Domenica, 19 Febbraio 2017 22:02

Cresa: ecco l'evoluzione della popolazione scolastica a L'Aquila

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A dettare l'agenda politica, in questi giorni, è la sicurezza degli istituti scolastici cittadini; argomento che è divenuto tema di campagna elettorale, seppure non sia ancora chiaro come intendano 'muoversi' le Istituzioni che, per il momento, si sono limitate a promettere la verifica della vulnerabilità sismica degli edifici, con gli studenti del Liceo Cotugno costretti, nel frattempo, a fare lezione al pomeriggio, 'ospiti' dell'Itis a Colle Sapone.

Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, tra i possibili candidati sindaco del centrosinistra, ha proposto l'inserimento di isolatori sismici sotto gli edifici scolastici con bassi indici di vulnerabilità; il candidato alle amministrative di Forza Italia, Guido Quintino Liris, ha bocciato l'ipotesi, spiegando che non c'è alternativa all'abbattimento e ricostruzione delle strutture. A tenere la barra dritta, il nascente 'Comitato Scuole Sicure' che chiede - ragionevolmente - di procedere velocemente con le verifiche affidate a ReLuis, pubblicando, poi, i valori degli indici precedenti e successivi alle prove nonché dei progetti di adeguamento sismico di tutte le scuole, comunali e provinciali oltre che la comunicazione della tempistica prevista per l'ultimazione delle perizie.

Al momento, risposte non sono arrivate.

Nel dibattito che si è sviluppato in queste settimane, tuttavia, manca un'analisi demografica approfondita che possa supportare le decisioni di politica scolastica. Eppure, l'interpretazione di queste dinamiche consentirebbero di formulare indicazioni sull’evoluzione futura dei flussi e sui possibili assetti che assumerà la popolazione scolastica locale. Ciò è particolarmente rilevante per L’Aquila.

Per questo, vi proponiamo le risultanze più significative del prezioso lavoro prodotto da Alberto Bazzucchi per il Cresa, "Presente! Evoluzione recente della popolazione scolastica in Abruzzo. Possibili scenari nel comune dell’Aquila per zone urbanistiche": rappresenta, senza dubbio, un utile strumento d'analisi per affrontare, compiutamente, anche il tema dell'edilizia scolastica.

 

L'Aquila, la popolazione residente è in modesta ma progressiva crescita; la città invecchia ma gli stranieri stanno mitigando un poco il processo

Nell’ultimo trentennio la popolazione del comune dell’Aquila ha mostrato una modesta ma progressiva tendenza crescente. Con riferimento ai residenti, si è passati da una media di circa 67.000 unità negli anni ottanta e novanta ai circa 69.000 negli anni duemila fino a raggiungere la massima espansione demografica proprio negli anni più recenti in cui la città si è attestata intorno ai 70 mila abitanti.

Nel periodo considerato, lo scarto demografico tra la città e il suo intorno è rimasto rilevante, sebbene annche i comuni della corona urbana più prossima, per lo più di dimensioni medie molto modeste, dopo l’emorragia degli anni dell’industrializzazione ed una lunga fase di stabilità durata fino ai primi anni novanta, hanno sperimentato dinamiche demografiche costantemente espansive; in particolare, nei comuni situati sul margine occidentale del capoluogo questi sviluppi si sono intensificati ulteriormente dopo il sisma del 2009.

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All’interno di questo quadro, i cambiamenti avvenuti hanno interessato soprattutto la struttura della società locale: composizione in termini di età, nazionalità, ceti sociali.

La città capoluogo ha vissuto un processo di invecchiamento più intenso di quello della corona urbana, anche perché la mobilità residenziale di solito ha interessato una fascia di età abbastanza giovane. Questo fenomeno, tuttavia, si presenta nel caso aquilano con caratteristiche ed intensità minori rispetto ad altri contesti territoriali. È vero, infatti, che tutti gli indici demografici del capoluogo sono andati peggiorando, sia in valore assoluto che relativamente al livello dei comuni limitrofi, ma questo peggioramento è avvenuto in maniera più equilibrata che altrove.

