Venerdì, 25 Marzo 2016 09:36

La tenacia dei piccoli comuni abruzzesi: multinazionale inglese costretta ad andare oltre le 12 miglia

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A volte le amministrazioni locali e i piccoli comuni possono imporsi persino sulle grandi nazionali petrolifere.

E, in questo caso, siamo di fronte a una vittoria da parte della Provincia di Teramo, di sette comuni della costa del nord Abruzzo e di due comuni marchigiani (Cupra Marittima e Pedaso), a meno di un mese dal referendum contro le trivellazioni.

Il ministero dello sviluppo economico (Mise), dopo aver ricevuto la diffida presentata dai legali della Provincia di Teramo, è stato costretto a riperimetrare l'area della concessione alla società inglese Spectrum Ltd, portando di fatto la piattaforma per gli idrocarburi al di là delle dodici miglia dalla costa adriatica abruzzese, la cosiddetta "fascia di tutela".

La nuova riperimetrazione è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse dello scorso 4 febbraio: "Una ammissione implicita del fatto che, così come abbiamo sempre sostenuto, la concessione alla Spectrum Ltd non rispettava la fascia di tutela, contrariamente a quanto scritto nel decreto che concedeva la valutazione di impatto ambientale - ha dichiarato soddisfatto il presidente della Provincia di Teramo Renzo Di Sabatino - dopo la modifica dell'articolo 6 del Codice dell'ambiente in vigore dal primo gennaio di quest'anno, i nostri avvocati hanno subito presentato una diffida al ministero dell'Ambiente e al ministero per lo Sviluppo Economico. E il Mise, il 4 febbraio, ha pubblicato la nuova perimetrazione".

Ma il contrasto alle concessioni per l'estrazione di idrocarburi in mare è appena iniziata, secondo Di Sabatino: "Personalmente appoggio la campagna referendaria e il 17 aprile voterò si' - spiega - perché credo che questo sia l'unico modo per sostenere la strada di una politica energetica basata sulle rinnovabili e sulle nuove tecnologie; perché se è vero come è vero che il Paese ha una situazione piuttosto critica in termini di sicurezza e indipendenza degli approvvigionamenti, è indiscutibile che la quota di petrolio che arriva dall'Adriatico è talmente irrisoria da non giustificare in alcun modo i danni che comporta all'ambiente e alle economie locali e infine, perché il quesito referendum è assolutamente ragionevole e di buon senso: se vince il sì, si bloccherebbe il rinnovo delle concessioni che già operano entro le 12 miglia".

Già qualche settimana fa la tenacia delle amministrazioni locali del teramano era stata premiata. La Cassazione, infatti, aveva dato ragione al Comune di Pineto (Teramo) contro l'Eni, sul pagamento dell'Ici [leggi l'articolo]. (m. fo.)

Ultima modifica il Venerdì, 25 Marzo 2016 10:07

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