Mercoledì, 09 Dicembre 2015 17:16

Protezione civile e L'Aquila: si studia una norma che azzeri le responsabilità penali per le previsioni errate

di 

La notizia è stata pubblicata sulle pagine de 'Il Fatto Quotidiano'. Ed è destinata a far molto discutere, in particolare a L'Aquila, sfondo naturale dell'articolo firmato da Ilaria Proietti.

A Roma, si sarebbe tenuto un incontro molto partecipato, nella sala Ippolito di via Ulpiano, il cuore della sede della Protezione civile nazionale. A fare gli onori di casa il capo dipartimento Fabrizio Curcio, già tecnico ai tempi del terremoto dell'Aquila, l'uomo che scambiò sms e telefonate con Guido Bertolaso nei giorni che precedettero il sisma. "Volevo solo avvertirla – disse Curcio a Bertolaso in una delle intercettazioni trascritte dal Ros dei Carabinieri nell'ambieto dell'inchiesta Grandi Eventi – che mi ha chiamato Altero Leone… ed io ho già parlato anche con Luca perché in Abruzzo… a L’Aquila in particolare... c’è di nuovo quello scemo che ha iniziato a dire… che stanotte ci sarà il terremoto devastante”. Quando Bertolaso chiese chi fosse, Curcio rispose: “E’ Giuliani che ogni tanto se ne esce con queste dichiarazioni e trova terreno abbastanza fertile in ambito media quindi poi là la voce corre e la gente si mette in ansia… insomma quindi... non è la prima volta che succede… mi diceva Altero…”. Fu per mettere a tacere le voci che si rincorrevano senza controllo che Bertolaso decise di spedire in città, il 31 marzo 2009, alcuni scienziati della Commissione Grandi Rischi. Sappiamo cosa accadde poi.

Accanto a Curcio, il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, all'epoca del terremoto prefetto dell'Aquila, poi sostituto di Bertolaso a capo del Dipartimento di Protezione civile prima di lasciare il posto proprio a Curcio. E ancora, il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm), l'abruzzese Giovanni Legnini, già sottosegretario all'Economia del governo Renzi con delega alla ricostruzione del cratere.

Attorno al tavolo, una manciata di giuristi, tra professori universitari, esperti e magistrati: tra gli altri, Giovanni Canzi, oggi presidente della Corte d'Appello di Milano, candidato per la poltrona di primo presidente della Cassazione, già presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, ai tempi del sisma del 2009. In sala anche quattro parlamentari del Partito Democratico: Chiara Braga, relatrice alla Camera del nuovo testo unico sulla Protezione civile, oggi all'esame del Senato, Raffaella Mariani, capogruppo in commissione Ambiente, David Ermini, responsabile Giustizia del partito e Massimo Caleo, il parlamentare democrat che si sta battendo perché il testo unico sulla Protezione civile venga discusso in commissione Ambiente - di cui è membro - e non in commissione Affari Costituzionali.

Come mai questa attenzione intorno al testo unico sulla Protezione civile? Il testo è stato licenziato a Montecitorio alla fine di settembre e dovrà tornarci una volta emendato in Senato. E proprio qui sta il punto: in molti vorrebbero che il testo fosse emendato. Ecco il motivo della partecipata riunione romana.

Cosa si vorrebbe inserire nel testo già licenziato alla Camera dei Deputati? Un emendamento semplice semplice che metta al riparo i vertici del sistema di Protezione Civile dalle azioni di responsabilità penale, scrive il Fatto Quotidiano. Una norma in grado di evitare che si ripetano in futuro processi come quello alla Commissione Grandi Rischi, con la condannna in Cassazione di Bernardo De Bernardinis, e lo stralcio che vede coinvolto Guido Bertolaso.

Come fare? Il precedente che si sta studiando è l’articolo 3 della legge Balduzzi che prevede la responsabilità penale dei medici - che abbiano provocato lesioni ma anche la morte dei pazienti - solo in caso di colpa grave, sempre che si siano attenuti alle linee guida in materia sanitaria. Si guarda anche ad un'altra norma, il regolamento europeo per il settore della sicurezza aerea che prevede la non punibilità per tutte le violazioni non prevedibili o involontarie. Secondo le nuove disposizioni, gli Stati membri infatti non dovrebbero punire chi abbia assunto decisioni "le quali successivamente risultino essere state errate o inefficaci, ma che, nel momento in cui sono state adottate erano adeguate e opportune in base alle informazioni disponibili".

Strade certamente percorribili per chiudere, forse per sempre, la 'fastidiosa' - per la Protezione civile, almeno - parentesi aperta il 31 marzo del 2009 e chiusa, nel modo che sappiamo, soltanto qualche settimana fa, in Cassazione.

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Dicembre 2015 21:18

Articoli correlati (da tag)

Chiudi