Strada per Campo Imperatore ancora chiusa.
E' bastata la debole nevicata venuta giù nei giorni scorsi per sbarrare, di nuovo, l'accesso alla strada che da Castel del Monte sale a Campo Imperatore.
La segnalazione arriva da Franco Cagnoli, titolare del locale Il Cantinone a S. Stefano di Sessanio e portavoce degli operatori economici e turistici della zona.
Si tratta di un problema annoso (che peraltro riguarda anche la strada S. Stefano-lago Racollo), del quale NewsTown si era già occupata lo scorso dicembre, raccogliendo lo sfogo di titolari di attività commerciali e imprenditori, esasperati e frustrati dallo scaricabarile delle istituzioni e da una situazione che arreca loro disagi ma anche danni economici.
"Sono bastati pochi giorni di timida neve" scrive l'autore della segnalazione "per riportarci alla triste, irritante e ormai tragicomica realtà. Come per magia la sbarra di accesso alla strada per Campo Imperatore è di nuovo chiusa. Lo è dallo scorso weekend, costringendo all'imbarazzo verso propri attoniti clienti i diversi operatori turistici operanti in questi luoghi, per l'ennesima volta impossibilitati a svolgere normalmente il proprio lavoro"
Qui di seguito la nota completa
A metà marzo di un anno in cui l'inverno sembra essersi voluto sollevare quasi completamente dal proprio ruolo climatico, nonché, triste a dirlo, dal mettere alla prova responsabilità e credibilità di vari addetti ai lavori che nello scorso ottobre ci riempirono come al solito di belle promesse e qualche piccola risposta concreta (sollecitata da una nostra sonora protesta), sono bastati pochi giorni di timida neve per riportarci alla triste, irritante e ed ormai tragicomica realtà.
Come per magia la sbarra di accesso alla strada per Campo Imperatore è di nuovo chiusa. Lo è dallo scorso weekend, costringendo all'imbarazzo verso i propri attoniti clienti i diversi operatori turistici operanti in questi luoghi, per l'ennesima volta impossibilitati a svolgere normalmente il proprio lavoro, mentre i responsabili di tale situazione... coloro che dovrebbero sentirsi in imbarazzo davvero, ahinoi, pare restino tutti saldamente al loro posto, quel che è peggio, senza neanche adoperarsi in una minima spiegazione.
Si è cercata non polemica sterile, da parte nostra, quanto collaborazione. Una collaborazione che ci ha sicuramente rabboniti al tempo delle promesse e dei piccoli fatti, ma che vacilla oggi, inevitabilmente, malgrado ogni buona volontà, vista l'oggettiva carenza di giustificazioni, pur volendo ipoteticamente sforzarsi di trovarle.
Inverno inesistente; mezzi mai impegnati fino ad ora e neve scarsa danno luogo a tre sole plausibili ipotesi: incompetenza; disinteresse; mala fede.
Ognuno paventi a questo punto quella delle tre che ritiene più probabile.
Che si sappia. Che lo sappiano gli aquilani tutti che guardano ingenuamente ed affettuosamente questi territori come un insieme felice e spensierato di paeselli delle fiabe.
Che lo sappiano i pesci relativamente grossi... quelli che si appropriano dell'immagine del Corno Grande e della Rocca di Calascio per ogni loro passerella senza poi indirizzare concretamente il loro potere ad uno sviluppo sensato di questi posti.
Che lo sappiano anche gli attivisti ed i veri amanti della montagna impegnati nei loro progetti importanti, al di là delle loro visioni traducibili o meno in fatti, che ogni casa sarebbe solita costruirsi dalle fondamenta.
Nel qual caso, tenere aperta una strada e smetterla di fare (e far fare) figure di merda con turisti sempre meno copiosi, favorendo il lavoro di un comprensorio tutto, sarebbe cosa buona, giusta e soprattutto facile, anche se qualcuno pare voglia far credere il contrario.
Prendano atto le Venerabili Istituzioni locali, per concludere, che persone sempre più istruite e dotate di etica (autoctone o meno) popolano i nostri bei paesi, che l'umore di quest'ultime sarà d'ora in avanti l'unico strumento di misura della loro credibilità dinnanzi ai palcoscenici più importanti sui quali tanto amano imbellettarsi, e che il tempo del proverbiale e simbolico "piatto di lenticchie" utilizzato come mezzo di rabbonimento volge Dio piacendo al definitivo tramonto.
Fatti, piccoli ma immediati... senza scuse e nell'interesse della collettività tutta.
Lo si è già chiesto educatamente più e più volte.
Ora lo si pretende.