Il fenomeno demografico più importante avvenuto nel corso degli anni 2000 è il rafforzamento della componente straniera della popolazione. I dati disponibili mostrano che a L’Aquila l’arrivo degli stranieri ha contribuito non tanto a mitigare lo spopolamento del centro urbano quanto piuttosto a rallentare il processo di invecchiamento sia della città che della corona urbana.

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Infatti, nel decennio 2004-2014 la città dell’Aquila ha perso 3.600 residenti con meno di 44 anni (pari all’11% del totale in quella fascia di età), ma ne avrebbe persi duemila in più senza l’apporto degli stranieri immigrati. I comuni che formano la corona urbana hanno visto aumentare di quasi 1.400 unità la popolazione sotto i 44 anni; l’81% di questo saldo positivo è stato alimentato da flussi migratori.

Flussi che, dunque, hanno agito prevalentemente sulle fasce più giovani dei residenti, perché i migranti - per lo più - sono giovani e perché, tra le famiglie di cittadini stranieri, il tasso di natalità è ben più alto della media nazionale. Insomma, stando a scuola, i migranti hanno permesso di mitigare, soprattutto, la 'perdita' dei cittadini più giovani, tra quelli in età scolare

Questi fenomeni emergono con evidenza se si osserva l’evoluzione della popolazione nelle classi di età corrispondenti ai diversi cicli d'istruzione.

 

Il rilevante calo demografico dei cittadini tra 11 e 13 anni e tra i 14 e i 18

Confrontanto i dati del comune dell'Aquila col contesto regionale e nazionale, si evince che l'Abruzzo ha un 'comportamento' sensibilmente distinto rispetto al resto del Paese, fatta parzialmente eccezione per la fascia di età compresa tra 3 e 5 anni. Con riferimento a quest’ultima, le traiettorie osservate dal 2002 ad oggi appaiono sostanzialmente in crescita; nelle altre fasce di età, invece, se l’Italia è riuscita a mantenere inalterati i livelli di  partenza (o ad accrescerli di misura), nel decennio 2002-2012 sia la regione che L'Aquila hanno sperimentato un andamento declinante - più intenso nella città capoluogo- cui è seguita una fase più recente di stabilità o di leggero recupero (caso della popolazione 6-10 anni).

Il calo demografico ha interessato, insomma, le classi di età più elevate (11-13 e 14-18) tra i cittadini in età scolare (3-18 anni) ed è stato rilevante.

La popolazione tra 14 e 18 anni ha subito mediamente in Abruzzo una flessione dell’11% (7.200 giovani in meno rispetto al 2002) ma a L’Aquila il calo è stato pari quasi al doppio (-19%) a fronte di una sostanziale stazionarietà del dato nazionale.

I dati citati si riflettono, evidentemente, sulle trasformazioni che hanno investito la popolazione scolastica aquilana per ciclo d'istruzione ed istituto.

 

L'Aquila, calano gli iscritti nelle scuole statali: sono 10.813 rispetto agli 11.187 del 2008-2009

Nell’anno scolastico 2015/16, il sistema statale di istruzione in Abruzzo assomma complessivamente 178.205 iscritti, così distribuiti nei vari cicli scolastici: 17% scuola materna, 31% scuola primaria, 19% scuola secondaria di primo grado e 33% scuola secondaria di secondo grado. 

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Nel grafico in basso sono stati sintetizzati i principali andamenti a livello territoriale, considerando come valori di riferimento la media degli iscritti dell’anno iniziale, 2008/2009, e di quello finale, 2015/2016. Tra i due periodi indicati nelle scuole della nostra regione si è verificato un calo complessivo degli iscritti di quasi il 2%, 3.500 unità in meno in valore assoluto (la popolazione scolastica italiana è invece aumentata dell’1,2%). Alla provincia dell’Aquila sono attribuibili quasi due terzi dell’intero calo abruzzese considerato che le sue scuole hanno registrato una perdita di quasi 2.200 iscritti rispetto al 2008.

