Niente più soprintendenze separate e pareri discordi e 10 nuovi musei e parchi archeologici autonomi distribuiti tra Roma, Tivoli, Ercolano, Campi Flegrei, Parma e Trieste.
La riforma del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT), varata nel 2014, entra nella seconda fase. Con una sorpresa 'amara', per il capoluogo: è ufficiale, infatti, che la Soprintendenza unica per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – che nascerà dalla fusione della Sopritendenza Belle Arti e Paesaggio diretta da Maria Giulia Picchione e oggi a L'Aquila con la Soprintendenza Archeologica che ha sede invece a Chieti – troverà casa nel capoluogo teatino. La Soprintendenza unica per il cratere resterà invece a L'Aquila, ma fino al 31 dicembre 2019. Poi, scomparirà.
La nuova articolazione territoriale che, secondo il ministro, "realizza una distribuzione dei presidi più equilibrata ed efficiente", è stata definita – ha spiegato Dario Franceschini - "tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori. "Ogni nuova Soprintendenza - ha precisato - parlerà con voce unica ai cittadini e verrà articolata in sette aree funzionali (organizzazione e funzionamento; patrimonio archeologico; patrimonio storico e artistico; patrimonio architettonico; patrimonio demoetnoantropologico; paesaggio; educazione e ricerca) che garantiscono una visione complessiva dell'esercizio della tutela, assicurando anche la presenza delle specifiche professionalità".
Al di là delle polemiche – di respiro nazionale, evidentemente - per la decisione di accorpare le Soprintendenze Archeologiche alle Soprintendenze Belle arti e Paesaggio, con la convizione, discussa appunto, che tutela e sviluppo si possano perseguire con una struttura organizzativa unica, a L'Aquila la decisione del ministro Franceschini sta scatenando parecchi mal di pancia.
Se il sindaco Massimo Cialente ha provato a 'minimizzare' - "L'Aquila ha già una sua soprintendenza, istituita ad hoc per il sisma" ha sottolineato a 'Il Messaggero', chiedendo poi che il Polo Museale, da Chieti, torni nel capoluogo” e trovando, sulla proposta, l'appoggio del sindaco di Chieti, Umberto Di Primio -, Giorgio De Matteis ha invece condiviso l'allarme lanciato da Guido Quintino Liris sull'ennesimo scippo ai danni del capoluogo, e, anzi, ha rincarato la dose: "Il ruggito del coniglio. Così si potrebbe definire l'atteggiamento del sindaco davanti ad azioni del governo centrale e di quello regionale che stanno, lentamente ma inesorabilmente, cancellando l'esistenza della nostra città". In altri tempi – ha aggiunto De Matteis - “sarebbe bastato molto meno per scatenare un attacco contro l'allora premier Berlusconi e l'allora governatore regionale Chiodi, presi di mira pressoché quotidianamente da sindaco e compagni. Oggi, davanti all'ennesimo colpo inferto dall'amico Franceschini, con il trasferimento a Chieti e l'accorpamento che riguarda la Soprintendenza ai Beni Archeologici, Cialente replica a questa frustata in maniera supina e morbida. Se a questo aggiungiamo il mancato finanziamento dell'Aeroporto dei Parchi, escluso dal Masterplan di D'Alfonso, la presa in giro sulla pista ciclabile, l'offesa legata al collocamento a Chieti del Centro della Vista e, da ultimo, la vicenda relativa al ponte della Mausonia, ci rendiamo conto che la città dell'Aquila è amministrata in maniera inconsistente".
Della vicenda, ha promesso di occuparsi il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, convinto – diversamente dal sindaco Cialente – che "reclamare la Soprintendenza unica nella nostra città non sia un’espressione di campanilismo ma, al contrario, significhi assecondare le vocazioni e il ruolo dell’Aquila nel contesto regionale: capoluogo amministrativo ma anche punto di riferimento nel settore della cultura".
E’ vero che L’Aquila ospita la Soprintendenza unica del cratere, ma questa si configura come una struttura per definizione pro tempore, eccezionale – ha ricordato Pietrucci - "nata in un contesto di emergenza. Terminata l’emergenza, sarà necessario impostare la rinascita, e lo si potrà fare anche e soprattutto valorizzando i punti di forza. Credo, in estrema sintesi, che sia persino grottesco togliere all’Aquila il presidio naturale della struttura della Soprintendenza. È pericoloso entrare nel territorio del 'tutto è possibile', significherebbe esporsi al rischio di vedere messi in discussione ogni volta i presidi istituzionali e amministrativi della nostra città, e lo stesso vale per le altre città capoluogo di regione. Non è accettabile che vi siano precedenti in questo senso".
Si tratta perciò di fare un lavoro di mediazione e persuasione per rimediare a quello che Pietrucci non esita a definire un errore gravissimo. "Lavorerò con i nostri punti di riferimento nazionali, a cominciare dalla senatrice Pezzopane, per esplorare i margini perché la scelta venga corretta, e all’Aquila venga assegnato il naturale presidio costituito dalla Sovrintendenza unica. Non è pensabile inoltre che si possa considerare come ipotetico riequilibrio l'installazione di un polo museale regionale a L'Aquila, visto che il capoluogo dispone già naturalmente di una rete di musei forte e autonoma".
