Sabato, 05 Marzo 2016 12:55

Cratere, una sentenza può mutare la governance della ricostruzione

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Una sentenza importante, che crea un precedente giurisprudenziale e che potrebbe cambiare gli equilibri, i ruoli e la governance nella difficile ricostruzione post-sisma dei quasi sessanta comuni del cratere abruzzese.

E' il verdetto che il Consiglio di Stato ha emesso lo scorso 4 febbraio in relazione al ricorso presentato dall'Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere (Usrc) contro la condanna del Tar per i ritardi della pratica di ricostruzione di un aggregato a Sant'Eusanio Forconese (L'Aquila).

La vicenda, di cui vi abbiamo dato conto lo scorso settembre, riguarda il consorzio di "Via del Grottone", nel centro storico del piccolo borgo del Medio Aterno aquilano. Il consorzio si era rivolto al Tar perché non riceveva risposte dal Comune e dall'Usrc sulla domanda di concessione del contributo post-sisma, nonostante l'aggregato, in base ai criteri di priorità, avesse la precedenza rispetto ad altri [leggi l'articolo].

Il tribunale amministrativo aveva condannato l'Ufficio speciale, sottolineando come "l'Usrc (e non più il comune del cratere) deve ormai pacificamente intendersi come il titolare della funzione in questione (dare risposta sulle istanze di contributo, ndr), con conseguente obbligo a suo carico di rispondere di eventuali inadempimenti e ritardi".

Il Consiglio di Stato ha sostanzialmente confermato la sentenza del Tar, ribandendo che "l'Usrc non può ritenersi estraneo all'istruttoria". La sentenza, firmata dal presidente della quarta sezione Vito Poli, ha anche condannato l'Ufficio a pagare tremila euro di spese legali. Di fronte alla Corte romana l'Usrc era difeso dall'avvocatura di Stato, rappresentata per l'occasione da Giancarlo Caselli.

"Ne abbiamo preso atto, e ora stiamo studiando la sentenza - afferma a NewsTown il titolare dell'Ufficio speciale Paolo Esposito - ne abbiamo parlato con il governo e abbiamo investito anche il tavolo di coordinamento dei sindaci del cratere. E' un argomento di cui parleremo insieme nei prossimi giorni, al di là della singola pratica. La situazione è delicata e complessa".

Una situazione delicata e complessa, appunto, perché inchioda l'Usrc a imporsi sui Comuni, modificando i paradigmi della governance e andando sempre di più verso una visione che potremmo azzardarci a definire quasi "commissariale". Il Consiglio di Stato, inoltre, ha anche sottolineato come gli otto "Uffici territoriali per la ricostruzione (Utr), preesistenti all'Usrc, sono ora uffici dipendenti da quest'ultimo organismo (che appunto ha il compito di coordinarli), e quindi non possono ritenersi soggetti distinti e autonomi". Gli Utr, nati dopo il terremoto per sostenere l'insufficienza di personale negli uffici tecnici dei singoli Comuni, si configurano sempre di più come effettivi sostituti degli uffici tecnici stessi, e alle dipendenze di un Ufficio speciale a sua volta emanazione del governo.

Questi elementi, assieme al cambiamento della filiera sui trasferimento dei fondi - da un anno a questa parte i soldi della ricostruzione vengono gestiti direttamente dall'Usrc, e non più dai Comuni, svuotando il ruolo politico del Coordinamento dei Sindaci [leggi l'articolo] - stanno progressivamente mutando la governance del cratere, che deve essere per lo più ancora ricostruito.

Ultima modifica il Domenica, 06 Marzo 2016 11:08

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