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Nell’a.s. 2008/09, le scuole statali aquilane registravano complessivamente 11.187 iscritti, pari al 28% del totale provinciale, e si attestano oggi a 10.813: al capoluogo di regione è pertanto attribuibile il 10% circa del calo che l’Abruzzo ha complessivamente sperimentato nel corso degli ultimi sette anni.

La flessione registrata nell’immediato post sisma a causa della dislocazione della popolazione è stata significativa, forse inferiore, tuttavia, a quello che ci si sarebbe potuto attendere data la gravità e la complessità delle circostanze determinatesi. Il punto di minimo sembrerebbe essersi toccato nell’a.s. 2011/12, con una perdita di oltre 900 iscritti; a partire dall’anno successivo la tendenza negativa si è invertita per intraprendere un graduale ma apprezzabile recupero verso i livelli pre sisma.

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Rispetto al pre-sisma, crescono iscritti soltanto alle scuole dell'infanzia; - 5% alla primaria,  -16% alle medie, -0.4% alle superiori

Le scuole dell’infanzia statali dell'Aquila oggi superano di poco i 1.500 iscritti - 1.900 considerando anche le scuole paritarie - pari al 14% della popolazione scolastica complessiva. La battuta d'arresto successiva al  terremoto è stata gradualmente compensata dalla positiva dinamica degli anni successivi. Nel volgere di pochi anni è stato prima ripristinato poi superato il livello pre sisma; l'intensa dinamica espansiva degli ultimi due anni appare in evidente controtendenza rispetto a quanto avvenuto nel resto del paese.

Gli alunni della Scuola primaria sono complessivamente poco più di 3 mila, 2.700 circa iscritti nelle scuole statali e 320 in quelle paritarie, e rappresentano un quarto della popolazione scolastica comunale. Rispetto al 2008, il numero degli alunni risulta inferiore di 170 unità (-5% in termini percentuali). La fase di recupero successiva al sisma non è riuscita, anche in ragione della sfavorevole dinamica demografica, a recuperare i livelli di partenza. I dati mostrano come la flessione aggregata delle iscrizioni nel periodo considerato non sia distribuita in maniera omogenea tra i vari istituti:  le informazioni disponibili indicano come il calo delle iscrizioni sia concentrato nelle sedi scolastiche "centrali", per così dire, della città (Circolo Silvestro dell'Aquila ed Amiternum) e sia solo parzialmente compensato dalla crescita di quelle più "periferiche" (G. Rodari e G. Galilei).

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La popolazione scolastica delle scuole medie nell'a.s. 2015-16 è composta da 1.870 alunni (oltre la metà dei quali iscritti presso la scuola Dante Alighieri). Gli alunni delle medie si sono ridotti del 16% (344 unità) rispetto al 2008, a fronte di una leggera flessione del valore medio nazionale (-0,1%). È forse opportuno sottolineare come nel contesto aquilano il calo degli iscritti (-16%) sia associato ad una riduzione della popolazione residente compresa tra 11 e 13 anni (-7,4%). Questi andamenti non offrono agevoli interpretazioni: si sarebbe indotti a ritenere che il mantenimento della residenza nel comune capoluogo non implichi necessariamente l'iscrizione presso le scuole locali, ma si tratta di una ipotesi che dovrebbe essere supportata da informazioni quantitative più circostanziate sugli effettivi flussi delle iscrizioni.

Complessivamente, gli alunni iscritti alle scuole superiori statali del comune dell’Aquila sono 4.769, pari al 41% del totale. A differenza del resto dell’Abruzzo, sotto il profilo aggregato non appaiono mutamenti sostanziali (rispetto al 2008 il calo è stato di appena -0,4%); piuttosto, l'evoluzione è articolata tra i diversi indirizzi di studio.

