da affrontare da solo: per questo, già domani completerò l’azione di selezione dei miei collaboratori: ci sarà un prorettore vicario, una squadra che cercherà di fare bene, e non dico meglio perché Paola ha fatto davvero molto bene in questi anni. Cercherò di implementare l’offerta formativa – ha proseguito Alesse – di migliorare la ricerca, il mondo dal quale provengo, promuovendo la terza missione, la valorizzazione cioè dei risultati della ricerca e dedicandomi a quella che definisco la quarta missione, rendere l’Università coscienza critica della società, capace di disegnare traiettorie di sviluppo eco-sostenibile. Lo faremo con la comunità cittadina: l’Ateneo lavorerà con la città, in tutte le sue rappresentazioni; come abbiamo fatto venerdì scorso, con Street Science, pervaderemo la città rendendole un servizio indispensabile”.
Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili e militari, rappresentanti del mondo sindacale e imprenditoriale; tra gli altri, erano in sala il rettore del GSSI Edoardo Coccia, l’ex presidente vicario di Regione Abruzzo Giovanni Lolli, l’assessore regionale Guido Quintino Liris, l’ex vice presidente del Csm e consigliere regionale Giovanni Legnini, il consigliere regionale e comunale Americo Di Benedetto, l’assessore comunale Fabrizia Aquilio e i parlamentari eletti in Abruzzo Stefania Pezzopane e Gaetano Quagliariello.
L’evento ha offerto l’occasione, tra l’altro, per presentare il Rapporto di sostenibilità 2014/2019, un documento che include il rendiconto di quanto l’Ateneo è riuscito a fare in attuazione delle sue linee strategiche e che, al tempo stesso, illustra il contributo offerto per il progresso sociale del territorio, nella prospettiva degli obiettivi di sviluppo sostenibile che la comunità internazionale si è data nell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il documento è stato illustrato dal professor Lelio Iapadre. “I 17 obiettivi dell’agenda 2030 rappresentano una sfida non soltanto per le Istituzioni ma per le organizzazioni sociali e imprenditoriali e, così, per le Università”, ha sottolineato Iapadre.
Si ragiona da anni sulla così detta ‘terza missione’, o ‘quarta missione’ come l’ha definita Alesse, e cioè del contributo che gli atenei possono dare allo sviluppo sostenibile; “si è partiti da un modello di stampo imprenditoriale, si è passati, poi, alla così detta ‘tripla etica’: università, imprese, istituzioni. Oggi, si offre una lettura più civica, identitaria delle Università, che dovrebbero operare, appunto, per la costruzione dell’identità dei luoghi di riferimento. Una sfida ancor più importante in una città come L’Aquila, colpita dal terremoto del 2009”.
Sfogliando il Rapporto si evince come l’Università, in effetti, abbia saputo, in questi sei anni, incidere sul territorio, “seppure in una fase particolarmente negativa per gli Atenei, in generale, a causa di precise scelte politiche che hanno portato a tagli della spesa pubblica, invecchiamento del personale, difficoltà a reclutare docenti, in una epoca in cui, d’altra parte, sono state introdotte valutazioni quantitative dei risultati della didattica e della ricerca per capire se le Università sono effettivamente utili ai territori di riferimento oppure no. E se è vero che alcuni aspetti non sono misurabili, è vero anche che altri lo sono, eccome, ed è questo che abbiamo provato a fare con il documento che state leggendo”, ha chiarito Iapadre.
Chiare le sfide che l’Ateneo dell’Aquila si è trovato ad affrontare: la ricostruzione della città e del comprensorio, i terremoti che si sono succeduti nel 2016 e nel 2017, la difficile ripresa economica che, l’anno scorso, in Italia si è, di fatto, fermata, la fine dell’accordo di programma col Governo che ha permesso all’Università, negli anni dell’emergenza, di godere di speciali misure protettive. Altrettando chiare le domande a cui si è provato a dare risposta: come attrarre docenti e studenti? Come coniugare la ricostruzione fisica con lo sviluppo economico e il progresso sociale? Come contribuire a contrastare l’ondata di rigetto delle politiche di integrazione internazionali, “che è pericolosissima – ha sottolineato tra gli applausi Iapadre – dannosa dal punto di vista economico e sociale e sbagliata dal punto di vista morale”.
Le opportunità non sono mancate: il 4% dei fondi per la ricostruzione che si è deciso di destinare allo sviluppo economico, il rapporto Ocse per l’Abruzzo, evidentemente, da cui è discesa la strategia per L’Aquila basata sull’idea di città della conoscenza, di città intelligente, creativa, aperta e inclusiva. E’ partendo da qui che sono state definite le linee strategiche dell’Ateneo per il sestennio: si è immaginata una Università che fosse un laboratorio sociale aperto, un laboratorio di creatività, agente attivo di sviluppo locale ma con una concezione globalistica, capace di mettere le proprie competenze a servizio della comunità, capace di intraprendere con un respiro internazionale.
“Insieme al GSSI, il nostro nuovo compagno di strada, altra straordinaria opportunità che è stata data al territorio – ha inteso chiarire Iapadre – abbiamo fatto dei grandi passi avanti, in questo senso, sebbene ci sia ancora molto da fare”.
