Alla fine si è trattato di un errore tecnico, commesso dagli uffici del Miur e corretto dopo qualche ora grazie (pare) a un intervento diretto del ministro Giannini.
Ma per tutta la mattinata, a tenere banco, sugli organi di informazione e sui social, è stata la notizia del taglio del 30% dei posti per gli studenti di Medicina dell'Università dell'Aquila (da 140 a 98)
Alla fine il taglio ci sarà ma sarà più contenuto rispetto a quanto paventato: da 140 a 115 posti. A questa sforbiciata, bisogna aggiungere quella da 32 posti che interesserà l'università di Chieti. Un ridimensionamento che rientra nel quadro di tagli nazionale deciso dal Governo.
L'indiscrezione in base alla quale la riduzione sarebbe stata del 30% aveva sollevato un vero vespaio, soprattutto perché, nel decreto ministeriale (il numero 463 del 3 luglio) che imponeva il taglio per L'Aquila, sembrava che per l'ateneo teatino ci fosse un mantenimento degli stessi posti dello scorso anno.
Inutile dire che, prima che arrivasse la smentita da parte del sindaco, della rettrice e della senatrice Pezzopane, la notizia era stata interpretata come l'ennesimo "scippo" perpetrato ai danni del capoluogo e a vantaggio dell'asse Chieti-Pescara.
A dare l'allarme per primo era stato il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.
"In sede di Conferenza Stato Regioni - aveva detto Pietrucci chiamando in causa direttamente la Regione - sono le Regioni che comunicano al Ministero della Salute le esigenze dei diversi Atenei, con specifiche richieste. E’ precisa responsabilità della Regione Abruzzo, dunque l’incredibile penalizzazione che l’Ateneo dell’Aquila ha subito rispetto alla Facoltà di Medicina di Chieti. Chiedo con forza che sia fatta chiarezza, che s’individui il responsabile che, all’interno della Regione Abruzzo, ha determinato questo inaccettabile indebolimento dell’Ateneo Aquilano, della sua storia, della sua tradizione".
Rivolgendosi direttamente a D'Alfonso, Pietrucci aveva affermato: "Chiedo al Presidente un intervento senza indugi presso il Ministero, che permetta di riequilibrare il numero programmato degli studenti di Medicina nei due Atenei Abruzzesi, con una distribuzione proporzionata e giusta. In caso la situazione non cambi sarò costretto ad alzare le barricate, e a fare di questa, una battaglia epocale, che coinvolgerà tutta la Provincia aquilana".
La svolta c'è stata nel primo pomeriggio, quando sono arrivate, nel giro di pochi minuti, le smentite di Stefania Pezzopane e quella, congiunta, del sindaco Cialente e della rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi.
Stefania Pezzopane: "Solo un errore" ma annuncia interrogazione parlamentare
La senatrice del Pd, pur avendo precisato che il taglio è stato frutto di un errore, ha annunciato comunque un'interrogazione parlamentare per far luce su quanto accaduto.
"I posti alla facoltà di medicina all'Aquila saranno riportati immediatamente a 115" afferma la Pezzopane.
"Ho parlato con il Sindaco Massimo Cialente, con il Ministro e i suoi collaboratoti. Si è trattato di un errore, immediatamente corretto. Ma voglio andare fino in fondo sulla questione. Presenterò un’interrogazione parlamentare per fare piena luce in merito al taglio dei posti alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Aquila, per capire come mai in un primo momento si era parlato di un taglio da 140 a 98 posti, poi corretto a 115, a fronte di un aumento per l’Ateneo di Chieti, che passa da 170 a 180 posti”.
"Non possiamo far vanificare da nessuno gli sforzi messi in campo dal governo e dalle amministrazioni locali. Nessuna penalizzazione e nessun errore può essere ammesso. Qualcuno sta mettendo a dura prova la resistenza degli aquilani".
