"Esiste un pezzo ancora oscuro nella vicenda del terremoto del 6 aprile. La Commissione Grandi Rischi, riunita all’Aquila il 31 marzo 2009, ha avuto un atteggiamento colpevole che mi auguro venga accertato da altre sedi competenti a livello europeo. Mi chiedo, però, se esistano responsabilità tra quanti a livello regionale, provinciale e comunale ci hanno amministrato fino al 31 marzo 2009. Non è possibile che la responsabilità di quanto accaduto all’Aquila sia nata solo 7 giorni prima il verificarsi del sisma".
Sono le parole dell’avvocata Simona Giannangeli, legale dei familiari delle vittime della Casa dello studente, durante l’incontro “Noi non dimentichiamo. La giustizia tra verità e prescrizione” organizzato dal Comitato Nazionale Familiari Vittime nell’ambito degli eventi legati al settimo anniversario del terremoto del 6 aprile.
"Sono quattro anni che ci incontriamo con gli altri comitati nazionali dei familiari di vittime di disastri così detti naturali, ma che hanno responsabilità umane ben precise – ha spiegato Antonietta Centofanti, del Comitato familiari vittime della Casa dello studente – Abbiamo intrapreso un percorso comune per lavorare sulla prevenzione, sulla sicurezza e sugli aspetti che riguardano la giustizia e i processi in corso che ci riguardano".
Della rete fanno parte moltissime associazioni legate ai fatti più drammatici della recente storia d’Italia: Thyssenkrupp, crollo della Scuola a San Giuliano di Puglia a seguito del sisma del 2002, deragliamento del treno a Viareggio, Moby Prince, terremoto dell’Aquila, le morti nella Terra dei Fuochi. Tutte vicende accomunate dalla necessità di accertare responsabilità che faticano ad emergere in sede giudiziaria. Complice, anche, il rischio della prescrizione che potrebbe segnare definitivamente la conclusione di parte di questi processi.
"Rispetto alla Casa dello Studente abbiamo scongiurato il rischio che potesse maturare il termine di prescrizione – ha spiegato l’avvocata Giannangeli - pochi giorni fa, abbiamo avuto comunicazione formale dell’avviso di cassazione dell’udienza che si svolgerà l’11 maggio davanti alla Corte".
Evitata la prescrizione, per Simona Giannangeli nel processo relativo al crollo della residenza universitaria, restano tuttavia falle che non sono state tamponate. “A leggere il rapporto stilato da Abruzzo Engineering, tra gli edifici estremamente vulnerabili segnalati c'era, come sappiamo, anche la Casa dello Studente. Abbiamo provato a portare il dossier dentro il processo. Personalmente, firmai una memoria con cui chiesi al pm Fabio Picuti di integrare il capo d'imputazione. Il capo di imputazione venne effettivamente integrato ma non ci furono indagini”.
Il rapporto Abruzzo Engineering fu redatto dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia che provocò la morte di 27 bambini. Un’ordinanza dell’allora presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, attibuì alle Regioni italiane l’obbligo di censire tutti gli edifici pubblici e di interesse strategico per evidenziare, e quindi porre rimedio, ad eventuali criticità e vulnerabilità strutturali.
La Regione Abruzzo spese 5 milioni di euro, risorse attinte dalla legge finanziaria di quell’anno, per la redazione del dossier. Lo studio tracciò una fotografia puntuale di 197 edifici all’Aquila considerati estremamente vulnerabili. Tra questi, gran parte crollarono in seguito al terremoto del 6 aprile, compresa la Casa dello Studente. Nonostante il dossier fosse stato immediatamente consegnato agli amministratori regionali, provinciali e comunali nel 2006, e quindi ben prima del sisma, nessuno intervenne per mettere in sicurezza gli edifici segnalati.
"Abruzzo Engineering è la spina più cruenta , è uno dei passaggi più responsabili di quello che è successo in questa città", ha affermato Simona Giannangeli. "Perché quel dossier è rimasto lettera morta? Non solo. Quel rapporto, il 7 aprile 2009, è sparito dal sito ufficiale della Regione Abruzzo. Siamo stati alle costole dell'Ente che ci ha sempre assicurato di averlo consegnato alla Provincia, allora amministrata da Stefania Pezzopane, oggi senatrice, e al sindaco Cialente. Questi signori non ci hanno mai saputo dire cosa fosse accaduto".
"Mi preme che venga accertato, quindi, quanto è accaduto fino al 31 marzo 2009 – ha continuato Giannangeli - con la Regione che è passata da zona 1 a zona 2 per consentire costruzioni molto più disinvolte. Non c’è stato amministratore a nessun livello, nessun assessore alla protezione civile regionale, all’epoca o attuale, nessun amministratore provinciale o comunale che abbia pagato per non aver dato seguito a quanto emerso da quel rapporto. Porterò quanto vi sto dicendo nelle sedi opportune, affinché venga stabilito se responsabilità politica e responsabilità penale possano coincidere".
Un’accusa precisa, dunque, rivolta anche a quanti, attualmente, amministrano Regione e Comune. E all’intervento di Simona Giannangeli, è stata costretta a rispondere l’assessora alla cultura Betty Leone, unica rappresentante istituzione presente all’incontro di ieri. "Intervengo non senza imbarazzo dopo aver ascoltato l'avvocata Giannangeli perché sono un’amministratrice, anche se all’epoca dei fatti non rivestivo alcun ruolo istituzionale", ha affermato Leone. "Mi chiedo, tuttavia: può, chi amministra, non tenere conto dei dati provenienti da studi scientifici? Può, un amministratore ragionare, con il fatalismo del 'tanto non succederà nulla' non assumersi la responsabilità di comunicare ai cittadini il rischio reale? In questo senso, sicuramente esiste una responsabilità politica, non so se sia anche penale".
Incalzata da alcuni interventi polemici da parte dei presenti, Leone ha accennato ad alcuni impegni che è pronta ad assumersi. "Stiamo parlando a livello regionale di masterplan sulle infrastrutture. Infrastrutture non significa solo grandi opere, ma anche messa in sicurezza dell’ambiente e degli edifici. Bisogna ripensare tutto il modello di sviluppo che la politica, non solo locale ma anche nazionale, intende portare avanti".
"Mi impegnerò – ha concluso Leone - affinché questa discussione prenda piede nelle sedi opportune".