Giovedì, 02 Maggio 2013 19:24

L'Università per il territorio: le diverse strategie di Luongo e Inverardi

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Continua la dialettica elettorale fra Inverardi e Luongo, gli unici due candidati alla poltrona del Rettore che hanno accettato da subito di confrontarsi pubblicamente, sottoponendosi all’opinione del mondo accademico dell’Univaq. Hanno ufficializzato le proprie candidature, esponendo apertamente i propri programmi. Il terzo incontro si è tenuto martedi presso la sede del Dipartimento di Scienze Umane.

Al centro del dibattito le sorti dell’Ateneo. In balia della forte crisi nazionale, acuita dalla condizione di particolare disagio politico, istituzionale e sociale del territorio aquilano, l’Università degli studi dell’Aquila deve scegliere in che direzione muoversi: puntare sui corsi di base stringendo la maglia dei rapporti territoriali, quindi regionali, o investire nella formazione specialistica, attraverso la rete delle collaborazioni internazionali?

Il “modello misto” - potenziamento dei corsi base unito a dottorati e ricerca di qualità- su cui si basava l’Univaq, non è più sostenibile, causa tagli ministeriali. Alla necessità di reinventarsi - anche rispetto alla politica “dioriana” con tutte le polemiche annesse - per risollevare l’offerta formativa e di qualità dei servizi dedicati agli studenti, i due candidati rispondono in maniera diametralmente opposta.

Angelo Luongo propone la realizzazione di due campus principali, nelle sedi già esistenti di Roio e Coppito, “che siano in grado di attrarre studenti di altri paesi: dal bacino mediterraneo, dall’Africa, dai Paesi Arabi e dall’Asia, utilizzando tutti i legami stretti grazie all’internazionalizzazione della didattica”.
L’obiettivo sarebbe privilegiare l’offerta dei corsi base, con la costituzione di una Federazione degli atenei abruzzesi. Ne conseguirebbe il potenziamento della didattica tramite “integrazioni delle competenze con gli altri atenei abruzzesi - e continua Luogo - dovremmo guardare all’economia dell’Abruzzo, organizzata in poli di specializzazione, per creare un senso di appartenenza. Bisogna spogliarci della veste aulica che tante volte ci ammanta e aprirci alla popolazione”. A patto che non si scada nel tanto discusso “teaching university”, ovvero la trasformazione dell’università in un grande liceo.

L’Inverardi, invece, mette al primo posto ricerca e dottorato. L’intenzione sarebbe quella di creare sinergia nella ricerca fra i diversi atenei, a livello italiano ed europeo. In tal modo i costi per la formazione si ridurrebbero, in quanto suddivisi fra i vari enti. Il meccanismo è lo stesso delle lauree internazionali, già adottate dall’Univaq negli ultimi anni. “Prendere posizione sul mercato della conoscenza: vale sia per la ricerca sia per la didattica” - dichiara la professoressa - “dobbiamo cercare di salvaguardare tutte le competenze che abbiamo e l’intero sistema deve essere in grado di rendersi sostenibile”. Aprirsi alle collaborazioni nazionali ed europee, innovarsi nell’ambito della ricerca e della formazione di secondo livello in modo da attrarre un maggior numero di studenti. L’Università della ricerca per tornare a parlare di sviluppo e produrre conoscenza. Offrire quindi una formazione specializzata e di alta qualità. Adottando un tale assetto, il rischio da scongiurare è quello di un’elitarizzazione del sistema accademico aquilano, a scapito di un diritto allo studio che deve comunque rimanere di tutti.

Punto d’incontro indiscusso fra i due candidati rimane l’integrazione dell’Università all’interno delle dinamiche di sviluppo del territorio regionale e delle politiche socio-economiche della ricostruzione: “finora non siamo stati capaci di accogliere tutte le richieste che ci sono arrivate dal panorama internazionale, credo che il destino di questa università sia per questo territorio un’occasione unica. La città non può immaginare un futuro senza l’università” conclude Paola Inverardi.

L’Università degli studi dell’Aquila deve tornare ad essere il motore economico, sociale e culturale della città, incentivando il proprio potenziale in risorse umane che da quattro anni a questa parte si sta sempre più affievolendo.

L’ultimo appuntamento per il confronto pubblico fra Luongo e Inverardi è per il 7 maggio, dalle 13.30 alle 15.30, presso l’ex-Optimes.

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