CGIL: "Un fatto grave. Non si tratta di campanile, ma dell'esigenza di ribadire la rilevanza del presidio dello Stato con sede nella Città capoluogo"
"La Riforma del MIBACT è una enorme operazione strutturale che, mediante interventi legislativi impropri, punta al raggiungimento di obiettivi non rispondenti ad una logica di innovazione quanto, piuttosto, ad una radicale mutazione dell'intero sistema della tutela del patrimonio artistico culturale e del paesaggio. Viene introdotta, infatti, una cesura netta tra tutela e valorizzazione, puntando alla 'messa a reddito' del patrimonio. Contemporaneamente si trasformano i processi decisionali al punto tale da mettere a rischio l'efficacia nel contrasto alle operazioni speculative che nel nostro Paese non mancano mai".
Si legge in una nota firmata da Umberto Trasatti, Segretario Generale CGIL provinciale, e Rita Innocenzi, Segretario Generale FP CGIL provinciale. "Ora, in questo contesto così complesso, nella Città dell'Aquila, che ha vissuto e vive plasticamente il dramma di un patrimonio culturale colpito dal sisma e dove si sperimenta, più che altrove, un rinnovato riconoscimento per l'importanza ed il valore del ruolo delle Soprintendenze, pare non debba esservi la Sede della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo. È un fatto grave. Noi riteniamo che rivendicare la correzione dell'elenco ricognitivo delle sedi, inserito nell'allegato al recente Decreto del Ministro Franceschini, e reinserire, come previsto proprio nel testo dello stesso Decreto la sede dell'Aquila, non possa e non debba essere ricondotto ad un banale fatto di campanile, ma all'esigenza di ribadire la rilevanza del presidio dello Stato con sede nella Città capoluogo e ciò come avviene in tutte le Regioni d'Italia. E non si dica che la Soprintendenza Unica nata temporaneamente (fino al 2019) a supporto - peraltro con scarsa dotazione organica rispetto alle incombenze – possa essere motivazione per giustificare tale 'errore'. Riteniamo, infatti, che l'attenzione e gli interventi che ci hanno visto coralmente impegnati per 'rispedire al mittente' i tentativi, all'indomani del 6 aprile 2009, di spostamento altrove di centri direzionali, sedi di uffici e corsi universitari non possano essere dimenticati o vanificati. E non intendiamo, quindi, assolutamente, recepire logiche di baratto che si tenta di far passare tra la localizzazione aquilana di eventi culturali ed un presidio quale la Soprintendenza che, ora e a regime, è logico che risieda all'Aquila. Tutto ciò perché il terremoto e, conseguentemente, i temporanei necessari supporti come i finanziamenti legati alla ricostruzione ed alle indispensabili politiche di sviluppo, non possono essere visti come un privilegio o un qualcosa che necessita di un riequilibrio territoriale, poiché rappresentano un diritto per un territorio che ancora combatte contro il declino".
Sara Marcozzi (M5S): "Pietrucci la smetta con il campanilismo"
"Capiamo la delusione dei cugini Aquilani riguardo lo spostamento della sede regionale ma siamo fortemente convinti che una sede di uffici non rappresenti la differenza di obiettivi nella promozione e conservazione dei beni e dei paesaggi della nostra regione".
A sottolinearlo è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, la teatina Sara Marcozzi. "Il trasferimento della sede con la conseguente fusione delle Soprintendenze Archeologiche e delle soprintendenze Belle Arti e Paesaggio (Beap), ha diverse propositività innanzitutto logistiche: Chieti è collocata al centro della nostra Regione e ciò acconsentirebbe a una maggiore fruibilità della sede da parte dei funzionari, dei responsabili delle strutture capaci di interfacciarsi direttamente e personalmente con la sede centrale. Inoltre, organizzare la fusione in unico organismo acconsentirebbe ad una migliore gestione del lavoro, riducendo tempi e sprechi ed ottimizzando l'organizzazione interna degli uffici nonché del personale e facenti funzioni.
Ricordo inoltre - prosegue Marcozzi - che nella città capoluogo fino al 31 dicembre 2019 resterà la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell'Aquila e i Comuni del Cratere ciò a testimonianza che l'Aquila non sarà dimenticata piuttosto il decreto ha una utilità prettamente organizzativa".
Marcozzi ricorda poi al consigliere Pietrucci, "consigliere regionale e non comunale, che la produzione artistica e culturale di una città come L'Aquila non può dipendere dalla sede di uffici e direzioni, piuttosto dalle capacità politiche delle amministrazioni che le incentivino. Siamo fermamente convinti che L'Aquila meriti di più, molto di più di una sede. Merita un progetto di lunga veduta che la proclami in Italia ed in Europa quale polo culturale, accentrando ad essa l'attenzione di esperti e studiosi che lavorino per la rinascita della città. Il consigliere Pietrucci è maggioranza di governo della Regione e del Paese, pensi a un programma per la cultura in Abruzzo piuttosto che difendere solo uffici e campanili. Cosa stanno facendo Pitrucci e il PD per valorizzare il ruolo della cultura in Abruzzo?".