Ryanair 'vola via' dall'aeroporto d'Abruzzo.
Al culmine di una mattinata di polemiche, è stata la Saga, società che gestisce lo scalo, a comunicarlo in una nota.
La compagnia irlandese ha deciso la chiusura della Base Ryanair a Pescara, aperta nel 2009, e la riduzione del programma voli a due destinazioni a partire dal 27 ottobre 2016. Pertanto, i voli per Londra, Francoforte, Bergamo, Barcellona, Dusseldorf, Parigi, Charleroi saranno garantiti soltanto sino alla fine della Summer 2016, già in vendita sul sito della compagnia.
"Sempre nella stessa nota ufficiale pervenuta a Saga - ha inteso comunicare la società - Ryanair attribuisce all'incremento delle addizionali comunali le motivazioni che hanno generato la decisione di sospendere parte della propria operatività sull'Aeroporto d'Abruzzo visti gli impatti negativi sulla redditività delle rotte che rendono insostenibile il mantenimento di alcune destinazioni. Il vettore irlandese ha comunque indicato una disponibilità a rivalutare le decisioni assunte in caso della prospettazione di forme compensative a tali incrementi resi disponibili entro le prossime settimane".
Forme compensative che, tuttavia, non saranno garantite da Regione Abruzzo. A chiarirlo, la direttora generale Cristina Gerardis. "Per il nostro aeroporto, vanno trovate delle soluzioni sostenibili che tengano conto delle esigenze di bilancio", ha sottolineato. "Ci sono tutti i margini per 'rivalutare le decisioni assunte', come dichiarato dal vettore low cost, ma una cosa deve essere chiara: la Regione Abruzzo ha un disavanzo di 538 milioni da colmare e la Saga perde annualmente circa 6 milioni. Dunque, è necessaria una svolta che tenga conto di tre esigenze imprescindibili: di bilancio, di costituzionalità e delle normative comunitarie".
Altrove, del resto, ha ribadito Gerardis, "sono già scoppiati i problemi: nelle Marche, l’aeroporto di Ancona ha oltre 40 milioni di debiti; a Bari, la magistratura ha aperto un’inchiesta sul contratto sottoscritto da Aeroporti di Puglia con Ryanair, ipotizzando che ci sia stata un’infrazione alle leggi europee che vietano gli aiuti di Stato alle imprese".
La Giunta D’Alfonso sta lavorando alacremente insieme alla Saga per un rinnovamento nella conduzione dell’aeroporto d’Abruzzo e per trovare soluzioni sostenibili, ha dunque aggiunto la direttora generale: "è stata avviata la ricerca di vettori interessati a operare sul nostro scalo e ci sono già stati contatti e incontri in tal senso. Inoltre è in preparazione una rivoluzione a 360 gradi nel modo di proporre l’Abruzzo come destinazione turistica, e il 2016 sarà l’anno in cui verranno gettate le basi per un cambio di rotta deciso e decisivo".
Un cambio di rotta, deciso e decisivo, evocato anche da Camillo D'Alessandro, coordinatore della maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale, che detiene la delega ai trasporti. "A Bari, la Procura della Repubblica ha aperto una inchiesta perché ritiene che i contributi dati all'aeroporto, che poi finiscono a Ryanair, sono illegittimi, sono una sorta di frode, perché di fatto aiuti di Stato non consentiti dall'Europa.
Per gli stessi motivi, Regione Abruzzo non può finanziare, per 5 milioni all'anno la Saga, che poi li passa a Ryanair".
L'Aeroporto di Ancona - ha aggiunto il consigliere democrat - ha circa 40 milioni di debiti per le stesse ragioni. "Purtroppo, entrare nel merito è molto più complicato, figuriamoci trovare le soluzioni. Noi ce ne occupiamo sapendo che questo è un altro dono lasciato agli abruzzesi, un problema rinviato al futuro, come se il futuro fosse una discarica". Più che evidente il riferimento all'inerzia del precedente governo Chiodi.
