Sabato, 09 Gennaio 2016 21:29

Crac Banca Etruria: nel mirino anche l'outlet di Città Sant'Angelo

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Perquisizioni della Guardia di Finanza

L'inchiesta sul fallimento di Banca Etruria ha subito, l'altro ieri, una nuova, clamorosa svolta grazie al provvedimento firmato dal procuratore del tribunale di Arezzo Roberto Rossi.

Obiettivo: acquisire tutte le delibere del consiglio di amministrazione della banca sulla concessione dei finanziamenti.  

Sono quattordici, in totale, le aziende finite sotto la lente di ingrandimento della magistratura.

Tutte sono state amministrate o comunque gestite dall’ex presidente della banca, Lorenzo Rosi, e dall’ex consigliere Luciano Nataloni, “entrambi indagati” scrive il Corriere della Sera “per omessa comunicazione del conflitto di interessi”.

Tra le società su cui, come riferisce sempre il quotidiano di via Solferino, “si concentra in modo particolare l’interesse degli investigatori del nucleo Tributario” c'è anche la cooperativa Castelnuovese, azienda edile “di cui Rosi è stato presidente fino a luglio 2014. È stato accertato” racconta il Corriere “che proprio quella ditta ha costruito a Pescara l’outlet Città Sant’Angelo”. 120 negozi distribuiti su 30 mila metri quadrati, un affare da 100 milioni di euro diventato realtà in appena un anno e mezzo, tra il 2007 e il 2009.

Gli investigatori hanno perquisito anche le sedi di altre due società legate alla costruzione del centro commerciale: la Città Sant’Angelo sviluppo spa e la Città Sant’Angelo outlet.

Secondo Il CentroRosi è uno che conosce bene l’outlet, a partire dalla prima pietra e fino all’inaugurazione. Uno che si ricorda anche che per costruirlo ci sono voluti «400 mila chili di ferro, 100 mila metri cubi di calcestruzzo, 11 chilometri di tubi d’acciaio e 40 di linee telefoniche»: in qualità di amministratore dell’impresa costruttrice Castelnuovese, Rosi è arrivato a Città Sant’Angelo anche il 24 settembre del 2009 per il taglio del nastro insieme al patron Ubaldo De Vincentiis, imprenditore italo-belga a capo della Europ Invest”.

Un altro dettaglio interessante, rivelato dal Corriere della Sera, è che “la Castelnuovese è socia della Egnatia Shopping Mall di cui Rosi è amministratore unico, insieme alla Nikila Invest, a sua volta titolare di una quota del 40 per cento nella Party srl. Socio di quest'ultima è Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, mentre la madre Laura Bovoli è amministratore unico”.

Più va avanti più l'inchiesta della procura di Arezzo rischia di mettere in imbarazzo, se non di far tremare, il governo, visto anche che uno dei vice presidenti di Banca Etruria è stato, com'è noto, Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena.

Questa settimana, intanto, dovrebbe svolgersi l'incontro tra la delegazione del comitato “Difesa dei risparmiatori Banca Etruria” di Pizzoli (che raccoglie anche i risparmiatori di Amatrice, Antrodoco, Roma e Pescara) e i vertici della Nuova Banca Etruria: il presidente Roberto Nicastro, l'ad Roberto Bertola e la consigliera indipendente Maria Pierdicchi.

L'incontro è stato ottenuto anche grazie alla mediazione dell'avvocato Vanna Pizzi, l’esperto di diritto finanziario che rappresenta i risparmiatori abruzzesi.

Questi ultimi chiedono il rimborso totale dei soldi perduti e rifiutano la soluzione dell'arbitrato, proposta dal governo e caldeggiata anche dalla Banca d'Italia.

 

Ultima modifica il Domenica, 10 Gennaio 2016 22:00

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