Mercoledì, 03 Febbraio 2016 00:36

"Quanti siamo veramente?": breve storia della popolazione aquilana

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di Alberto Bazzucchi - E' sempre esistita l'esigenza di contarsi, come abitanti, come comunità, fotografando l'oggi o i mutamenti nel tempo. Specialmente dopo un terremoto come quello che ha colpito il territorio aquilano nell'aprile del 2009, forse, dovrebbe avvertirsene l'urgenza. In attesa che il Servizio anagrafe del Comune dell'Aquila completi il lavoro di revisione successivo al Censimento del 2011, proviamo a dare un contributo sulla base dei dati prodotti dall'Istituto nazionale di statistica (Istat), cioè quelli ufficiali e accessibili [vai alla fonte].

Piccola premessa: i "residenti", trasmessi dagli archivi anagrafici locali, sono la parte più consistente. A questi dovremmo aggiungere quelli che le statistiche demografiche chiamano i "presenti", ma qui le cose si complicherebbero assai: studenti in abitazioni registrati e non, turisti, utenti di seconde case, ricoverati in ospedale, popolazione carceraria, clandestini, persone senza fissa dimora (invisibili per definizione), pendolari per ragioni di studio e lavoro. Difficile contarli tutti e precisamente. Accontentiamoci dei primi.

Inoltre, per ottenere una stima degli abitanti effettivamente presenti, dovremmo poter calcolare il numero di coloro che, successivamente al terremoto, pur avendo spostato in altro comune il proprio domicilio hanno lasciato per varie ragioni immutata la propria residenza. Non essendo per definizione utilizzabili i dati ufficiali delle anagrafi comunali si potrebbe ricorrere a forme di misurazione indiretta: numero e/o consumi delle utenze energetiche, quantità dei rifiuti urbani prodotti, dimensioni del parco veicolare, sono esempi di indicatori che consentirebbero di inferire, al prezzo di significative approssimazioni, il numero di persone presenti all’interno di un certo territorio. Sarebbe opportuno compiere qualche passo anche in questa direzione, per cercare di abbozzare una misura realistica del fenomeno, che è innegabile tanto quanto comprensibile, un tantino più strutturata e fondata che non la sempre troppo spesso pronunciata affermazione: "Ieri in centro non c'era nessuno, L'Aquila si sta desertificando".

L'Aquila negli ultimi trenta anni. Il grafico seguente racconta la storia della popolazione della città dell'Aquila [Polo, nel grafico] negli ultimi trent'anni (precisamente fino al settembre 2015, secondo il più recente aggiornamento Istat). Vi abbiamo messo accanto anche la storia, aggregata, dei comuni della corona urbana più prossima [Cintura, nel grafico], sia per impinguare il grafico sia per il significato che ha. Per corona urbana prossima si intendono qui i comuni definiti come "perirubani" nella proposta di territorializzazione dell'Italia elaborata dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del progetto "Aree interne". Si tratta di Barete, Fossa, Lucoli, Pizzoli, Poggio Picenze, San Demetrio ne' Vestini, Sant'Eusanio Forconese e Scoppito.

tab 1a bazzucchi

In questi ultimi trent'anni la popolazione dell'Aquila è aumentata, in misura modesta ma costante. Si è passati da una media di circa 67.000 residenti degli anni Ottanta e Novanta ai circa 69.000 degli anni Duemila. Dai primi anni Duemila, similmente ad altre città, le dinamiche demografiche aquilane hanno risentito dell'allargamento dell'Unione Europea ai paesi dell'Europa orientale e del conseguente arrivo di nuovi flussi migratori. Grazie anche a questi ultimi L'Aquila sembra aver raggiunto la massima espansione demografica proprio negli anni più recenti quando la città si è attestata intorno ai 70 mila abitanti. I comuni limitrofi mostrano una vicenda molto diversa e forse più interessante: dopo l'emorragia degli anni dell'industrializzazione (non mostrata nel grafico) la popolazione sembra riprendere respiro, inizia a crescere dapprima timidamente (fino alla metà degli anni Novanta) poi accelera un po', per circa un quindicennio, e infine, dalla metà degli anni Duemila, sembra imprimere un'ulteriore accelerazione, intensificatasi dopo il sisma del 2009 [tabella seguente].

