Mercoledì, 29 Ottobre 2014 03:10

Univaq, inaugurato anno accademico. Inverardi: "Nessun crollo degli iscritti"

di 

L'inaugurazione del nuovo anno accademico dell'Università dell'Aquila, svoltasi ieri presso l'aula magna del polo di ingegneria di Roio, è stata caratterizzata da una guerra di cifre, quelle riguardanti immatricolazioni e iscritti.

Secondo la rettrice Paola Inverardi il tanto temuto crollo, paventato da alcune organizzazioni studentesche alla luce del ritorno del sistema di tassazione e dell'introduzione del numero programmato in quattro corsi di laurea (Biologia, Biotecnologie, Scienze Motorie e Psicologia), non è avvenuto.

I dati forniti dalla Inverardi parlano di 10mila 555 iscritti e di circa 4mila nuove immatricolazioni.

La flessione rispetto all'anno scorso e agli anni passati sarebbe minima e comunque era stata ampiamente prevista.

Non la pensa allo stesso modo, però, Arianna Fiorenza, presidente del Consiglio studentesco, secondo la quale il calo delle iscrizioni non solo ci sarebbe stato ma sarebbe di proporzioni allarmanti: meno 50% degli iscritti e meno 20% delle immatricolazioni.

Chi ha ragione? Per saperlo bisognerà attendere i dati ufficiali elaborati dal ministero, che arriveranno, però, non prima della metà dell'anno prossimo.

Nel suo discorso inaugurale, tuttavia, la rettrice non ha snocciolato solo cifre.

Dinanzi a una platea composta da numerose autorità - erano presenti, tra gli altri, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, il vice presidente Giovanni Lolli, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, ill sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, la senatrice Stefania Pezzopane,  l'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Petrocchi, il prefetto Francesco Alecci, i rettori delle altre università abruzzesi – la Inverardi ha parlato della situazione dell'ateneo aquilano inquadrandola nel difficile contesto economico nazionale, indicando la direzione verso la quale Univaq dovrà tendere: “Il nostro futuro è nell'internazionalizzazione, nella creazione di un'offerta didattica e formativa di eccellenza che renda la nostra università non solo un luogo di studio ma anche un luogo di lavoro. Vogliamo che gli studenti diventino dei cittadini, che si sentano e vengano riconosciuti come tali”.

“Il sistema universitario nazionale” ha affermato la rettrice “è chiuso dentro due strettoie: da una parte ci sono i tagli di risorse dovuti alla crisi, dall'altro si stanno rendendo attuativi gli elementi della riforma Gelmini che erano stati lasciati in sospeso. Concretamente, questo si tradurrà in tagli al turnover fino al 2018 mentre per quanto riguarda l'FFO (il Fondo di finanziamento ordinario, vale a dire i trasferimenti statali, che continuano a costituire ancora la principale entrata delle università italiane, ndr), esso rimarrà stabile ancora per i prossimi due anni ma tra tre anni dovrebbe cominciare a scendere per effetto dei tagli voluti da Tremonti. Tagli solo in parte attenuati dai 150 milioni stanziati dal governo Renzi nella legge di Stabilità”.

La rettrice ha ricordato, peraltro, come, in futuro, le modalità di calcolo del FFO saranno ancorate al cosiddetto costo standard per studente. Con una particolarità: gli studenti che verranno considerati nel computo saranno quelli in corso o al primo anno fuori corso. Dunque i finanziamenti saranno maggiormente legati ai risultati ottenuti e anche alla programmazione: “Si passerà” ha detto la Inverardi “dalla logica del 'faccio in base a quanto lo Stato mi dà' a quella per cui sarà lo Stato a chiedere  'Cosa vuoi fare? Quanto costa? Vediamo se si può fare e con quali risorse'”.

Questo vuol dire anche che, nei prossimi anni, dovrà giocoforza esserci una razionalizzazione e un'ulteriore riorganizzazione dell'offerta didattica, soprattutto per quanto riguarda il numero dei corsi di laurea. Al momento all'Aquila ce ne sono più di trenta. Troppi, secondo i nuovo standard ministeriali. Mantenerne in vita così tanti è molto costoso: attraverso una loro riduzione, si potrebbero risparmiare risorse da utilizzare in altri modi.

E a proposito di risorse e di trasferimenti, a fine anno, come detto, scadrà l'accordo di programma siglato nel 2009 che ha sospeso il pagamento delle tasse.

In questi cinque anni, ha ricordato la Inverardi, lo Stato ha dato all'università dell'Aquila 120 milioni di euro. “Riteniamo” ha detto la rettrice “che sia arrivato il momento di dimostrare a questo sistema, che ci ha dato tanta solidarietà, che siamo in grado di uscire dall'emergenza e soprattutto che lo vogliamo fare. Per questo abbiamo chiesto al ministero la disponibilità a trattare un nuovo accordo di programma per il ritorno alla normalità. Dobbiamo uscire dall'emergenza in modo morbido. La reintroduzione delle tasse e la scelta di sottoporci volontariamente alle valutazioni dell'Anvur vanno in questa direzione”.

Un altro tema affrontato dalla rettrice è stato quello dei rapporti che l'università dovrà coltivare con la città e le istituzioni.

Se si ritiene che i benefici economici che derivano dalla presenza di un’università in una città siano solo un maggiore giro d’affari per affitti, ristorazione e consumi in generale, si commette l’errore di sottovalutare altri fattori, in primis la grande trasformazione in atto nel mondo del lavoro, che richiede nuove progettualità e l’approvvigionamento di competenze professionali in continua evoluzione. Una trasfromazione nella quale le università giocano un ruolo centrale.

Gli atenei devono entrare in sinergia e in un rapporto di scambio e collaborazione con il territorio, per creare quell'ecosistema dell'innovazione che produce, promuove e diffonde nuove conoscenze e nuove applicazioni.

Da questo punto di vista, la ricostruzione è una formidabile opportunità per Univaq: “Il  nostro futuro è la ricostruzione” ha ribadito la Inverardi. “Facciamocene una ragione e facciamo in modo di stare in questa situazione in modo produttivo e propositivo”.

Ma senza un rapporto proficuo con le altre istituzioni e una programmazione che inquadri il destino dell'università in quello della città, nessuna politica potrà avere esiti positivi: “ Vogliamo essere attori del territorio” ha affermato la rettrice rivolgendosi soprattutto alle autorità presenti “Chiediamo al Comune la costituzione di una tavolo permanente di confronto e proposta per l'università e la città”.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 29 Ottobre 2014 19:00

Articoli correlati (da tag)

Chiudi