Tra le proteste dei familiari delle vittime è slittata ieri l'udienza di causa civile, promossa dall'avvocata Wania della Vigna di fronte alla giudice Carmela Magarò, in rappresentanza di alcune parti civili contro la Regione Abruzzo e l'Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu), in relazione al crollo della Casa dello Studente di via XX Settembre all'Aquila, causato dal terremoto dell'aprile 2009. Quella notte morirono otto giovani, mentre furono numerosi i feriti.
A darne notizia è Il Messaggero. Secondo Della Vigna, la Regione Abruzzo starebbe evitando di assumersi le proprie responsabilità di fronte alle parti civili, chiamando in causa le presunte colpe di altri soggetti: lo Stato, un'immobiliare e finanche la stessa Adsu (agenzia di proprietà della Regione).
L'ente avrebbe scaricato innanzitutto sullo Stato centrale - attraverso il Ministero dell'Istruzione e l'Università dell'Aquila - per aver acquistato l'edificio incurante dei deficit di carenza strutturale che soffriva; poi la Angelini, immobiliare che ha progettato l'immobile e che secondo la Regione non l'avrebbe fatto costruire secondo le normative; e infine anche l'Adsu per il "ruolo di custode esclusivo" dell'edificio. A sua volta, per Della Vigna, sarebbe anche la stessa Agenzia per il diritto allo studio a fare "scaricabarile" sulla Regione, in quanto proprietaria dell'edificio. Un gran caos, insomma.
L'ente regionale, sempre secondo la difesa delle parti civili, non avrebbe ancora proposto neanche un tavolo di trattativa con i parenti delle vittime, che chiedono circa 6 milioni di euro di risarcimento per le perdite avute nel tragico crollo.
L'udienza civile è stata riaggiornata a giugno, ma quello che più spaventa i familiari delle vittime è il rischio prescrizione per il processo penale, prevista per il prossimo mese di ottobre. Secondo quanto riportato da Il Centro, infatti, sempre Wania della Vigna sarebbe in procinto di proporre un'istanza di fissazione dell'udienza del processo penale, giunto al terzo grado di giudizio, alla Corte di Cassazione di Roma, presieduta oggi da quel Giovanni Canzio all'epoca dei fatti presidente della Corte d'Appello dell'Aquila e oggi a capo dell'importante tribunale romano. (m. fo.)