tab 2 bazzucchi


Lo scarto demografico tra la città e il suo intorno è rimasto sempre rilevante, indice di un modello insediativo molto concentrato, di tipo gerarchico. E così, mentre L'Aquila signoreggiava sulle aree limitrofe, l'espansione demografica dei comuni contigui sembra mettersi in relazione più con la presenza di motori di sviluppo propri che con il legame col comune centroide. Dovrebbero prenderne atto gli strumenti di pianificazione esistenti e futuri, e non solo loro, ma questo è un altro discorso.

La componente straniera. Il fenomeno demografico più importante avvenuto negli ultimi anni è il rafforzamento della componente straniera della popolazione. L’arrivo degli stranieri a L'Aquila sembrerebbe aver contribuito non tanto a mitigare lo spopolamento del centro urbano (come si è verificato altrove), quanto invece a rallentare il processo di invecchiamento, sia nella città centrale che nella corona urbana. I movimenti migratori sono intervenuti quando la componente naturale era già da tempo divenuta negativa - come conseguenza del crollo delle nascite - e i cambiamenti più importanti cominciavano a dipendere esclusivamente dai movimenti migratori. Le principali tendenze di questo fenomeno si possono osservare nel grafico seguente.

Tab 3 Bazzucchi

Più in dettaglio: nel decennio 2004-2014 la città dell'Aquila ha perso 3.600 residenti con meno di 44 anni (pari all'11% del totale in quella fascia di età) ma ne avrebbe persi duemila in più senza l'apporto degli stranieri immigrati. D'altra parte, i comuni che formano la corona urbana hanno visto aumentare di quasi 1.400 unità la popolazione sotto i 44 anni: l'81% di questo saldo positivo è stato alimentato da flussi migratori.

A seconda della fase di maturazione dell'area urbana, dunque, la componente migratoria può aver mitigato le dinamiche negative della popolazione residente nella città centrale o ampliato quelle positive nella corona urbana, facendo leva prevalentemente sulle fasce più giovani, con effetti positivi evidenti sui tassi medi di fecondità [grafico seguente].

tab 5 bazzucchi

Differenze tra popolazione residente e popolazione censita. Si è discusso a lungo, e il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ne ha parlato anche recentemente, intervistato da questo giornale [leggi l'articolo], del presunto "crollo demografico" di residenti in città nel 2011, anno in cui si è effettuato l'ultimo censimento Istat. Sarebbero ben seimila le persone "scomparse" dalla città a cavallo tra 2010 e 2011.

Questo evidente gradino verso il basso è una caratteristica del processo censuario ed è dovuto alla discrepanza tra la popolazione residente registrata presso l'anagrafe comunale e la popolazione censita con cadenza decennale dall'Istat. Le ragioni di questa discrepanza sono principalmente attribuibili, da un lato, ai limiti di copertura del censimento - per mancate, parziali o errate risposte da parte dei cittadini - e, dall'altro, a problemi di sovracopertura delle liste anagrafiche, che possono presentare casi di pluriiscrizioni (intra o intercomunale), o di mancate comunicazioni di cambio di residenza da parte dei cittadini.

La differenza tra popolazione anagrafica e censita emersa dopo il Censimento del 2011 ammontava in Italia a circa 1,9 milioni di persone - al cui interno si trovano le circa 6mila del Comune dell'Aquila. Tutto ciò comporta una notevole attività di "ripulitura" e rettifica, sia degli archivi anagrafici di tutti i comuni italiani sia dell'Istat, che si protrae per un certo tempo, al termine della quale i due dati tenderanno a convergere.  

Una volta aggiornati i propri archivi, anche con riferimento all'anno appena trascorso, l'Ufficio anagrafe del Comune dell’Aquila sarà in grado di offrire in maniera sistematica alla comunità una informazione statistica di assoluto rilievo, di cui quella esposta rappresenta solo una trascurabile parte. Si tratta di una attività informativa di estrema rilevanza, quasi da configurare un vero e proprio diritto di cittadinanza.

Ultima modifica il Giovedì, 04 Febbraio 2016 22:54

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