Venerdì, 26 Ottobre 2018 17:06

Nonna Rosa e la Film Commission

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Ho intervistato nonna Rosa sulla notizia cinematografica della settimana, volendo, per una volta, concentrarci solo sulle cronache abruzzesi. Le ho chiesto: ‘Nonna, sai cos’è una Film Commission?’.

Lei mi ha guardato con un misto di compatimento e disperazione da incomunicabilità; lo fa quando le questioni esulano i temi dell’arte di stare al mondo in forma smagliante da 90 anni, della cucina tradizionale e della gestione della casa e dei campi. Allora le ho chiesto dove è ambientato Don Matteo: a Gubbio. Sì e poi anche a Spoleto.

Stessa domanda al mio amico ingegnere, che più o meno ne ha sentito parlare, ma non sa bene a cosa servano le Film Commission; poi gli ho chiesto se sa dove è ambientato Il commissario Montalbano o L’ispettore Coliandro: a Vigata alias Porto Empedocle e a Bologna.

Quindi non chiederti cosa tu puoi fare per una Film Commission, ma chiedi cosa una Film Commission può fare per te, soprattutto se vivi nella penultima regione in Italia a inaugurarne una, manca solo il Molise a questo punto. La Film commission abruzzese è stata istituita con una legge regionale nel dicembre 2018, dotata di linee guida nel settembre 2019 sta avviando il suo piano di lavoro. Allora, quali i benefici più evidenti se davvero inizierà a funzionare?

Intanto un cinema a chilometro zero, sotto ai nostri occhi, se ci piace assistere a come si realizza un film o uno spot. Può essere divertente e potrebbero chiederci di usare casa nostra, in affitto, per girare qualche scena, potremmo essere arruolati come comparse. Poi le film commission contribuiscono a far apprezzare la regione come destinazione di viaggi e turismo, speriamo intelligente. Si favorisce l’avvio di una nuova economia grazie ai soldi che chi deve girare un film spende anche nei luoghi delle riprese per personale, servizi, ospitalità, necessità. E poi si hanno nuovi canali e idee per l’accesso a ‘fondi europei’ per le imprese dell’audiovisivo.

Nei prossimi mesi la Rai metterà in onda la serie girata da Marco Risi sul terremoto dell’Aquila e va bene, ma speriamo che entro il 2019 si possa riuscire a convincere una società di produzione a girare in Abruzzo, invece che in Puglia o in Umbria, le prime 10 puntate di una serie, da vedere su Amazon, Netflix, Disney, Apple, Rai, Rakuten Tv, una qualsiasi. La storia? Un fantasy avvincente in questa terra di mezzo. Sarebbe un tassello di una auspicabile cura ricostituente per l’Abruzzo.

Anni fa esisteva già una Film Commission in Abruzzo, il terremoto del 2009 ne compromise la sopravvivenza, dopo un decennio si è arrivati di nuovo a capire che il territorio ne ha bisogno.

Tratto da: Hai letto di… #25- frankenstein discrezionale di notizie di cinema, 20 al 26 ottobre

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