Una intera famiglia distrutta. E' il tragico bilancio della violentissima esplosione che ieri mattina, intono alle 10:15, ha devastato la collina di Villa Cipressi, a Città Sant'Angelo. Un boato terrificante, centinaia di chili di polvere pirica che hanno fatto saltare in aria la premiata fabbrica di fuochi d'artificio "Di Giacomo".
Sarebbe stato il deposito giudiziario di botti illegali ad esplodere per primo. Testimoni e ipotesi d'indagine confermano che l'incidente ha avuto origine non nella fabbrica "Di Giacomo" ma nella casamatta giudiziaria. Poi, la seconda esplosione in fabbrica, seguita da altri due boati.
Il bilancio è di quattro morti e otto feriti (tra loro, quattro vigili del fuoco). Verso le 13 è stato estratto dalle macerie il corpo del giovane Alessio Di Giacomo, figlio ventenne del titolare della fabbrica Mauro Di Giacomo, 45 anni, che insieme a suo fratello Federico Di Giacomo e a Roberto Di Giacomo è stato trovato a più di ventiquattro ore dall'esplosione, tra le macerie. Ne ha dato notizia, a Pescara, il sottosegretario all'interno con delega ai vigili del fuoco Giampiero Bocci, insieme al capo dipartimento dei vigili del fuoco Francesco Paolo Tronca. Con loro anche Alfio Pini, capo del Corpo nazionale dei vigili.
Tra le persone messe in salvo dai soccorritori, la nonna della vittima e la badante, soccorsa dai carabinieri del radiomobile di Montesilvano prima della seconda esplosione. La nonna è stata raggiunta subito dopo e trasportata all'ospedale di Penne. La donna, malata di alzheimer, ha riportato ferite lievi. Salvi anche Gian Marco Di Giacomo, fratello della vittima, e Giordano Di Giacomo, che si è rifugiato in un bunker sotterraneo.
"Tutta la zona è stata circoscritta, transennata, e sarà sottoposta a tutela e bonifica" ha detto ai giornalisti il prefetto di Pescara, Vincenzo D'Antuono. "Ci sono ancora delle fonti di rischio per i cittadini e sono a lavoro artificieri e vigili del fuoco. Saranno necessari giorni, probabilmente. I focolai di incendio sono motivo di attenzione - ha aggiunto - considerato che alla base di tutto c'è la polvere pirica. La sala della protezione civile in prefettura è stata attivata immediatamente e sarà chiusa quando sarà conclusa la situazione, cioè quando non ci sarà più alcun rischio - ha proseguito. Solo allora metteremo la parola fine - ha detto sempre D'Antuono - a questa tragica, drammatica situazione". Quanto alle cause "sono in corso accertamenti tecnici. Sono diverse le ipotesi ma non si puo' arrivare a nessuna conclusione".
Cristina Tedeschini, procuratore aggiunto anche lei come D'Antuono a Villa Cipressi, ha riferito che la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo per incendio colposo, disastro colposo e omicidio colposo e l'area e' stata sottoposta a sequestro. L'area è anche un deposito giudiziario: qui venivano depositati i botti illegali sequestrati dalle forze dell'ordine.
Il questore di Pescara, Paolo Passamonti, ha spiegato che cinque case matte sono andate completamente distrutte, provacando la distruzione di un'intera collina "come se ci si dovesse costruire sopra", ha commentato parlando della estensione del rogo.
Nel pomeriggio sono arivati i messaggi di cordoglio dal Consiglio Regionale e dal Governo, con le parole del Sottosegretario abruzzese Giovanni Legnini.
Alessio, morto nella seconda esplosione per soccorrere il padre e lo zio. Era passato un quarto d'ora dalla prima esplosione, Alessio ha gridato ai carabinieri che stavano arrivando di corsa di allontanarsi: "non avvicinatevi, c'è il rischio di altre esplosioni". Lui non l'ha fatto, ha dato ascolto al cuore e si è buttato tra le macerie per provare a salvare il padre. In quel momento, la seconda esplosione lo ha colto in pieno. Non c'è stato nulla da fare.
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