Dunque, D'Alessandro ha voluto chiarire che la decisione di Ryanair "nulla c'entra con Pescara e con l'Abruzzo". Ed in effetti, nel pomeriggio, con una conferenza stampa convocata a Roma, David O'Brien, il direttore commerciale dell'aviolinea low cost irlandese, ha spiegato che la società, a fronte dell'aumento delle tasse aeroportuali da 6,5 a 9 euro (10 euro a Roma) ha deciso di chiudere due delle sue 15 basi italiane, Alghero e Pescara appunto, tagliare 16 rotte e 600 posti di lavoro con la conseguente perdita di 800 mila clienti.
"Dopo un anno da record per il turismo in Europa e un altro anno importante davanti - sono parole di O'Brien - il governo italiano ha deciso di darsi la zappa sui piedi aumentando le tasse sui passeggeri di circa il 40% per gonfiare il Fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia. Quale compagnia aerea più grande in Italia, volando su 26 aeroporti e trasportando 27 milioni di clienti all'anno da e per l'Italia - ha aggiunto - a Ryanair non è stata lasciata altra scelta se non quella di chiudere due delle sue 15 basi italiane e spostare i suoi aeromobili, piloti ed equipaggi verso Paesi con costi più bassi per il turismo. Interromperemo anche tutti i nostri voli all'aeroporto di Crotone e saremo costretti ad effettuare ulteriori tagli alle rotte sui nostri aeroporti regionali italiani".
Più chiaro di così. Sta di fatto che la preoccupazione è palpabile, pensando almeno alle ricadute che la decisione di Ryanair potrebbe avere sull'economia abruzzese, e non solo per le decine di posti di lavoro che rischiano di andare in fumo. D'altra parte, la compagnia irlandese motiva la sua presenza negli scali minori europei con i consistenti aiuti pubblici che riceve. Non è mai stato un mistero.
"Sarebbe bastato leggere i documenti per comprendere la gravità della gestione fallimentare decennale di Saga che, con ogni probabilità, avrà gravissime ripercussioni sull'economia della nostra Regione", ha denunciato Sara Marcozzi. "E' da oltre 1 anno, da quando il M5S ha avuto accesso ai documenti, che denunciamo tutte le criticità di Saga fra esposizione debitoria, contratti eccessivamente onerosi, mancanza di trasparenza e spese fuori controllo. Se solo il Governo regionale avesse impiegato meglio il suo tempo, approfondendo le problematiche per cercare soluzioni, invece di limitarsi ad apostrofarci come 'allarmisti e denuncisti', forse non ci ritroveremmo a dover affrontare una situazione che sembra, ormai, irreparabile".
La situazione attuale vede una società di gestione che negli anni ha puntato, per la maggior parte dei propri collegamenti, su un unico vettore, Ryanair, creando, di fatto, una dipendenza dai risvolti rischiosi. "Si trattava di applicare i principi basilari dell'attività manageriale: non affidarsi ad un solo partner. Un management attento avrebbe dovuto differenziare l'offerta dei voli affidandosi a più vettori, riducendo al minimo il rischio di paralisi dello scalo nell'eventualità di abbandono da parte di una compagnia".
Come sta avvenendo ora. "Abbiamo già rilevato l'inadeguatezza della gestione, dai Governi regionali che si sono succeduti a Saga, rei di non aver saputo utilizzare, nelle pur strette maglie delle nuove direttive europee, i contributi con cui Regione Abruzzo avrebbe potuto finanziare l'incentivo alle nuove rotte, attirando, attraverso manifestazioni di interesse pubblico, altre compagnie aeree. Un governo regionale del M5S - ha quindi aggiunto Marcozzi - avrebbe chiesto alla dirigenza di Saga di predisporre un piano di sviluppo dell'aeroporto con un duplice obiettivo: da un lato, capacità di rispondere alla domanda di mobilità ordinaria (business-family), dall'altro capacità di incrementare economia e turismo attraverso l'attivazione di pacchetti vacanza per la promozione dell'incoming".
Ci ritroviamo, invece, con Ryanair decisa ad andare via e la Saga che presenta resenta esposizioni milionarie, come già evidenziato dal MEF a seguito delle visite ispettive. Il governo, però, sembra non accorgersene. "E' un quadro economico assai allarmante che, come denunciato in passato, non lascia intravedere un futuro roseo per Saga. Sarebbe auspicabile che la politica di governo, questa volta, cercasse di giocare d'anticipo, iniziando a valutare l'ipotesi di un nuovo soggetto per la gestione dello scalo abruzzese".