La nota è arrivata in redazione stamane. Non è firmata, e risulta inviata dall'indirizzo mail 'città in saldo'. Rappresenta - almeno, così è indicato - il punto di vista di alcuni funzionari del Mibact sul trasferimento a Chieti della nascente Soprintendenza 'mista'. Ve la proponiamo, perché contiene spunti e riflessioni interessanti. Restando a disposizione, ovviamente, dei funzionari che non dovessero riconoscersi in queste parole.
"Una città in saldo. Così appare, ai nostri occhi, lo spolpamento delle funzioni amministrative e culturali della città capoluogo di regione (blasonato titolo di decadenza nobiliare?) con il trasferimento della Soprintendenza a Chieti. Unico caso in Italia. Una riforma, quest’ultima di Franceschini, che riforma quella ancora in atto. Dietro parole magiche come olistiche, che indicano semplicemente 'la voce unica' che riunisce le funzioni dell’archeologia alle belle arti e paesaggio, si nascondono 'trappole per una tutela messa sotto mobbing', è l’autorevole voce di Tomaso Montanari a definirla tale su Repubblica.
Ma se la riforma in ambito nazionale, nella sua spina dorsale, lascia amareggiati e perplessi, questa vira bruscamente verso uno sdegnato affronto se si punta l’obiettivo alla nuova organizzazione abruzzese. E così constatiamo tristemente che la storica Regia Soprintendenza all’Arte medievale e moderna degli Abruzzi e Molise, nata nel 1924 all’Aquila, trova il suo funereo epilogo dopo quasi cento anni sotto ceneri di un prestigio professionale che ha operato per l’intero territorio regionale, in osmosi con una città vincolata, unico caso in Abruzzo, nell’intero centro storico, una fra le 10 città d’arte più importanti d’Italia. E non basta a noi, funzionari sì, ma anche cittadini, essere addomesticati dalla Soprintendenza Unica, istituita dopo il sisma, perché, particolare irrilevante, è a scadenza, come riportato dal Decreto, al 31.12.2019.
Unico caso in Italia, questo sì veramente un titolo, in cui il capoluogo di regione viene espropriato della Soprintendenza mista. E dopo qualche vario rinnovo neanche la Soprintendenza Unica (l’Irpinia insegna). E poco vale la caramella amara del Jazz in festival, regalo del Ministro, o la sede del MAXXI a Palazzo Ardinghelli, quando e se mai sarà, in una regione che ha nel proprio territorio più 'Abruzzi' e la cui politica sembra orientata verso l’area costiera: stiamo ancora aspettando la legge per l’Aquila capoluogo. Anche il sindaco Cialente crede 'sia giusto che la nuova Soprintendenza si trasferisca a Chieti', auspicando che il Polo Museale di Chieti possa un giorno essere trasferito all’Aquila. E la senatrice Pezzopane ritiene che rendere definitiva la UNICA del cratere sismico (quante fragili ipotesi senza certezze) possa essere la panacea dei mali aquilani! E L’Aquila sarà ricordata per sempre... per il sisma! Difficile sperare in qualcosa di buono, dopo la debolezza manifestata anche nella bocciatura della Perdonanza come patrimonio dell’Unesco e quella dell’Aquila come capoluogo della cultura d’Italia. Difficile sperare, con queste premesse ed epiloghi di politiche culturali insignificanti, imbastite sulla trama di una città smantellata e svenduta".