Lunedì, 28 Dicembre 2020 12:14

L'Aquila, nasce la 'Casa delle tecnologie emergenti': sarà centro di trasferimento tecnologico alle imprese sui temi della sicurezza

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L’Aquila ospiterà la ‘Casa delle tecnologie emergenti’.

La città è tra le cinque selezionate dal ministero per lo Sviluppo economico - insieme a Torino, Roma, Prato e Bari - per l’istituzione di un centro di trasferimento tecnologico volto a supportare progetti di ricerca e sperimentazione, a sostenere la creazione di start-up, il trasferimento tecnologico verso le pmi sui temi aventi ad oggetto l’utilizzo del Blockchain, dell’Internet delle cose e dell’intelligenza artificiale.

“Siamo lieti di questo ulteriore riconoscimento”, le parole del sindaco Pierluigi Biondi che stamane ha tenuto una conferenza con l’assessora comunale Carla Mannetti, col funzionario Marco Di Salvo che ha seguito il progetto e con i partner: Università degli studi dell’Aquila, GSSI, Cnr, Cuiem e Zte; “L’Aquila si è presentata con preparazione e competenza, superando città importanti come Milano, Genova e Cagliari”.

Un progetto, quello della ‘Casa delle tecnologie emergenti’, che “si inserisce nel più ampio disegno che sottende alla Carta dell’Aquila, con l’identificazione di cultura, turismo, formazione e innovazione come elementi di rilancio delle così dette città medie”, ha rivendicato il primo cittadino. “La proposta della casa delle tecnologie emergenti è incardinata nell’ambito dell’asse ‘innovazione’ così come la candidatura della città a Capitale italiana della cultura rientra nel filone ‘cultura’ del documento presentato il 23 novembre 2019”.

Un progetto che viene da lontano, “dal momento in cui ci siamo dati una precisa strategia, una sorta di piano regolatore della smart city a partire dalla nostra selezione, unica tra le città italiane, nell’ambito del Digital cities challenge, le città in trasformazione digitale. Col supporto delle università aquilane, ci siamo dati delle linee guida precise”.

Ed in questo ambito si inserisce ‘Sicura’, questo il nome della ‘Casa delle tecnologie emergenti dell’Aquila’: “abbiamo puntato, infatti, sul concetto di sicurezza e sui modi in cui può essere declinato”.

Lo stanziamento per il progetto ammonta a 4 milioni di euro: 3 milioni e 750 mila euro dal Mise e 250 mila euro di compartecipazione. La ‘Casa’ avrà una sede di rappresentanza in centro storico e una sede operativa al Tecnopolo. Oltre ai partner istituzionali, Univaq ha coinvolto nel progetto la Columbia University, l’Università degli studi del Sannio, l’Università di Padova, Roma La Sapienza, l’Ingv (ed in particolare l’Osservatorio nazionale terremoti), l’Usra, il Politecnico di Torino e il Politecnico di Milano.

Ma di cosa si occuperà, concretamente? “La ‘Casa delle tecnologie emergenti’ è un centro di trasferimento tecnologico” ha chiarito l’assessora Mannetti; “dopo una analisi dei bisogni delle piccole e medie imprese del territorio, che verrà portata avanti dal GSSI e dall’Università degli studi dell’Aquila, verranno avviati dei progetti di ricerca di concerto con le imprese che vorranno partecipare o che entreranno a farne parte in un secondo momento. L’auspicio è che la ricerca possa trasformarsi, così, in possibilità di sviluppo per le pmi del territorio e di creazione di lavoro”.

Il progetto dovrà essere operativo entro 6 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo col Mise e avrà una durata di 4 anni: “al termine – ha aggiunto Mannetti – il GSSI si occuperà di analizzarne gli impatti. Ci auguriamo che maturino i risultati attesi”.

A L’Aquila, ha inteso sottolineare Di Salvo, “si produce ricerca e innovazione che, troppo spesso, non viene pienamente intercettata dal tessuto produttivo e industriale; ecco, lo scopo è di mettere in collegamento le piccole e medie imprese del territorio con ciò che produce la ricerca”.

Il progetto “è stato scritto interamente dal Comune e dai partner individuati” ha rivendicato Mannetti; “non abbiamo dato incarichi esterni ad agenzie che si occupano di progettazione: per noi è un motivo di vanto e di orgoglio”.

Soddisfazione è stata espressa dal rettore di Univaq Edoardo Alesse – “il progetto va ad intercettare una delle vocazioni dell’ateneo, la strategia che stiamo perseguendo di dare supporto e di valorizzare alle piccole e medie imprese, elemento sostanziale del nostro tessuto economico, e di far nascere start up promuovendo innovazione e trasferimento tecnologico” – e dal rettore del GSSI Eugenio Coccia: “il territorio dell’Aquila, oggi, è un unicum: c’è una accelerazione di progettazione importante, con gli attori che cercano di collaborare e, dove competono, lo fanno nell’accezione più nobile del termine. Stiamo andando nella giusta direzione”.

Ultima modifica il Lunedì, 28 Dicembre 2020 12:26

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