Con la media di una slot machine ogni 83 abitanti, L'Aquila ha il triste scettro della provincia italiana con più "macchinette" pro capite, unica in tutto il Paese, insieme alla provincia sarda di Olbia - Tempio Pausania, a scendere sotto la quota delle cento unità. A renderlo noto è un approfondimento sul quotidiano torinese La Stampa [infografiche a sinistra e in basso].
Dopo L'Aquila, le prime posizioni nella speciale classifica sono occupate da province sarde (Olbia - Tempio, Sassari, Oristano e Nuoro) e da Rovigo, in Veneto. Tra le dieci province con le più imponenti presenze di slot machine ci sono anche Vercelli e Verbano Cusio Ossola (Piemonte), Frosinone e Cosenza.
In generale [infografica a sinistra], l'Abruzzo è una delle regioni con più slot machine pro capite, assieme alla Sardegna, al Piemonte e alla Calabria. Dopo il primato dell'Aquila, infatti, anche la provincia di Teramo si piazza tra le prime in classifica. Leggermente meglio quella di Pescara e, soprattutto, di Chieti.
Nell'articolo, Gabriele Martini e Raphael Zanotti narrano dei clamorosi vuoti di regolamentazione intorno al gioco d'azzardo legalizzato. Un mondo senza regole, grazie al quale lo Stato, solo nel 2015, ha incassato 8 miliardi di euro tra tasse e licenze.
Ed è proprio la giungla che ruota attorno alle slot machine - l'ultimo tentativo di legislazione organica in materia fu fatto, senza successo, nel 2012 dall'allora ministro della sanità Renato Balduzzi - a favorire una sorta di regolamentazione "fai da te" degli enti locali, che spesso però vengono smentiti dalle decisioni dei tribunali amministrativi e, talvolta, del Consiglio di Stato.
Poco meno di un mese fa l'Azienda sanitaria locale (Asl 1) provinciale aveva denunciato l'aumento percettibile di casi di dipendenza patologica dal gioco d'azzardo. Nel 2015, infatti, il numero dei pazienti che si è rivolto al Sert (Servizio per le tossicodipendenze) è salito a 36, dai 26 registrati nel 2014. [leggi l'articolo].