Ombrina non è morta, il movimento che si oppone alla realizzazione della piattaforma petrolifera al largo della Costa dei Trabocchi potrebbe aver cantato vittoria troppo presto.
A lanciare l'allarme è il costituzionalista abruzzese Enzo Di Salvatore, autorevole esponente del Coordinamento nazionale No Triv.
Quando sembrava che l'emendamento inserito nella legge di Stabilità (che vieta le trivellazioni a meno di 12 miglia marine dalle coste) avesse messo la parola fine al progetto, nel Bollettino Ufficiale degli idrocarburi del ministero dello Sviluppo Economico pubblicato il 31 dicembre 2015 spunta fuori un articolo che potrebbe rimettere tutto in discussione.
In uno degli articolo del documento si legge: “"La sospensione del decorso temporale del permesso di ricerca "B.R269.GC", di cui è titolare la società Rockhopper Italia spa, è prorogata a decorrere dal primo gennaio 2016 e fino alla data dell'eventuale conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare di cui all'istanza "d 30 B.C-.MD" e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2016".
Secondo Di Salvatore, si tratterebbe di una sospensione del permesso di ricerca di Ombrina Mare, presupposto per il rilascio della concessione.
“Aveva ragione il Coordinamento Nazionale No Triv” scrive il giurista, alludendo allo scetticismo con cui la galassia di comitati e associazioni che costituiscono il fronte del no aveva accolto la notizia del dietrofront del Governo sulle politiche di estrazione degli idrocarburi al largo delle coste.
“Perché” si domanda Di Salvatore, intervistato da NewsTown “il ministero ha concesso una proroga il 31 dicembre, un giorno prima che entrasse in vigore il divieto imposto dalla legge di Stabilità? A me sembra solo un espediente per evitare il referendum in attesa di tempi migliori per modificare la legge”.
Preoccupazioni non condivise da Augusto De Sanctis del Forum dei Movimenti per l’acqua (uno dei comitati della rete No Triv). Poche ore dopo l'allarme dato da Di Salvatore attraverso un post su Facebook, De Sanctis ha scritto sul blog Stop Ombrina una nota, dal titolo piuttosto eloquente (“Ombrina non può essere realizzata con le nuove leggi”), tesa a fugare ogni dubbio.
“Una legge” spiega De Sanctis “non può togliere un titolo già assegnato (il permesso di ricerca, ndr) per la quasi certa incostituzionalità della norma. Prevedere una legge di questo genere avrebbe esposto ad un quasi certo ricorso al Tar da parte della ditta che avrebbe sollevato eccezione di costituzionalità con il rischio di vedersi alla fine annullare la norma introdotta con la legge di Stabilità che oggi blocca Ombrina”.
Secondo De Sanctis, insomma, ciò che è uscito fuori dalla porta con la legge di Stabilità non potrà rientrare dalla finestra grazie al decreto del Mise: “La legge di stabilità entrata in vigore qualche giorno fa incide proprio sull’aspetto centrale del contendere stabilendo che il titolo di concessione di coltivazione, cioè quello che serviva a Rockhopper per estrarre, non può essere rilasciato in quanto all’interno delle 12 miglia marine”.
Affinché la guerra, oltre che la battaglia, possa dirsi vinta, avverte però l'esponente del Forum dei Movimenti per l'acqua, occorrerà tenere ancora la guardia alta: “Per ripararsi da questa evenienza (sottolineiamo, questa cosa serve solo per prevenire eventuali ulteriori cambi normativi; Ombrina con la legge attuale non può andare avanti) è necessario pretendere che il Ministero , sulla base della nuova norma approvata nella legge di Stabilità, faccia proprio quello che ha prefigurato e, cioè, rilasci il diniego formale all’istanza senza lasciarla “aperta”. Su questo il Coordinamento No Ombrina sta già lavorando. In teoria neanche questo diniego ci metterebbe al riparo di un nuovo progetto Ombrina in caso di ulteriore modifica normativa ma almeno per molti atti bisognerebbe forse iniziare daccapo l’iter”.