 

Superiori: bene Scientifico, Commerciale e Alberghiero, male il Classico (-164 iscritti rispetto al 2008)

All’interno del complessivo rafforzamento dei percorsi liceali (in particolare il liceo scientifico) si deve annoverare il significativo ridimensionamento del liceo classico (-164 iscritti rispetto al 2008). Si registra un aumento anche per gli indirizzi professionali, attribuibile, tuttavia, al solo Istituto alberghiero (+40% rispetto al 2008) che ha più che compensato le flessioni registrate nei restanti istituti.

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Anche per i percorsi tecnici sono presenti significative differenze interne. Il sentiero seguito dall’Istituto per geometri e dall’industriale assume le forme di una parabola i cui esiti sono però contrapposti: questa infatti culmina al di sopra del livello di partenza per il primo e al di sotto per il secondo.

L’Istituto commerciale, dopo una fase di evidente arretramento, sembra esseri avviato su un sentiero fortemente espansivo, in netta controtendenza rispetto agli altri indirizzi.

 

Proiezioni per il futuro

Dunque, la popolazione residente nel comune dell’Aquila nelle fasce in età scolare (3-18 anni) ha evidenziato negli ultimi sette anni una tendenza decrescente, particolarmente acuta nelle fasce 11-13 e 14-18 anni. Non è detto che si tratti di tendenze irreversibili. Alcuni fenomeni demografici in corso lascerebbero infatti presupporre, se confermati, che questo quadro possa mutare nel prossimo futuro, influenzato dalle dinamiche migratorie e dall’arrivo di nuclei di familiari di cittadini stranieri. 

Il numero di stranieri residenti a L’Aquila aventi un’età compresa tra 0 e 18 anni è cresciuto del 60% nell’arco degli ultimi sei anni, con una evidente accelerazione nel triennio 2012-2014. In particolare, il numero di residenti stranieri fino a 10 anni è raddoppiato e questo lascerebbe prefigurare almeno una tenuta – se non un progressivo aumento – delle classi più giovani di popolazione.

Si tratta di “proiezioni” e non di “previsioni” poiché gli scenari ipotizzati non si basano su sofisticati modelli di previsione demografica ma su sviluppi evolutivi inerziali, dipendenti dalle caratteristiche della attuale struttura demografica.

Tuttavia, si può attendere un calo di 69 unità (4%) degli iscritti alla scuola dell'infanzia tra il 2014 e il 2018.

Il calo demografico sembrerebbe non interessare i bambini all’avviamento nelle scuole elementari. Per l’anno corrente, si configura un leggero incremento rispetto al precedente, che sarà confermato anche nel prossimo anno essendo in ingresso coorti demografiche di entità paragonabile. Lo stock demografico corrispondente al quinquennio delle primarie rimarrà superiore ai livelli attuali anche a seguito dell’ingresso dei nati del 2014 (a.s. 2020/2021): anzi, nel triennio 2017/2019 si potrebbe attendere un incremento della popolazione scolastica primaria nell’ordine del 2,5% mentre solo nel 2020 è ipotizzabile un leggero calo (di circa l’1%) rispetto al periodo precedente.

Per quanto riguarda le scuole medie, nei prossimi anni dovrebbe delinearsi un andamento caratterizzato da una certa variabilità in cui fasi di ampliamento si alterneranno a momenti di contrazione. Il periodo di massima espansione, considerata l’attuale struttura demografica, dovrebbe realizzarsi nella prima metà del prossimo decennio, in cui verranno superate le 1.760 unità, per poi tornare praticamente ai livelli attuali.

