E’ stato presentato stamane, presso la sede Transcom di Via Antica Arischia, il nuovo laboratorio di ricerca e innovazione costituito da Transcom a L'Aquila, in collaborazione con l'Università degli Studi dell'Aquila e la società locale di Contact Center, Elleacal.
Il progetto di ricerca denominato "LeonarDo 2.0.14", che ha ottenuto il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico, si articolerà nell'arco dei prossimi tre anni ed è finalizzato a sviluppare nuove soluzioni tecnologiche con l'obiettivo di migliorare i servizi erogati dai contact center rivolti a consumatori e cittadini.
Nello specifico, il progetto è stato possibile grazie ai 15 milioni di euro del Decreto Barca, destinati al rilancio e allo sviluppo delle attività produttive ed economiche nel cratere. Sono state presente più di 25 domande ma alcune sono rimaste fuori per l'esaurimento delle risorse, dal momento che la modalità di assegnazione era la presentazione a sportello. Con questi fondi sono stati finanziati circa 17 progetti nel settore farmaceutico, tecnologico, meteorologico e biomedico. Dodici dei quali hanno visto o vedranno coinvolto l'Ateneo aquilano.
"L’interazione in questi progetti - ha detto la rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila, Paola Inverardi - è tutta orientata a produrre conoscenze che siano spendibili nel territorio. Vogliamo far crescere una mentalità territoriale autonoma per produrre poi altri tipi di business".
In particolare, il progetto LeonarDo verterà sul Costumer service, un settore che nei prossimi 5 anni sarà il destinatario del 34% degli investimenti mondiali. Quello che però si dovrà andare a fare, come spiega, Roberto Boggio, executive vice president di Transcom Worldwide e direttore generale per la regione Centro e Sud Europa, sarà "intercettare i trend e cavalcarli". "Non è importante solo innovarsi - ha affermato Boggio - ma è fondamentale che l’innovazione sia continua, altrimenti si rischia di scomparire".
"Partiremo da un laboratorio - ha spiegato - dove testeremo delle idee. Queste soluzioni innovative verranno presentate su alcuni clienti in modo selezionato, dopodiché determineremo una nuova offerta di prodotti e servizi che gli andremo ad offrire".
Inoltre, il rinnovamento dovrà integrarsi, come spiega il responsabile del progetto, Emanuele Vitale, in una realtà sempre più digitale. Adeguarsi, dunque, alle esigenze del cliente per offrire un servizio personalizzato, anche attraverso l’utilizzo e l’analisi di tutti i canali digitali.
C’è da chiedersi, però, quale saranno i vantaggi che l’Università trarrà da questa collaborazione. "Questo progetto - ha dichiarati a News-Town la rettrice Paola Inverardi - si incanala perfettamente nei nostri obiettivi. La nostra Università ha come vocazione quella di collaborare con le industrie per promuovere lo sviluppo del territorio. In questo caso metteremo in campo le nostre risorse interne, utilizzeremo cioè i fondi che riceviamo per fare assegni di ricerca ai laureati che vivono nel territorio. Per il momento ne sono stati assegnati già due".
Per quanto riguarda invece il futuro del progetto. "Stiamo valutando, - prosegue la rettrice - la possibilità di poter avere altre forme di coinvolgimento su questo tipo di progetto, forme più 'leggere', come per esempio dei summer jobs o dei tirocini extracurriculari".
D'altro canto, per la Transcom l’accordo sembra piuttosto proficuo. "Il contributo che ci deriva dall’Università - spiega Roberto Boggio - è di tipo metodologico ma anche cognitivo, nel senso che l’accesso alle informazioni che ha l’Università è sicuramente molto potente. L’università, inoltre, è una fabbrica di giovani che una volta laureati devono trovare un impiego e se magari il lavoro glielo troviamo sotto casa, forse è più comodo che andarlo a cercare altrove".
L'auspicio, quindi, è che il progetto porti davvero ad un impiego per i neo-laureati e ad un ritorno per tutta l'economia del territorio. "Il centro di ricerca - conclude l'executive vice president di Transcom Worldwid - svilupperà decine e decine di idee. Ogni idea poi dovrà essere realizzata in concreto e darà luogo a un prodotto o a un servizio. Se questi ragazzi avranno la volontà di attivare delle iniziative imprenditoriali autonome troveranno il nostro sostegno e quello dell’Università. Noi diamo un’opportunità ma deve esserci una biunivocità di rapporto e di interessi da parte del territorio".