Il protocollo, potete leggerlo qui, istituisce un comitato di esperti presieduto da Paolo dell'Anno, professore di diritto ambientale, che garantirà programmi e norme per la sperimentazione di nuovi processi di selezione, trasporto, smaltimento e recupero delle macerie. Il sisma ne ha prodotte 3 milioni di tonnellate, fino ad oggi ne sono state rimosse poco più di 700 mila. I dati, aggiornati quotidianamente, li trovate al sito del Commissario per la ricostruzione.
Se le macerie pubbliche, prodotte a seguito di crolli o demolizioni effettuate su ordinanze sindacali, finiscono alla ex Teges di Bazzano, quelle private, derivanti da scavi nei lavori di ricostruzione o dalla riparazione degli edifici privati, partono per le più disparate destinazioni. Sono 90 i punti di conferimento abilitati, 41 nella provincia dell'Aquila e 20 in quella di Teramo. Ce ne sono poi ad Ascoli e Macerata, a Chieti e Rieti, fino a Terni. E i costi di questi viaggi, la stima è 10 centesimi per tonnellata a chilometro, vengono pagati con soldi pubblici. L'intesa punta a rendere concorrenziale, per i costruttori privati, la scelta di cave pubbliche locali. E questa è una gran bella notizia. Non solo in termini economici. Le macerie trattate in città, infatti, potrebbero essere riutilizzate per la costruzione di nuovi edifici, evitando così inutili sprechi, oltre che per ripristinare le cave di Pontignone e San Giuliano.
Il Comune e il dicastero si sono impegnati, in questo senso, a realizzare una piattaforma di messa in riserva e lavorazione. Il polo sarà progettato ed attuato dall'amministrazione attraverso l'Asm. Il Ministero dell'Ambiente, da par suo, ha promesso il massimo sostegno della Sogesid, società in house che, negli ultimi mesi, a dire il vero, è finita al centro di numerose polemiche. La S.p.a pubblica, istituita nel 1993, ha vivacchiato per un po' di anni occupandosi di impianti idrici. A fine 2006, il grande salto: sempre di proprietà del Ministero al 100%, è stata trasformata in società in house e le sue competenze sono letteralmente esplose. Il ministro dell’epoca, Stefania Prestigiacomo, ha nominato come presidente e amministratore delegato Vincenzo Assenza, suo concittadino, ex mastelliano confluito nel Pdl.
Con lui, la Sogesid ha ottenuto una valanga di incarichi: pensate che dal 2009 al 2011 ha ricevuto dal Governo 426 milioni di euro per la realizzazione di progetti nel settore dei rifiuti. Una cifra astronomica. Lo ha denunciato lo stesso Corrado Clini in Commissione Ambiente, alla Camera, parlando del decreto sulla Spending Review che, tra le altre cose, prevede la dismissione delle società in house al 31 dicembre 2013. Tra poco meno di 9 mesi."La nostra intenzione", ha detto il Ministro, ”è prepararci a una chiusura delle attività per fare in modo che queste rientrino in procedure ordinarie e trasparenti e, soprattutto, fare in modo che la Sogesid lavori coerentemente con il ministero in questi ultimi mesi”.
Speriamo sia così anche a L'Aquila. E' altro che lascia interdetti, però. Un accordo simile era già stato firmato nel settembre del 2010, tre anni e mezzo fa, dal Commissario Delegato per la Ricostruzione e Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, con la Provincia dell’Aquila, il Comune di Barisciano e il Comune dell’Aquila. E prevedeva proprio la realizzazione di un polo tecnologico pubblico per lo stoccaggio provvisorio, il trattamento e lo smaltimento delle macerie. A Barisciano. Abbiamo incontrato l'ingegnera Cristiana Alfonsetti, incaricata con il collega Riccardo Zingarelli della redazione del progetto per la realizzazione di quel sito: "Siamo stati scelti attraverso una selezione per curriculum curata dall'Ordine degli Ingegneri della provincia dell'Aquila", ha raccontato a NewsTown, "Ci è stato chiesto di progettare una piattaforma per lo stoccaggio e la rimozione delle macerie. L'incarico ufficiale è arrivato nel luglio del 2011, con il decreto 49 firmato dal commissario Chiodi". Potete leggerlo cliccando qui. All’articolo 1, in effetti, viene autorizzato il Sindaco del Comune di Barisciano, in qualità di soggetto attuatore, a realizzare il polo che, nelle intenzioni, dovrà trattare anche le macerie provenienti dalla demolizione degli immobili gravemente danneggiati dal sisma.