"Nonostante sia stato corretto il refuso- aggiunge la senatrice- intendo comunque portare la questione all’attenzione del Parlamento, con un mio intervento in Aula. E' una situazione che suscita sgomento e indignazione e che non trova giustificazione alcuna. Voglio sapere chi è contro L'Aquila e la sua Facoltà di Medicina, dal momento che la Facoltà di Medicina dell’Università dell’Aquila è, da sempre, un fiore all’occhiello dell’Ateneo, che ha conservato una capacità attrattiva sempre maggiore per studenti di fuori città e di fuori regione, nonostante il terremoto".
"Il Governo, attraverso i Ministeri competenti, dovrà riferire in merito a quanto accaduto, perché vanno evitati i danni che si verificheranno a tutti i livelli, economico, sociale e culturale e, soprattutto, delle conseguenze per la sanità aquilana e per il suo ospedale regionale, che rischia, in una reazione a catena, di perdere reparti di eccellenza. La città dell’Aquila è alle prese con una ricostruzione difficile, dopo il terremoto che l’ha distrutta, e con una lotta per la sua stessa sopravvivenza che parte dal presidio dei suoi punti nevralgici, quali l’Università e le istituzioni culturali".
"Qualsiasi taglio a queste ultime è un colpo al cuore pulsante del capoluogo d’Abruzzo, nel momento in cui, con enorme sforzo, prova a rialzarsi. Chi mi conosce – ha concluso la senatrice – sa qual è la mia tempra e quale la mia determinazione. In questa battaglia andrò fino in fondo. Tutto il mio percorso politico, dalle sezioni di partito agli scranni del Senato, ha avuto come riferimento, prima ancora della politica, la mia città”.
Cialente e Inverardi: "Errore tecnico, problema risolto"
"Di errore tecnico immediatamente corretto" hanno parlato anche il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e la rettrice dell'ateneo aquilano Paola Inverardi.
"Vogliamo ringraziare il Ministro Giannini" si legge in una nota congiunta firmata dal primo cittadino e dalla rettrice "e i dirigenti del Ministero per l'ulteriore manifestazione di attenzione che il Miur ha riservato alla nostra Università, in questa fase drammatica della nostra storia".
"Per un errore "tecnico", sul decreto ministeriale che assegna il numero di posti nelle immatricolazioni nei corsi di Medicina e Chirurgia, al nostro Ateneo sarebbe, infatti, stato applicato un taglio che avrebbe portato il numero degli iscritti a soli 98, a fronte di un potenziale di 120, pregiudicando la massa critica di un corso di laurea efficace ed efficiente".
"Grazie al Ministro ed ai suoi collaboratori, che hanno compreso la gravità assoluta che ne sarebbe derivata, il problema è stato immediatamente risolto, in meno di dodici ore".
"Questo intervento segue di pochi giorni un'altra manifestazione di vicinanza e strategica solidarietà, rivolta al nostro Ateneo, quale la firma dell'accordo di programma Miur - Università dell'Aquila con il quale si assicura una stabilità di bilancio che permetterà di poter programmare al meglio, per i prossimi anni, tutti gli interventi strategici per portare l'Ateneo ad affrontare prospettive ancor più competitive".
Le reazioni del centrodestra
Imprudente (L'Aquila Città Aperta): "Colpa di D'Alfonso e Cialente"
"Suscita rabbia e indignazione la notizia del taglio, di un inaccettabile 30 per cento, ai posti della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università dell'Aquila, che vengono drasticamente ridotti da 140 a 98, contro un aumento per l'ateneo teatino, che passa, per la stessa facoltà, da 170 a 180 posti".
A dirlo, in una nota, è il consigliere comunale di L'Aquila Città Aperta, Emanuele Imprudente.
"Un altro regalo del Pd, professionista dei disastri a tutti i livelli, nazionale, regionale e cittadino" scrive Imprudente.
