Giovedì, 30 Maggio 2013 01:45

L'Univaq alle urne per l'elezione del nuovo rettore: Inverardi stacca tutti, Luongo si ritira

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La prima giornata di voto per l’elezione del nuovo rettore dell’Università dell’Aquila ha già detto molto. L’ex preside di Scienze, Paola Inverardi, espressione dell’anima anti-dioriana dell’Univaq, ha raccolto 239,4 voti staccando Maria Grazia Cifone, candidata in continuità con la governance del rettore uscente, che ha ottenuto 188,6 preferenze. Al terzo posto Francesco Vegliò, con 101,5 voti. Non è andata bene per Angelo Luongo, che ha raccolto solo 39,5 preferenze.

La Inverardi si è imposta tra i docenti, tra gli studenti invece la preferita è Maria Grazia Cifone: insomma, sono state confermate le previsioni che volevano le due professoresse favorite per il rettorato.

Il verbale ufficiale della prima votazione.

Si attende, ora, la seconda votazione, fissata per lunedì 3 giugno, dalle 10.30 alle 19.30 nell’Aula 6, al primo piano, della ex Scuola Guglielmo Reiss Romoli. Per eleggere il nuovo “magnifico” serviranno la metà più una delle preferenze. Se nessuno dei candidati dovesse farcela, urne aperte anche il 6 giugno con l’eventuale ballottaggio che si consumerebbe martedi 11 giugno.

A decretare le sorti dell’Ateneo sono i docenti di prima e seconda fascia, il personale tecnico-amministrativo e i rappresentanti degli studenti eletti nei Consigli di Dipartimento e al Senato Accademico, il cui voto però vale 0.5, la metà rispetto alle preferenze delle altre componenti dell’Ateneo. Distinzione di voto “bizzarra”, visto che in molti auspicano un maggior coinvolgimento degli studenti nelle politiche di gestione dell’Univaq.

StudenTown ha seguito la giornata, da una affluenza alle urne assai significativa. Alle porte del seggio, Paola Inverardi si è detta “molto contenta per l’affluenza, credo sia un dato importante perché la nostra intenzione era quella di suscitare coinvolgimento intorno a queste elezioni”.

Riguardo ai manifesti contro Di Orio e Cifone, la candidata ha dichiarato di averli trovati “terribili e inopportuni. “Non credo che le battaglie si vincano in questo modo”, ha detto. “Abbiamo dato vita ad un dibattito fondato su diverse opzioni e questo manifesto non rende giustizia alla strada percorsa sino ad oggi”.

Anche l’altro candidato Francesco Vegliò si è mostrato intransigente: “abbiamo partecipato ad assemblee ed incontri che erano momenti adatti per esprimere il dissenso, che è giusto e salutare che ci sia, ma sono assolutamente contrario a questo tipo di manifestazioni, non per le persone interessate ma per l’atteggiamento, perché a rimetterci è l’Ateneo”.

“In questo momento - ha aggiunto parlando del clima elettorale - sono molto tranquillo perché sto lavorando: la mia vita va avanti, quello che succederà, succederà. Con gli altri candidati è chiaro che, essendo avversari, su qualcosa non si è d’accordo ma credo che tutto sommato sia stata una campagna elettorale corretta. Per la prima volta, ci siamo messi in gioco con il territorio: abbiamo avuto incontri con Confidustria, al Comune, all’Asilo Occupato. Forse si poteva fare di più ma penso che diversi argomenti li abbiamo ben sviscerati”.

Massimo Casacchia, professore di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina e chirurgia della nostra Università già dal 1986, ha riconosciuto il grande impegno dei quattro candidati. “Mi sono sembrate - ha affermato il professore - persone molto motivate, con punti di vista diversi, che hanno condotto una campagna elettorale vivace ed elegante. Da chi vincerà mi aspetto che tutto ciò che si è costruito in questi anni venga mantenuto, che l’offerta didattica rimanga ampia e si porti avanti un’università libera, democratica e attenta ai bisogni degli studenti. Spero, inoltre, che quest’ultimi vengano responsabilizzati ad esprimere le loro opinioni”.