Il sito viene individuato dalla Direzione Protezione Civile della Regione Abruzzo, nell’ambito delle attività del Tavolo di coordinamento per lo smaltimento e recupero delle macerie. L’ISPRA e l’ARTA accertano l’idoneità del polo esprimendo parere favorevole all’ampliamento della ex discarica adibita a conferimento di rifiuti urbani. Insomma, nel luglio 2011 le attività progettuali possono iniziare. "Abbiamo lavorato duramente fino a novembre 2011", continua la Alfonsetti, "quando abbiamo consegnato il progetto al comune di Barisciano che ha poi ottenuto le autorizzazioni richieste, quella del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale e quella del Servizio Gestione Rifiuti. L'iter autorizzativo si è concluso nel settembre 2012. Da allora, però, il progetto si è bloccato e non ne capiamo i motivi". Pensate che, per la realizzazione del polo, era già prevista anche una importante copertura finanziaria: "E' vero. Il decreto 49 aveva stanziato, in via preliminare, 5 milioni di euro. Nel maggio 2012 poi, con il decreto 114, sono stati assicurati altri 11 milioni. Una cifra che permetterebbe la realizzazione del sito, strategico per l'intero cratere, e che da progetto si comporrebbe di un impianto di trattamento delle macerie pubbliche e private e di una discarica per lo smaltimento dei materiali non altrimenti reciclabili. E invece non se ne è fatto ancora nulla. Mi sento affranta come cittadina aquilana più che come tecnico. Il mio lavoro, in realtà, è finito: il progetto è stato redatto e approvato. Non vederlo realizzato, però, è segno che la ricostruzione si allontana sempre di più".
Sfogliamo insieme a lei l'accordo di programma sottoscritto a gennaio: "In questo documento si definiscono azioni per lo smaltimento e il riciclo delle macerie. Il polo tecnologico di Barisciano servirebbe proprio a questo: è stato progettato per trattare le macerie, per renderle una risorsa. Che senso ha firmare un nuovo accordo, che pare il duplicato di quello sottoscritto nel settembre 2010? Che senso ha ricominciare da capo, con la scelta del sito e la redazione del progetto, con la richiesta di tutte le autorizzazioni e l'elaborazione di un piano finanziario per reperire le risorse occorrenti, quando a Barisciano è già tutto pronto da mesi? Sarebbe un'inutile perdita di tempo. E di tempo se ne è sprecato già troppo".
In effetti, i dati sono lì a denunciarlo, la rimozione delle macerie procede ancora troppo lentamente. E non si è sprecato solo tempo. Quanto sono costati i sondaggi ambientali condotti nel sito, le analisi geotecniche del terreno, le istallazioni di parte dei piezometri previsti? Quanto è costato il lavoro dei tecnici?
Incontriamo Francesco Di Paolo, sindaco di Barisciano: "Fino ad ora, abbiamo speso intorno ai 600 mila euro", risponde, spiegandoci che il progetto non è ancora partito "perché Giuseppe Romano, allora soggetto attuatore per la rimozione delle macerie, ci ha inviato qualche mese fa una lettera indicando la possibilità di ampliare l'area oggetto dell'intervento, ingombrando altri terreni. Stiamo valutando con i nostri tecnici se l'intervento è fattibile".
Insomma, il polo di Barisciano si farà: "Non mi è stato comunicato né formalmente né informalmente che si intende abbandonare il progetto. I soldi ci sono, sono stati stanziati e già accreditati 5 milioni di euro, altri 11 ne arriveranno a lavori iniziati, e abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie. Non vedo, dunque, alcun problema. Il Sindaco dell'Aquila è a conoscenza dello stato dei lavori a Barisciano e non ha mai sollevato dubbi sul polo tecnologico. Almeno, non a me".
Eppure, nell'accordo di programma del 14 gennaio, le parti chiariscono che la piattaforma di messa in riserva e lavorazione delle macerie sarà progettata ed attuata dal Comune dell'Aquila attraverso A.S.M avvalendosi, se richiesto, di Sogesid. Si parla chiaramente, insomma, di un nuovo progetto. Non solo. Il Comune e il Ministero si impegnano ad elaborare un piano finanziario degli interventi. A cercare, in altre parole, fondi per realizzarli. "Individuare un'altra area, cercare altri soldi, predisporre un nuovo progetto non avrebbe alcun senso e allungherebbe ulteriormente i tempi della rimozione delle macerie", insiste Di Paolo, "sarebbe davvero spiacevole vanificare tutto il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora. Spero nessuno abbia in mente di bloccare la realizzazione del sito. Per il bene dell'Aquila e dei comuni del cratere. E per Barisciano. Il polo rappresenterebbe per noi una grande ricchezza. Siamo decisi ad andare avanti, se poi dovesse arrivarmi una telefonata..."
Il viso del Sindaco si contrae in una piccola smorfia. La sensazione è che la preoccupazione, per ora, voglia nasconderla. Staremo a vedere. Se si decidesse davvero di progettare la piattaforma in un altro sito, l'amministrazione dovrebbe spiegare alla città i motivi di una scelta, ad oggi, incomprensibile. Che condannerebbe a tempi ancora più lunghi il processo di rimozione delle macerie. Con il solito spreco di denaro pubblico.