"Se il centro storico è meno vissuto e sono mutate le abitudini delle persone va mutata anche la risposta in termini di sicurezza per raggiungere la popolazione nei luoghi in cui vive e svolge la sua attività sociale". Sembra già avere chiaro il quadro della situazione Vittorio Rizzi, nuovo Questore di L'Aquila, che oggi ha tenuto una conferenza stampa di presentazione.
Rizzi arriva in una città che si è estesa "a macchia di leopardo" come afferma, in un contesto però di mancanza di risorse: "Non esistono ricette magiche per una questione che riguarda tutta la pubblica amministrazione. In Polizia c'è un turn over del 50% che la sta facendo diventare anziana. E' necessario allora mettersi insieme intorno ad un tavolo per cercare di offrire la maggiore sicurezza possibile senza gelosie o campanili, e rendere tutte le risorse di cui si dispone operative al massimo".
Il nuovo Questore parla di una questura, quella dell'Aquila, "organizzata molto bene" ed elogia il lavoro della squadra mobile in cui ritrova Maurilio Grasso, suo funzionario a Roma ai tempi in cui a capo della squadra mobile c'era lui: "dovrò trattenermi da entrare nella sua stanza" scherza Rizzi che ha una storia e un profilo da poliziotto investigativo, "quindi sempre dalla parte delle vittime – spiega – e questo mi aiuta a capire meglio anche la sofferenza di cui è vittima questa città. Per questo da tecnico voglio fare la mia parte per quanto riguarda ciò che mi compete, la sicurezza".
Rizzi ha già incontrato il Procuratore della Repubblica dell'Aquila, Fausto Cardella col quale assicura una proficua collaborazione. D'altronde a nessuno sfugge che anche se il suo ruolo di Questore sarà di "gestione manageriale e non investigativa" il fiuto da poliziotto resta e potrebbe servire riguardo le possibili infiltrazioni mafiose nella ricostruzione.
Sull'utilizzo della videosorveglianza, per cui l'amministrazione ha investito già più di 200mila euro, Rizzi ammette che "è il sistema che attualmente si utilizza di più nelle capitali europee" ma ancora non sa se effettivamente a L'Aquila sia adatto. Stessa cosa per l'utilizzo dell'esercito, ancora sulle strade della città: "per me è troppo presto per fare valutazioni a riguardo" .
Su L'Aquila come "passaggio" della sua carriera Rizzi è convinto che "al di là della durata di un Questore, si possono costruire progetti da mettere in cantiere per iniziative che durino e consentano alla pubblica amministrazione di andare avanti. Non conta il tempo ma il cuore, il cervello e i progetti che si mettono in campo".
Vedremo allora, quali saranno le sue prime mosse.