In effetti, sono stati molti gli studenti che hanno partecipato alle votazioni. Claudio Vernarelli, rappresentante del Dipartimento di Scienze Umane, ha espresso il desiderio di un rettore apolitico: “intendo dire che vorrei un rettore di tutti e per tutti”, ha spiegato a StudenTown, “un rettore che non dia ragione solo ad una parte degli studenti, in base a delle scelte politiche, come è successo dopo il terremoto, e che non vada dietro a personalismi che hanno causato fratture dell’Università con le istituzioni perché l’ateneo deve rimanere al centro di un progetto con la Regione, la città e tutto il comprensorio”.

“Un rettore capace di stimolare la partecipazione - prosegue Vernarelli - che garantisca una maggiore trasparenza: molte delle decisioni prese sono, infatti, calate dall’alto”.

Anche Enrica Sarra, dell’Unione degli universitari, ha avanzato le sue richieste a chi sarà chiamato a guidare l’Ateneo, nei prossimi sei anni: “ci aspettiamo che sia molto deciso rispetto al Decreto Ministeriale numero 47, che sta affossando tutto il sistema universitario, e che dia una certa organizzazione ai Dipartimenti, visto che non si sa neanche quale aula spetti a quale Dipartimento”.

Servono scelte decise, insomma: “ciò che spero - ha detto il professore del Dipartimento di Scienze Umane, Francesco Avolio - è che si riesca ad attuare una politica che contenga il più possibile i danni”.

“Pretendiamo che il nuovo rettore ci faccia sopravvivere”, il pensiero di due lavoratrici del personale, all’uscita dal seggio. “Per noi – hanno detto - è importante la scelta di questo rettore perché siamo in una fase molto delicata a livello nazionale e doppiamente critica a livello locale. Speriamo che le promesse fatte vengano mantenute, non solo per noi ma per tutto l’Ateneo”.

Il ritiro di Angelo Luongo. 

Non mancano i colpi di scena in questa corsa al rettorato.  All’indomani della prima votazione, il candidato del Dipartimento di Ingegneria, Angelo Luongo, ha inviato una mail a tutto il corpo elettore per annunciare il suo ritiro.

A giocarsela, dunque, saranno le due favorite Paola Inverardi e Mariagrazia Cifone oltre a Francesco Vegliò, che ha negato di voler lasciare la competizione per un appoggio alla ex preside di Medicina. Verso chi confluiranno i seppur pochi voti ottenuti da Luongo?

 

Ecco la sua lettera di rinuncia.

“Cara elettrice, caro elettore, 

l'esito della prima votazione, a me decisamente avverso, mi spinge a ritirare la candidatura a rettore. 

In questo ultimo mese ho portato avanti un'idea nuova di governance, basata sulla riduzione del potere di vertice; sulla responsabilizzazione dei dipartimenti; sulla valorizzazione delle individualità, e non delle categorie; sul merito e non sulla mediazione. Ho disegnato un mondo accademico in cui si potessero confrontare idee, e non contrapporre gruppi; in cui il personale potesse lavorare con soddisfazione negli uffici e laboratori che più avesse gradito, incentivato e premiato in misura del suo impegno. Ho auspicato una fase nuova dei rapporti col Territorio; ho fatto della rinascita della città lo scopo primario della nostra politica. Mi sono rivolto agli studenti, progettando per loro un ambiente in cui non solo studiare, ma vivere in simbiosi con la città. E tanto altro ancora, nello spirito di una strategia che ritenevo lucida (da matematico) e concreta (da ingegnere).

Devo, però, constatare che questo messaggio, forse troppo audace e perciò da taluni ritenuto utopico, non è stato né recepito né tantomeno condiviso. Dagli studenti, che erano i primi destinatari della mia proposta, ho avuto, caso forse unico nella storia di tutte le elezioni universitarie, numero zero (!) voti.

In democrazia contano i numeri; poiché i miei sono bassissimi, devo desumere che il modello da me proposto non è gradito. Poiché, tuttavia, i semi gettati sui campi spesso germogliano dopo anni, auspico che i nostri giovani sappiano raccogliere i frutti di questo lavoro, e proseguire l'opera con miglior fortuna.

Ringrazio i miei magnifici elettori, che hanno avuto, con me, "il coraggio di andare controcorrente per fare cose meravigliose" [Papa Francesco] . Non ci siamo, per ora, riusciti, ma non tutto è vano. I miei elettori ora potranno andare nella direzione che riterranno più opportuna, come gli spiriti liberi del mio mondo utopico.

Auguro le migliori fortune all'Università dell'Aquila, agli studenti, a tutti noi, alla città, alla regione”.

Ultima modifica il Sabato, 01 Giugno 2013 15:28

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