Sabato, 20 Settembre 2014 09:38

L’Aquila nel 2050: le proposte per una mobilità tutta da rivedere

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Dove sarà L'Aquila nel 2050? Certo, per rispondere è necessario uno sforzo di fantasia ma occorre guardare lontano per capire davvero dove sta andando la nostra città e soprattutto dove vuole andare.

In questo spirito, il gruppo Move your city ha organizzato, ieri, un'intera giornata dedicata alla mobilità aquilana. Nell'Auditorium del Parco, istituzioni, associazioni e cittadini hanno realizzato un tavolo di lavoro, volto a maturare delle proposte concrete. Nel pomeriggio si è poi tenuto un dibattito aperto a tutta la cittadinanza in cui ognuno ha liberamente espresso il suo pensiero.

Quello a cui i partecipanti del dibattito hanno cercato di rispondere è: come migliorare la mobilità, tenendo conto dell'assenza di risorse?

La proposta dei giovani del gruppo Move your City è il frutto del lavoro di un anno e, sottolineano i ragazzi, "è attuabile nell'immediato e a costo zero".

I ragazzi chiedono innanzitutto un tavolo permanente di coordinamento della mobilità che coinvolga non solo le istituzioni che si occupano di trasporto pubblico ma tutta la cittadinanza. La prima criticità emersa è, infatti, la mancanza di comunicazione: una sorta di gap tra le esigenze dei passeggeri e le istituzioni che, inevitabilmente, causa malcontenti e sfiducia nel trasporto pubblico locale.

E sulla fiducia si è concentrato anche l'intervento di un cittadino, Mauro, pensionato da quest'anno, che ha detto: "Come cittadino non ho mai avuto fiducia nell'efficienza degli autobus. Con mia moglie abbiamo fatto i salti mortali per portare i ragazzi a scuola perché l'orario del liceo era cambiato ma i bus non si erano adeguati". Secondo Mauro c'è bisogno di innescare un circolo virtuoso che parta dalla puntualità dei bus, da un'organizzazione più semplice (come l'utilizzo di un'app che indichi le fermate ed i bus) e alla portata di tutti e, magari, dallo sfruttare al meglio la maggiore risorsa culturale di cui disponiamo: l'università.

Non si può, d'altronde, parlare di trasporti senza parlare di università. Gli studenti universitari, ed in particolare i fuori sede, sono costretti a prendere l'autobus per raggiungere i vari dipartimenti e, spesso, non è un'impresa semplice. StudenTown aveva approfondito l'argomento già lo scorso anno, seguendo con le telecamere e, insieme agli studenti, la tratta del bus 83.

Eppure, sarebbe logico partire proprio dall'università per riorganizzare la mobilità pubblica. Come asserisce Simona Abate dell'Unione degli Universitari: "Si dovrebbero incentivare i servizi dedicati agli studenti ed utili a tutta la città come i bus notturni, una linea che colleghi i vari dipartimenti e, soprattutto, una mobilità che guardi all'esterno, a Roma, ma anche alla zona del frusinate, per andare incontro alle esigenze di tutti".

Gli studenti possono essere, oltre che passeggeri, anche gli ingegneri di una pianificazione futura, come Alessandro Panepucci che ha illustrato ai presenti la sua idea. Il progetto di Alessandro si basa sulla creazione di quattro linee ad alta frequenza, sul modello di città come Perugia. Le linee in questione si incrocerebbero in una sorta di "X", collegando Pizzoli a Bagno e Sassa a Paganica. "In questo modo - spiega Panepucci - si riuscirebbe a connettere la parte est della città a quella ovest ed il centro alla periferia con un servizio bus continuo, che passi ad una frequenza di circa dieci minuti. Per le piccole frazioni si potrebbe garantire il servizio grazie a mini-bus che passino, però, con una frequenza minore".

Dunque le idee di certo non mancano. Lo stesso non si può dire per le risorse. Dov'è il problema? Secondo Loretta Del Papa, rappresentante del sindacato pensionati della CGIL, bisogna evitare qualsiasi forma di spreco e razionalizzare quello che abbiamo. "Spendiamo troppo per tutto quello che facciamo" ha detto Del Papa.

In effetti, oltre ai sogni di una città pulita e funzionale, c'è la dura realtà, quella di una città che deve far fronte a molte spese o che forse, semplicemente, non ha ancora capito bene come investire le proprie risorse.

Il consigliere del Comune dell'Aquila, Stefano Palumbo, ha dichiarato in proposito: "Dobbiamo cercare di rendere L'Aquila più competitiva e lo dobbiamo fare con una prospettiva diversa, anche a livello urbanistico. Il confronto con la città deve essere contestualizzato in un quadro più ampio altrimenti diventa irrealizzabile".

Forse, per cambiare veramente lo stato delle cose, è necessario cambiare anche l'idea di mobilità.

Non a caso, questa è la settimana delle mobilità europea e molte città stanno ripensando i loro trasporti, città dalle quali magari possiamo anche prendere ispirazione. Ad esempio dal dibattito sono emerse opinioni discordanti sulla possibilità di utilizzare o meno la bicicletta come mezzo di trasporto.

Secondo Riccardo Colucci, ingegnere edile, arrivato da Pettino fino in centro in bicicletta: "Contrariamente a quanto si dice, L'Aquila è una città vivibile in bicicletta. In quanto ad infrastrutture ciclabili, però, è rimasta molto indietro: si è costruita, per necessità di lavori, una pista ciclabile da San Giacomo ad Aragno, senz'altro bella ma poco utile".

Ovviamente è tutto da adattare al particolare contesto urbano della "città che cambia" ma, come fa notare anche la cittadina Franesca Fabiani "il tema della mobilità è di per sé mobile. Dunque è più che naturale che si adatta alle trasformazioni e ai cambiamenti della città, e che abbia bisogno di un continuo monitoraggio. Non è un problema che si risolve una volta e finisce lì".

 

Ultima modifica il Sabato, 20 Settembre 2014 11:42

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