Con riferimento alle scuole superiori è possibile estendere al 2029 la proiezione temporale, cioè al massimo possibile ipotizzando di volta in volta l’ingresso delle coorti demografiche appartenenti alle classi di età inferiori. L’attuale struttura della popolazione locale sembrerebbe implicare un progressivo restringimento della base demografica di riferimento (14-18 anni) che si protrarrà per tutto il prossimo decennio, con una perdita complessiva di circa 100 unità (-5%) rispetto ai livelli attuali. Nella sezione finale del segmento temporale valutabile - dal 2025 in poi - lo stock dei 14-18enni sperimenterà un apprezzabile rimbalzo, attestandosi tuttavia su livelli mediamente inferiori a quelli attuali. Ciò farebbe supporre che il numero delle iscrizioni sia destinato a scendere anno dopo anno stanti gli attuali assetti migratori. 

 

Proiezioni per singole circoscrizioni: si attende contrazione del numero di studenti a Pettino, Torretta, Sant'Elia e Gignano; in forte espansione Roio e Pianola

L'esercizio è stato riprodotto con riferimento ad aree sub comunali - zone rilevanti sotto il profilo urbanistico ritagliate all’interno del perimetro municipale - intese quali “bacini di utenza” delle istituzioni scolastiche aquilane che dispongono di plessi (punti di erogazione) di istruzione pre primaria e primaria.

Il territorio cittadino è stato suddiviso in 14 bacini che comprendono anche il Centro storico. Per ciascun bacino di utenza è stata isolata la popolazione di età compresa tra 6 e 10 anni, approssimazione della popolazione oggi frequentante, e poi quella tra 1 e 5 anni, approssimazione di quella che frequenterà le scuole elementari a partire dall’a.s. 2020/21.

Il rapporto tra la popolazione scolastica futura e quella attuale fornisce un indice di pressione demografica: (pop. 1-5)/(pop.6-10) x 100. Tale rapporto è superiore a 100 quando i bambini di età inferiore a 5 anni sono localmente più numerosi di quelli della classe di età successiva, per cui le scuole primarie del bacino avranno, presumibilmente, un numero crescente di iscritti. Viceversa, in presenza di valori inferiori a 100, sarebbe lecito attendersi per ciascun bacino (a parità di altre condizioni) una contrazione della domanda locale di istruzione.

A leggere le tendenze attese nelle singole circoscrizioni comunali considerate, il valore medio dell’indice di pressione demografica risulta pari a 103, dunque segnala una leggera crescita complessiva delle iscrizioni in futuro. Tuttavia, il quadro sottostante il dato medio è piuttosto articolato: vi sono zone della città ad elevata densità demografica in cui nel prossimo decennio l’utenza potrebbe contrarsi in maniera significativa (fino al -9% a Pettino e Torretta/S. Elia/Gignano), altre in cui la domanda locale potrebbe mostrare sviluppi significativi (+15% per Paganica/Tempera/Onna/ Bazzano/S.Gregorio; +29% per Preturo), o addirittura espandersi di oltre il +30% (Roio/ Pianola).

 

Ipotesi sull'evoluzione della popolazione scolastica

Le ipotesi che si possono formulare in riferimento all’evoluzione attesa nei prossimi anni potrebbero essere così sintetizzate:

  • un andamento moderatamente declinante della domanda scolastica nella scuola materna, destinato probabilmente ad arrestarsi se saranno confermate le più recenti dinamiche migratorie, col risultato di mantenere costanti le dimensioni di domanda complessiva e dunque senza implicare pressioni particolari per le attuali strutture;
  • un ampliamento della domanda nella scuola elementare e media, che richiederà il riutilizzo di risorse parzialmente dismesse nelle fasi di contrazione; questo fenomeno non riguarderà le zone centrali della città ma investirà buona parte del suo settore orientale: le frazioni di Roio/Pianola/Bagno/Monticchio in particolare, ma anche aree ad esse limitrofe come Paganica/Onna/S. Gregorio (di maggiore rilievo demografico);
  • una diminuzione complessiva della domanda per la scuola superiore; la conseguente condizione di eccesso di offerta dovrà essere governata per circa un decennio, alla fine del quale potrebbe essere plausibile una ripresa della domanda.
Ultima modifica il Lunedì, 20 Febbraio 2017 13:30

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