A leggere il rapporto, si comprende fino in fondo il lavoro fatto dall’Ateneo per cogliere gli obiettivi prefissati. Lo ribadiamo, in particolare ‘sulla’ città: è vero, il processo di compenetrazione identitaria è stato talvolta ostacolato da incomprensioni reciproche di varia origine – e nel rapporto è scritto chiaramente – ma mai come oggi si tocca con mano la sua intensità, il suo grande potenziale emersi, con particolare evidenza, in occasione delle iniziative culturali che l’Ateneo ha saputo organizzare in questi anni; Street Science, certo, così come i Mercoledì della Cultura, Pint of Science, i Tandem Linguistici e via dicendo.
Sulla offerta formativa, sulla ricerca, sulle azioni messe in campo per rafforzare l’organico – e finalmente c’è una leva di giovani ricercatori reclutati o che stanno per essere reclutati -, sulla capacità dell’Università di attrarre studenti, ricercatori e professori dall’estero e di far viaggiare i suoi studenti, sul contributo offerto alla Regione per le politiche di sviluppo, sui tantissimi progetti di ricerca applicata di cui si è fatto protagonista l’Ateneo sul territorio, sul lavoro per la parità di genere, per l’apertura e l’inclusione, sulle politiche messe in campo per la lotta contro il cambiamento climatico, l’energia pulita e accessibile, torneremo con un approfondimento puntuale del report diffuso stamane.
Oggi, è il caso di sottolineare, piuttosto, di come il programma strategico dell’Ateneo abbia avuto la lungimiranza di basarsi sul riconoscimento della sua funzione identitaria rispetto al sistema urbano; di come si siano moltiplicate le iniziative volte a rafforzare i rapporti tra l’Università e la città, al fine di orientare le attività dell’Ateneo verso il progresso culturale, economico e sociale del suo sistema urbano e di diffondere nella comunità locale il senso di appartenenza ad una città universitaria aperta all’integrazione internazionale.
Di questo, innanzitutto, L’Aquila e il suo territorio dovrebbero ringraziare Paola Inverardi, oltre le legittime valutazioni sul suo operato da rettrice; resta il fatto che l’Università, in questi anni, è stata motore straordinario di ricostruzione sociale, culturale ed economica del territorio, giocando un ruolo fondamentale per la rinascita identitaria e la definizione delle traiettorie di sviluppo da perseguire in futuro.
Non solo.
Inverardi ha avuto il merito, e la capacità, di capire che L’Aquila è oggi, che la fase di transizione che stiamo vivendo sarà lunga e segna, qui ed ora, la nostra quotidianità, e di questo dovremmo occuparci, volgendo lo sguardo al futuro ma lavorando per rendere la città vivibile e sostenibile oggi. Lo sforzo di portare l’Ateneo fuori dallo stato d’emergenza, la volontà di tornare alla normalità, per quanto possibile, sta dentro questa logica. E col senno di poi, credo che possiamo riconoscere sia stata una scelta assolutamente giusta.
Gli auguri del sindaco Biondi al nuovo rettore Alesse
"Buon lavoro al nuovo rettore dell'Università degli studi dell'Aquila, Edoardo Alesse. Sono certo che la proficua collaborazione attivata con il Comune dell'Aquila proseguirà anche con la nuova governance dell'ateneo, attesa da importanti e stimolanti sfide che incideranno non solo sul destino dell'istituzione federiciana, ma anche sull'intero territorio. Penso, solo per citarne alcune, a quella di una sempre maggiore tensione alla internazionalizzazione del nostro sistema di ricerca e formazione, alla prosecuzione del percorso verso l'integrazione tra università e sanità o all'attuazione dell'accordo per la istituzione del collegio di merito, finalizzato alla creazione di una rete ricettiva per studenti meritevoli".
È quanto dichiara il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.
"Ringrazio la rettrice uscente, Paola Inverardi, con la quale in questi due anni e mezzo ho avuto la possibilità di lavorare e confrontarmi, attivando una significativa sinergia e avviando una nuova stagione nelle relazioni istituzionali tra Comune e Università", conclude il primo cittadino.
Gli auguri del presidente del consiglio comunale dell'Aquila Roberto Tinari
"Esprimo le mie congratulazioni e i più sentiti auguri di buon lavoro al nuovo rettore dell'Università degli Studi dell'Aquila, il professor Edoardo Alesse, ordinario di Patologia generale. Nel lavoro che lo attende, alla guida dell'Ateneo, troverà nella Presidenza del Consiglio comunale un interlocutore disponibile con il quale consolidare rapporti di partenariato e collaborazione. L'Università è un importante punto di riferimento culturale per la nostra città, presidio di cultura, ricerca e formazione . Sono sicuro che il professor Alesse riuscirà ad interpretare al meglio le istanze provenienti dal territorio continuando l'ottimo lavoro di promozione e crescita della realtà universitaria svolto dalla Rettrice uscente, la professoressa Paola Inverardi".
Ad affermarlo è il presidente del consiglio comunale dell'Aquila Roberto Tinari.