"D'Alfonso e Cialente ne sono gli autori. Il primo, come presidente della giunta regionale, è direttamente responsabile, dal momento che queste indicazioni pervengono al Ministero da parte delle Regioni. Cialente ne è complice, perché nulla fa e nulla dice contro questa ennesima vergogna".
"La città dell'Aquila, ancora una volta, è umiliata, mortificata, ferita, stavolta proprio nel suo cuore pulsante: l'Università. Si vuole impoverire il capoluogo d'Abruzzo, ridurla alla fame economicamente, farla tornare indietro di settant'anni, privandola delle sue eccellenze e togliendole quel primato culturale che è sempre stato la sua forza e il suo vanto, rispetto al quale altri territori hanno sempre avuto malcelati complessi di inferiorità e covato invidie sotto forma di campanilismi".
"Ora la cena è servita. Come antipasto la chiusura delle fabbriche e il mancato insediamento di nuove attività produttive, con la conseguenza di un aumento della disoccupazione e della povertà, come primo piatto una legge per la ricostruzione che, di fatto, ne sancisce il blocco e la paralisi, per secondo uno sviluppo turistico soffocato e il taglio alle istituzioni culturali, che ne mette a rischio la sopravvivenza, aggiungiamo vari contorni di promesse non mantenute (vedi aeroporto e Accord Phoenix) e infine, dulcis in fundo, come dessert, la mannaia sull'Università, proprio a colpire una delle facoltà di eccellenza e di maggiore attrattiva. Il tutto, va da sé, con ripercussioni anche sulla già martoriata sanità aquilana".
"Adesso basta, è ora che gli aquilani si facciano sentire, a difesa della loro città, vittima di una depauperazione che non si vedeva dai tempi della conquista spagnola, contro un governatore che ne vuole la fine e contro una classe politica locale incapace di opporvisi".
"Si ricordi, D'Alfonso, che, a proposito di malgoverno spagnolo, neanche costruendo una fortezza riuscirono a reprimere "audaciam aquilanorum".
Liris (Forza Italia): "Omicidio premeditato"
"Stiamo assistendo all'attuazione di un piano perverso e diabolico: il governo regionale vuole la morte dell'Aquila, PD responsabile! Il territorio aquilano deve reagire e denunciare con forza l'ennesimo colpo mortale inferto alla città capoluogo".
A parlare è il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale (nonché vice coordinatore regionale del partito) Guido Liris.
"L'università" afferma Liris "è uno dei capisaldi della nostra realtà: la scelta operata a danno dell'Ateneo aquilano di riduzione del numero dei posti per gli studenti è spregevole e rivela uno schema scientifico di indebolimento delle zone interne, già messe a dura prova dalla grave situazione socio-economica. Si sta mettendo in atto un omicidio premeditato: sin dall'immediato post-sisma ci fu il tentativo di smembrare le Facoltà e i Corsi di Laurea, ad opera di sciacalli regionali ed extraregionali. Non ci erano riusciti; come sempre, però, l'assassino torna sul luogo del delitto".
"Colpire l'Università dell'Aquila ed in particolare Medicina significa pregiudicare non solo l'ambito didattico e formativo, bensì l'intero mondo sanitario della nostra città: queste scelte mettono a rischio anche il futuro dell' Ospedale e la capacità della futura offerta sanitaria".
"Chi vuole bene a L'Aquila deve alzare la testa, e deve chiedere un immediato ravvedimento da parte della Sinistra locale, regionale e nazionale. Ospedale ed Università devono unirsi nella battaglia: dietro l'angolo c'è l'applicazione del Decreto Lorenzin sulla Sanità con un reale pericolo di perdere infrastrutture e specialistiche mediche".
"Chiedo a tutti i giovani della città ed in particolar modo alle organizzazioni studentesche di dare il buon esempio, di combattere insieme: la nostra città nel tempo ha dimostrato di essere capace di dividersi su tutto, e di questa debolezza hanno beneficiato nemici e sciacalli".
"E' il momento di reagire con rabbia: siamo ufficialmente sotto attacco!".